Shiatsu (o Shatzu?)
di Fiorello


 
 Il Barbiere della Sera non finisce di stupirvi, vero? Ecco che offriamo al vostro palato sopraffino, una nuova pagina, Shiatsu, a cura del nostro Fiorello che, nonostante la sua giovanissima eta' e' un brillante giornalista economico e un avidissimo lettore di giornali. Fiorello conosce, tra l'altro, l'arte dello Shiatsu. Sara' lui, quindi a fare un massaggino settimanale, qua e la', a chi lo merita. 
Come al solito, in piena liberta'.

15 Novembre 2000 - Un convegno imbarazzante
Per il 15 e 16 dicembre il Montepaschi aveva organizzato un convegno a Siena per parlare di alcuni dei principali temi d‘attualità nel dibattito bancario. Una seduta, molto attesa, avrebbe dovuto riguardare in particolare la scottante problematica della vigilanza nei mercati finanziari (banche, assicurazioni, società di intermediazione mobiliari, fondi pensione) che molti vorrebbero trasferire ad un "regolatore unico". E’ una tematica che preoccupa fortemente la Banca d’Italia timorosa di vedersi sottrarre molte delle sue attuali competenze. 

Nell’affrontarla l’Mps aveva anche organizzato una tavola rotonda alla quale avrebbero dovuto prendere parte, tra gli altri, Garry Schinasi (Fondo monetario) ed il presidente della Consob Luigi Spaventa. Grande è stato quindi lo sconcerto di tutti gli invitati quando sono stati informati dalla banca senese che quella sessione non si sarebbe più svolta nell’ambito del convegno ma sarebbe stata dirottata a Fiesole incastonata, in tono minore, in un oscuro seminario dell'Istituto Universitario Europeo di Firenze dedicato alla "Finanza e consumi nella Unione Europea". 

A Siena è rimasto un dibattito dal titolo, altrettanto inoffensivo di "ratios patrimioniali, impatto e prospettive". Che è accaduto? La voce più accreditata, raccolta direttamente da uno dei potenziali protagonisti dell’incontro, è che lo stesso responsabile della vigilanza di Via Nazionale Bruno Bianchi abbia telefonato agli amministratori del Montepaschi segnalando l’inopportunità di una simile discussione ed ottenendo la cancellazione dell’incontro. Un eccellente esempio di moral suasion.


15 Novembre 2000 - Le assicurazioni del Sol Calante
Le autorità di vigilanza del Giappone hanno sollecitato il Parlamento nipponico a varare una legge che consenta alle compagnie d’assicurazione di tagliare i vitalizi promessi a suo tempo agli assicurati. La richiesta si giustifica con i fallimenti a catena che stanno investendo molte compagnie d’assicurazione. 

Queste hanno venduto in passato polizze vita garantendo elevati tassi d’interesse ed ora scontano le conseguenze del calo dei tassi d’interesse che riduce le performance dei loro portafogli al di sotto del tasso "garantito" . La notizia è stata pubblicata nella prima pagina del Financial Times l’8 novembre scorso e, al di là del suo rilievo specifico, si presta ad alcune considerazioni. 

Un eventuale taglio delle rendite romperebbe infatti alcune consolidate certezze sulla differenza tra la previdenza obbligatoria e quella complementare privata. Le prestazioni di quest’ultima riposano sull’abilità del gestore (l’assicuratore) nell’investire i capitali che l’assicurato gli versa nel corso della sua vita attiva. Ma, se fosse consentito ad una compagnia di cambiare "le carte in tavola", modificando le clausole del contratto in corso d’opera, l’impegno assunto inizialmente sarebbe molto simile a quello che prende lo Stato quando promette ai futuri pensionati un determinato importo delle rendite pubbliche. Salvo, successivamente, modificare le condizioni quando non è più in equilibrio il rapporto complessivo tra contributi incassati (dai lavoratori in attività) e le rendite erogate (agli attuali pensionati)

Lo Stato si comporta legittimamente, applicando la regola della ripartizione sulla quale è fondato il sistema pensionistico pubblico. Ma, a ben guardare, anche una compagnia d’assicurazione utilizzerebbe lo stesso principio se gli fosse consentito di tagliare le rendite promesse agli assicurati. La capitalizzazione individuale lascerebbe il passo ad un principio mutualistico, a ripartizione. Soltanto così, infatti, si farebbe fronte all’insufficienza dei contributi incassati e capitalizzati (a bassi tassi d’interesse) sulle nuove polizze i quali da soli, non sarebbero sufficienti a pagare le rendite garantite.
 

Si potrebbe considerare filosofica una simile discussione. "E’ meglio il taglio delle polizze piuttosto che la compagnia fallisca", hanno sottolineato i regolamentatori giapponesi giustificando la proposta. E se invece fosse filosofico l’attuale modo di interpretare le differenze tra previdenza pubblica e privata? 

Oggi la vendita delle polizze vita è presentata dalle compagnie di assicurazioni come l’unico antidoto al fallimento del sistema previdenziale pubblico ed all’inevitabile taglio delle rendite future. In queste settimane la Chiyoda Life - una delle compagnie in dissesto - non sa come pagare impegni assunti con i sottoscrittori di polizze per 27 miliardi di dollari. E Kyoei Life, considerato il maggiore fallimento nella storia giapponese del dopoguerra, ha passività per 42,6 miliardi di dollari iscritte in bilancio. 


15 Novembre 2000 - Freedomland. Un presidente senza tempo
Le regole di Corporate governance all’italiana sono come quelle sulle cinture di sicurezza: ci sono ma non si applicano. Nei giorni scorsi l’ex rettore della Bocconi, Luigi Guatri, ha formalmente accettato l’incarico di presidente di Freedomland, società nella bufera da quando è stata aperta un’inchiesta su presunti falsi contenuti nei suoi bilanci, in particolare per quanto riguarda le liste "gonfiate" dei suoi clienti. 

La società, come tutte le altre new entry di Borsa, deve rispettare le regole del codice di autoregolamentazione della Borsa Italiana (il cosiddetto codice Preda) con il quale sono state indicate le migliori pratiche per un corretto funzionamento degli organi societari. 

Il punto 1.3 del codice raccomanda che gli amministratori, ed ancora di più un presidente, accettino la carica "quando ritengono di poter dedicare allo svolgimento diligente dei loro compiti il tempo necessario". La carica di presidente è senz’altro impegnativa in una società, come Freedomland, il cui futuro è divenuto assai incerto ed i cui azionisti sono giustamente preoccupati. 

Ma Guatri potrà lavorare più che a mezzo servizio, "ad un decimo di servizio". Già occupa infatti la poltrona di presidente del collegio sindacale della Pirelli, un incarico certamente gravoso, dove recentemente si è occupato delle discusse stock option multimilirdarie del Presidente Marco Tronchetti Provera, non trovando nulla da ridire. E’ poi Presidente in un’importante compagnia di assicurazione (la Vittoria). Non solo. L’ex- rettore, secondo quanto risulta dalla banca dati della Consob, ricopre la carica di presidente del collegio sindacale anche nell’Italcementi, Interbanca, Italmobiliare e Banca Popolare di Bergamo e siede nei consigli d’amministrazione di Sopaf, Maffei e Banco di Desio. Insomma con tutti questi incarichi, si suppone non gratuiti, sembra una persona piuttosto occupata. E il punto 1.3 del codice Preda? E’ come per chi viola le norme sulle cinture di sicurezza, non rischia sanzioni... 

Fiorello




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