Presidente della Lega Calcio e presidente di Ipse

Un conflitto di interessi per Franco Carraro



Ragazzo Spazzola
2 Dicembre 2000

Da qualche giorno Franco Carraro, presidente della Lega Calcio e deus ex machina dell’intero movimento sportivo italiano, ha un nuovo, prestigioso incarico: presidente di Ipse, uno dei cinque consorzi che hanno ottenuto la licenza per gestire il servizio Umts, quello che vedrà i nostri telefonini trasformarsi in veri e propri computer-tv dotati di monitor a colori.

E fin qui, direte voi, complimenti a lui, chissà che bello stipendio e via discorrendo. Ma c’è un "però" grande come una casa. Perché vedere seduto proprio su quella poltrona l’uomo che gestisce i diritti commerciali dello sport più amato dagli italiani ha fatto fare un balzo in aria sia a qualche presidente di club di Serie A (in molti si stanno già leccando i baffi al pensiero della pioggia di miliardi in arrivo) sia ai futuri competitors di Ipse: Tim (oggi sponsor del Campionato di Serie A e della Coppa Italia), Omnitel, Wind e Andala.

Eh, sì, perché i cosiddetti "higlights" (brevi filmati che mostrano gli episodi salienti di un evento sportivo) delle partite del campionato italiano saranno uno dei contenuti commercialmente più appetibili per i gestori dell’Umts, una sorta di killer application in grado di attirare un numero enorme di clienti. 

E dunque Carraro rischia di trovarsi presto contemporaneamente seduto da entrambi i lati di un tavolo di trattativa, di comprare cioè qualcosa da se stesso o, se preferite, di venderla a se stesso. Un conflitto di interessi in perfetto stile berlusconiano.

Certo, le normative antitrust e l’ormai affermato principio della titolarità individuale dei diritti televisivi del calcio (ogni squadra gestisce per conto proprio quelli delle partite che gioca in casa) fanno pensare che difficilmente Carraro potrebbe riuscire a vendere a un unico gestore Umts i diritti dell’intera Serie A senza scatenare la terza guerra mondiale.

Però alla Lega non mancano certo i mezzi (di dissuasione più che di persuasione…) per influenzare l’orientamento delle società calcistiche. E comunque, pur senza abbandonarsi alla dietrologia più spinta, resta il fatto che il Carraro presidente di Ipse avrà tutto l’interesse a far sì che il Carraro presidente della Lega si adoperi a tenere bassi i prezzi degli highlights.

Lo scenario è reso ancor più complicato dal fatto che fra gli azionisti di Ipse figurano non solo Atlanet (cioè Ifil e Fiat, cioè la Juventus, principale sponsor in Lega del presidentissimo) ma anche la Banca di Roma, cioè l’istituto di credito verso il quale è maggiore l’esposizione finanziaria del sistema calcio in generale e di alcune società di Serie A in particolare. Il Carraro calcistico, insomma, è debolissimo nei confronti del Carraro di Ipse…

In Lega simili conflitti d’interesse non sono certo una novità: prima che i figli di Berlusconi lo facessero fuori dai vertici di Fininvest-Mediaset, Adriano Galliani trattava con se stesso, da vicepresidente del pallone, la cessione dei diritti tv del campionato. Ma allora, se non altro, egli ne approfittava per spaventare la Rai e sfilarle quei miliardi che il Biscione non si sarebbe mai potuto permettere di versare nelle casse del calcio (cioè, in regime di parziale mutualità, più del suo Milan che delle altre squadre). Stavolta gli interessi di Carraro sono però conflittuali con quelli della maggior parte dei club più forti.

Ragazzo spazzola



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