Un contratto e' sempre meglio di niente?

5 Ottobre 2000 - Facciamoci del male
Ma certo, continuiamo così, facciamoci del male! di più: paghiamo per farcene fare! Continuiamo a depotenziare i contratti per consentire agli editori di "regolarizzare" e aumentare (fino a quando e a che prezzo?) la base di coloro che contribuiscono all'Inpgi (quanto?)! E poi andiamo alle conferenze stampa e dichiariamo a fronte alta che "con questo contratto è stato fatto un passo importante verso la flessibilità e la mobilità" (Paolo Serventi Longhi, segretario Fnsi) con la difesa di livelli retributivi "adeguati al ruolo e alla funzione del giornalista". 

Livelli retributivi ADEGUATI? Per chi lavora nella tv, 3milioni49mila lire lorde mensili sono pari a 42 milioni 700mila lire lorde l'anno (mi auguro al netto della contingenza). Detratta un'Irpef (con aliquote ante Finanziaria 2001 ma al lordo dell'addizionale regionale) di 11 milioni 4.500 lire, abbiamo la cifra esaltante di 31 milioni 695mila lire (ritocchiamo a 31,7 milioni). Dunque dunque, 31,7 milioni "spalmati" su 13,5 mensilità (arrotondo, mica sono un consulente del lavoro io!) danno 2 milioni 348mila lire e spiccioli... C'è di che sguazzare nell'oro! Quanto poi al campo di applicazione del contratto, considerato che servono più di cinque teleradiogiornalisti (quindi almeno sei), siamo certi che le 1.200 imprese dell'Aer-Anti-Corallo siano tutte ricomprese? Quanto sono quelle sotto i sei teleradiogiornalisti dove il contratto non si applica?

Lungimirante lo "sganciamento" tra inquadramento contrattuale e qualifica professionale: SE NON E' UN HARAKIRI QUESTO... A cosa serve l'Ordine? a che pro tenere aperte le scuole di giornalismo? Cosa distingue un giornalista da un impiegato (senza offesa per l'impiegato!)? Da oggi, grazie a questa mossa geniale, le radiotv locali che aderiscono ad Aer-Anti-Corallo (e c'è da scommettere che le imprese aderenti cresceranno) escono automaticamente dal mirino occupazionale di tutti coloro che si sono smazzati anni e anni di gavetta per ottenere un praticantato! 

Fantastico il passaggio "Il giornalista può utilizzare tutti i mezzi tecnici e informatici anche senza la presenza di personale tecnico". Diciamo ciao con la manina a cameramen montatori registi e a tutti i lavoratori dell'"indotto"! D'ora in avanti i servizi si girano, riversano, montano, trasmettono DA SOLI, in regìa andrà il "coordinatore redazionale", dove già non succede, beninteso! Solo che con questa mossa geniale lo si sancisce e statuisce nero su bianco, alla faccia di qualunque rivendicazione, ora e per sempre. 

E che dire della norma secondo cui "La cessione di servizi in sinergia non dà luogo a maggiorazioni del compenso dovuto al teleradiogiornalista"? Basterà fare tante piccole redazioni locali e coprire il territorio sarà un gioco da ragazzi: tu dai un servizio a me, io lo do a te, e al teleradiogiornalista ciccia: zitto e ai remi! C'è di che restare stupefatti! FORZA FNSI! Diteci chi è il genio che guida le trattative, chi dobbiamo ringraziare! Per fortuna c'è chi ancora ragiona....

GIORNALISTI: ASSOSTAMPA SICILIA, NO A CONTRATTO DEPOTENZIATO (V. «GIORNALISTI: FIRMATO CONTRATTO NAZIONALE...»DELLE 13:17) (ANSA) - CATANIA, 3 OTT - L' Associazione siciliana della stampa, «anche a nome dei colleghi che operano nell' emittenza privata regionale», ribadisce «le perplessità e le riserve da sempre espresse ed emerse in modo chiaro in seno la consiglio nazionale della Fnsi, sull' opportunità di firmare un contratto depotenziato per il settore radiotelevisivo privato». In una nota il segretario regionale, Luigi Ronsivalle, ricorda che la «la stessa approvazione a maggioranza del testo contrattuale, con il voto contrario dell' intera delegazione siciliana nel rispetto del mandato a suo tempo ricevuto, doveva servire a comprendere come - nel pieno di una ben più vasta e complessa stagione contrattuale - un' ulteriore pausa di riflessione prima della firma tra le parti avrebbe potuto contribuire a dissolvere dubbi incertezze e perplessità». «Resta intesa tuttavia - sottolinea l' Assostampa siciliana - la valenza sperimentale e temporalmente limitata di un contratto che non può avere effetti retroattivi e che, allo stato, riguarda solo le emittenti associate ad Aer, Anti, e Corallo: ne restano quindi escluse le aziende comunque collegate ad editori di giornali».(ANSA). COM-TR 03-OTT-00 14:31 NNN F

Forza ragazzi, continuiamo così! Al prossimo contratto propongo alla delegazione Fnsi di accludere la "clausola vaselina", con il patto esplicito che deve essere acquistata a spese del lavoratore dipendente, con tanto di trattenuta in busta paga. 
Zioproto


5 Ottobre 2000 - Una notizia che non e' una notizia
Cari amici del Bds Quante volte a noi giornalisti ci accusano di essere una casta e noi in genere affermiamo quanto questo sia falso e, spesso, tendenzioso?. Peccato che ieri (e per conseguenza sui giornali di oggi) si sia fatto qualcosa che dimostra, mi pare, tutto il contrario.. 

Ieri, lavorando, ho notato una quindicina di lanci di agenzia tra Ansa e Agi (e altre) sul contratto nazionale firmato dalla Fnsi con le emittenti radio e tv locali dell'AER-Anti-Corallo (che il Bds ha pure ripreso). Le ho lette, ma occupandomi d'altro non le ho degnate di particolare attenzione, convinto anche di trovarle oggi su tutti i quotidiani, con dovizia di particolari e dibattito sulla questione. Invece oggi, dopo aver sfogliato una ventina di quotidiani tra nazionali e di provincia, ho preso atto che solo Avvenire e Il Sole 24 Ore hanno dato una colonnina di notizia, mentre va rimarcata l'eccezione di Italia Oggi che ha pubblicato addirittura il testo completo del contratto. 

E tutti gli altri, grandi e piccoli? Eppure si tratta di un contratto importante: visto che per la prima volta la Fnsi firma un contratto collettivo di lavoro con un soggetto che non sia la Fieg. Al di là dei giudizi di merito, non mi sembra proprio di esagerare dicendo che questa è a tutti gli effetti una NOTIZIA. Purtroppo penso che la deontologia in questo frangente abbia lasciato il campo ad un esemplare slancio di spontaneo e praticamente totalitario corporativismo: nessuno ha dato spazio alla notizia. Bisogna prendere atto che la paura che il contratto Fnsi/Fieg non sia più un dogma e che si possa avere un contratto tagliato ad hoc per determinate condizioni ha causato la CENSURA della notizia. E la deontologia? E la missione di informare i cittadini su TUTTO quello che accade nel paese? E tutto il resto che si impara a scuola e nei manuali di giornalismo? C'è qualcun altro che, magari beccandosi del fesso o dell'ingenuo, la pensa come me? 
Federico


9 Ottobre 2000 - Se due milioni vi paion spiccioli...
Caro BDS, ti leggo con piacere anche se non spesso come vorrei, poichè, essendo un free lance (a 40 anni), non posso permettermi il lusso di quei piccoli, piacevoli riti quotidiani di chi ha una calda e confortevole scrivania ad attenderlo ognni mattina. Ho letto però con attenzione sia la riflessione di Federico, sia la replica di Zioproto sul tema del nuovo contratto nazionale Aer Anti Corallo (radio e tv locali) e Fnsi.... e in verità ne ho tratto motivo per più d'una di quelle tutto sommato bonarie e quotidiane incazzaturine (tipo quando non ti danno lo scontrino al bar o la precedenza in auto) che mi hanno spinto a scriverti. 

In sintesi, ma non troppo: 1- Federico lamenta l'omertoso atteggiamento dei colleghi toccati negli affetti più cari (il portafoglio) e così facendo stuzzica Zioproto, il quale però.. e l'ho letta più volte, alla fine mica dice perchè sia giusto tacere una notizia (mi pare che la firma di quel contratto lo sia, certo più delle notizie che prannunciano gli scioperi di categoria). Questo, francamente, non mi è sembrato bello... 

2- dai toni immagino Federico giovanotto e Ziproto in età: infatti quest'ultimo si scandalizza all'idea che un giornalista prenda la telecamera e vada a farsi le riprese da solo. Se stiamo tutti qui in rete, stiamo usando un pc... ma mi pare che la storia dei linotipisti & co, ancorchè dignitosissima e spesso epica, sia, appunto, storia.... senza scandalo, peraltro. 

3- il passaggio che trovo più frizzante di zio è quello in cui parla di spiccioli e 2.348.00 lire al mese x 13, 5 mensilità come fossero cacchina.. e qui mi sorge possente il dubbio: ma sarà mica che l'adorato sia appartenga alla schiera dei (beati loro) art. 1 presso aziende solide e floride che si possono permettere signori stipendi? Perchè se così fosse, allora lo pregherei di trovarmi un posto come il suo da lui, ovunque egli lavori... altrimenti tengo a ricordargli che il mercato editoriale, tolti i grossi gruppi, è una fossa dei leoni dove la realtà è fatta di abusivi, lavoro nero e freelansaggio.. e Dio volesse che si cominciasse a ipotizzare qualche soluzione alternativa, tale da creare posti di lavoro professionalmente dignitosi (anche se con meno di 4 milioni al mese di stipendio) per riassorbire una buona parte di questi paria 

4- zio, forse, teme solo che questa sia una crepa nella diga del suo laghetto tranquillo e pescoso. Mica che non lo capisca, sia chiaro... ma tra capirlo e seguirlo, ce ne corre. 5- zio parla molto e legge distrattamente (ahi ahi ahi... un giornalista non dovrebbe) ed equivoca: 5 giornalisti è il numero minimo per avere rappresentanze sindacali e non per applicare il ccnl in questione (che -in effetti l'ho appreso da Italia Oggi - si applica anche ad un solo giornalista).

Insomma: zio in una cosa ha pienamente ragione: "c'è ancora chi ragiona!" già... quelli come lui e a modo suo, che si sono piazzati, che magari hanno già fatto qualche solido progettino professionale per qualche figliolo o nipotino e che inorridiscono all'idea che il salottino in velluto rosso possa essere invaso da un nutrito numero di poveracci da 2.348.000 e spiccioli al mese... 

Ti dirò... per quanto mi riguarda farò il possibile per profittare di questa misera, indecorosa, concreta opportunità di passare dalla giungla alla città (ancorchè in periferia) del mestiere. Anche dovessi trovarmi a fare servizi armato, me misero, di una telecamerina e tutto solo faccia a faccia con qualche notizia... a proposito, caro Barbiere, profitto della sala affollata: se qualche tv o radio locale cercasse un ex-giovane, ormai esperto, ma ancora di belle speranze, offrendo uno scarno, ma onesto contratto aer-anti- corallo/fnsi mi può contattare a: 
il.mio.canto@libero.it se ne può parlare: ve lo assicuro!


12 Ottobre 2000 - Un paio di cose che non posso accettare
Caro Figaro, caro Canto Libero, permettetemi qualche precisazione ma  soprattutto un ulteriore affondo sulla questione del contratto per i teleradiogiornalisti firmato da Fnsi e Aer-Anti-Corallo.  Premetto che, come Figaro sa, ho inviato la mail "Continuiamo così,  facciamoci del male" il 3 ottobre, lo stesso giorno della firma del  contratto. Non dipende da me se quella mail è stata inserita da Figaro sul  "Barbiere" con la data del 5 ottobre: non potevo certo immaginare che la  notizia sarebbe passata inosservata sulla maggior parte delle testate. Un  "oblio", questo, che va assolutamente stigmatizzato. Ma che era logico attendersi.

uanto alla questione delle rappresentanze sindacali, è vero: mea culpa, mea  culpa, mea maxima culpa, ho letto male (troppa fretta) il lancio Ansa. Non è  vero che il contratto si applica solo nelle imprese con più di 5  videogiornalisti, è la rappresentanza sindacale che scatta a quelle  condizioni. 

Caro Canto Libero, no, non sono in età: ho poco più di trent'anni. Lavoro in  una media testata ma vengo da oltre dieci anni di "gavetta": due trascorsi  in uno degli Istituti di formazione al giornalismo, gli gli altri in testate  locali. Ho vissuto da vicino la realtà dei "collaboratori" che si smazzano  dodici ore al giorno in redazione, degli abusivi, dei freelance: non  considero nessuno un "paria" (per citare un'espressione tua, Canto Libero). 

Soprattutto conosco bene l'ansia di chi non è certo dell'accredito dello  stipendio (lauto o misero che sia) a fine mese. Non ho figli. Se li avrò spero intraprendano tutt'altra professione. Ammesso  - e non concesso - che a quel tempo questa professione, così come la  intendo, esista ancora. Non ho prebende né "laghi" o "laghetti", tantomeno  "pescosi", da cintare e difendere, né per me Nè per nessuno.  So invece cosa sia la competizione. 

Ce l'ho messa tutta per avere un  articolo 1 e dopo 10 anni ce l'ho fatta (cosa per la quale ringrazio Dio),  senza santi in paradiso, solo facendomi un mazzo così. Forse Canto Libero  crede di avere a che fare con uno dei tanti senza arte né parte (ma con  qualche possente calcio in culo) che hanno intrapreso la nostra professione  perché (come ricorda la rubrica di Figaro) è "sempre meglio che lavorare".  Non è così. 

Un paio di cose però non posso accettare.  La prima è di passare per il classico snob che guarda i colleghi dall'alto  in basso. Non ho mai detto che i 2,3 milioni mensili previsti dall'intesa  siano "spiccioli". Ho usato quel termine solo per indicare le ultime cifre  del calcolo dello stipendio netto mensile: se Canto Libero ritiene  l'epressione offensiva sono molto dispiaciuto, poiché l'effetto del termine  è stato del tutto preterintenzionale. Ho lavorato anche io per molto meno di  quella somma e non mi sono mai ritenuto un poveraccio (il termine è di Canto Libero) in base alla cifra guadagnata. Poveraccio è chi non ha il coraggio  di fare i conti, non in banca, ma con la propria coscienza.  La seconda. Non ho criticato questo contratto tanto per l'importo in sé,  quanto per il fatto che questa somma è stata descritta come "adeguata".  Adeguata a cosa? Se in una testata locale - secondo la mia modesta  esperienza - si raggiungono spesso le 60 ore settimanali, ciò significa che  alla fine del mese si ha una remunerazione netta oraria di 10mila lire. 

D'accordo: è sempre meglio che niente: ma vogliamo paragonare questa somma  con altri contratti collettivi nazionali di lavoro (per non parlare delle  parcelle di altri professionisti)? E vogliamo paragonare la professionalità  e la responsabilità richiesta da altri contratti con quelle necessarie a  fare il nostro lavoro?  Possiamo poi discutere all'infinito se depotenziare i contratti sia "la"  strada per recuperare sacche di lavoro nero e di disoccupazione. Solo per  citare un esempio, l'esperienza quadriennale dei cosidetti "contratti di  emersione" applicati ad altri settori dell'industria nel Mezzogiorno ha dato  risultati assolutamente negativi. Canto Libero, scusami se te lo dico, ma io  non ritengo che questa sia la strada corretta per uscire dalla situazione di  disoccupazione o di sottoccupazione di tanti e tanti colleghi. 

Non credo purtroppo che esistano soluzioni facili al problema occupazionale  della nostra professione. Ma se esistono non penso passino dall'aumento della pressione sui colleghi (e parallelamente dei margini di discrezionalità per gli editori). Depotenziare (non tanto del punto di vista  dello stipendio, quanto della flessibilità produttiva), a mio avviso,  significherà soltanto costringere chi è "dentro" il contratto di lavoro a  caricarsi ancora di più di competenze, di funzioni, di responsbailità. Non si creeranno nuovi posti per chi è "fuori" dal contratto, temo, almeno non  così.

Certamente non per le figure professionali complementari a quella dei  giornalisti, ma nemmeno per i reporter.  Un'ultima nota. Ritengo che la firma del contratto Aer-Anti-Corallo metterà  presto la Fnsi in grandissima difficoltà nel difendere di fronte i paletti  posti alla propria piattaforma contrattuale con la Fieg. Ma come,  chiederanno gli editori, a loro avete concesso tanto e con noi fate "i duri"  sulle nuove tecnologie, su Internet, sulle qualifiche professionali? Ma  come, c'è da giurare che chiederanno, anche un pubblicista può diventare  teleradiogiornalista, mentre noi dobbiamo assumere praticanti?  O c'è qualcuno che pensa il contrario? A meno che non si voglia fare i  massimalisti, "un contratto qualsiasi per tutti o per nessuno". 

Personalmente soluzioni non ne vedo. Forse solo una: quella di puntare sulla  qualità del prodotto del nostro lavoro. Occorre rompere la spirale (che ci è  stata suggerita) secondo la quale non importa se l'informazione che  produciamo sia di qualità alta media o bassa perché (ci si dice) tanto il  lettore/ascoltatore "beve" tutto. Occorre dimostrare agli editori che solo  una informazione di qualità "rende". Ma per fare questo bisogna puntare  sulla preparazione e sulla selezione dei giornalisti. Altrimenti non si esce  dalla spirale perversa dequalificazione/ depotenziazione/ disoccupazione. Il che significa partire dalla qualità delle grandi testate (in molte solo  apparentemente "minori" a volte si fa molta più attenzione alla qualità che  non nelle "corazzate").  Canto libero, spero che non vorrai leggere altri motivi di polemica dove non  ce ne sono. In amicizia 
Zioproto


12 Ottobre 2000 - Ridere o piangere?
Caro barbiere, non so se cedere alla tristezza o sorridere nel vedere riprodotto nel tuo salone il grazioso schemino della divisione tra lavoratori garantiti e precari, tra giovani e "anziani", che tanti copiosi frutti ha portato nelle tasche degli imprenditori italiani.

La tristezza mi assale quando leggo l'intervento di "canto libero", che se la prende con zioproto perché ha commentato severamente l'abbassamento di tutele normative e di livelli salariali introdotto nel contratto per le emittenti private. Tristezza, perché vedo fino a che punto ha stuprato le nostre menti l'idea che le garanzie contrattuali e i privilegi salariali di alcuni siano la causa della precarietà quando non della disoccupazione di altri. 

E' vero il contrario: l'abbassamento delle tutele salariali rende conveniente licenziare o prepensionare i "vecchi" garantiti (che possono anche essere più giovani del collega "canto libero", ma avere un contratto giornalistico) e assumere forze nuove alle quali applicare i nuovi contratti che costano meno e assegnano poteri maggiori alle imprese.

Caro barbiere, ricordi lo slogan dei giovani francesi "papà, ho trovato un posto di lavoro: è il tuo"? Naturalmente capisco bene che avere un brutto contratto è sempre meglio che non averne nessuno, ma dal punto di vista dei posti di lavoro l'operazione è sempre a somma zero; non lo è, è ovvio, per il portafoglio dell'editore.

Viene in mio soccorso il sorriso, però, quando penso a quanto zelo ha messo la categoria nel suo complesso a spiegarci, dalle colonne dei giornali o dagli studi delle radio e delle tv, la necessità impellente per l'Italia di liberarsi delle pastoie contrattual-sindacali per navigare nel moderno mare della flessibilità. Allora penso che forse c'è davvero una giustizia a questo mondo. Magari non è colpa di Zioproto, ma lui dov'era?

A proposito, Zioproto, hai ragione, i giornalisti diventano tecnici e impiegati: ma non sono già diventati, in parte, grafici e tipografi con l'arrivo dei computer? E avere accettato di usare macchine al posto di persone non ha già svilito la professione inchiodando tanti di noi alla scrivania (ah, Internet...) e massacrando, per salvare il posto a qualche giornalista, intere categorie di lavoratori? 
Ma poi, c'era davvero un'alternativa a questo tipo di progresso? Io so solo che questo progresso non mi piace, ma mica lo so se i nostri sindacalisti sono solo incapaci o venduti. Forse, semplicemente, anche loro non hanno una risposta a questa domanda. 
Ezio


12 Ottobre 2000 - Zioproto, la pensione te la daremo noi
Caro BDS, vorrei spiegare al collega che si firma Zioproto che, al contrario di quanto egli afferma, la pensione forse gliela garantiranno proprio i giornalisti contrattualizzati con il nuovo accordo Fnsi-Aer,anti,corallo. Già, perché quei giornalisti "non" avevano un contratto giornalistico e, senza l'accordo, non l'avrebbero mai avuto. Proprio come avviene per i colleghi - ripeto i colleghi - che svolgono lavoro giornalistico ma hanno un contratto da impiegati dello spettacolo (si chiama contratto Frt) e versano i contributi - quando li hanno- all'Enpals.

Orbene, con il famigerato contratto per le piccole emittenti firmato dalla Fnsi alcune centinaia di nuovi contribuenti faranno il proprio ingresso all'Inpgi. Ed è un bene. Perché se non cambia l'andamento demografico zioproto può stare certo: aumenteranno i contributi (l'Inpgi lo ha già chiesto, lo sapevate?), oppure nel tempo sarà inevitabile ritoccare le prestazioni. 
Francamente, avrei applaudito l'accordo anche senza questi risvolti che interessano tutti noi garantiti: a parte la solidarietà con i colleghi meno fortunati, è sempre meglio che chi svolge un lavoro giornalistico abbia le garanzie di libertà e di autonomia garantite da un contratto
giornalistico, anche se guadagna di meno. E questo per una ragione semplice: è più rischioso per tutti che esistano sul mercato giornalisti obbligati, per contratto, a non dover rispettare la propria autonomia.
Roberto


12 Ottobre 2000 - Qualcuno ci manda il contratto?
Caro Barbiere, ho letto con piacere la sezione che dedicate al testo del contratto giornalistico e agli enti di riferimento di quelli che per loro fortuna hanno un contratto giornalistico. Come voi sapete, molti colleghi, tra i quali ci sono anche io, lavorano per le radio private e hanno il famigerato contratto Frt, oltre ad avere enti di riferimento come l'Inps. Per conoscere almeno i nostri diritti e doveri, fareste un'opera meritoria se pubblicaste il testo del contratto Frt, visto che molte aziende non lo vogliono rilasciare integralmente. C'è qualche inganno sotto? Per favore pubblicate il testo integrale del contratto Frt. Abuso della vostra pazienza e chiedo un'altra cosa. la lista delle emittenti tv e radio che aderiscono al coordinamento Aer-Anti-Corallo.
Massimo

Caro Massimo, il contratto basta chiederlo alla Federazione. Non appena avremo un attimo di tempo, comunque, lo pubblicheremo. A meno che un lettore non ce lo spedisca prima per email.
Bds



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