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Supponiamo di ammirare la volta celeste in una tiepida serata di fine marzo.

Alzando io sguardo sopra la nostra testa potremo individuare facilmente le sette stelle del Grande Carro, forse il più celebre tra gli asterismi. In quest'ambito, è opportuno sottolineare che molte persone identificano il Grande Carro con l'Orsa Maggiore, mentre bisogna ricordare che la costellazione dell'Orsa Maggiore abbraccia moltissime altre stelle e non solo quelle del Grande Carro. Per la precisione, il Grande Carro (in inglese Big Dipper) individua la regione di coda dell'Orsa, ma questa non e l'unica figura associata alle celebri sette stelle che, a seconda dei popoli, ricordano un carro, un aratro, un pentolino o un cocchio, solo per citare alcuni oggetti.

Tuttavia, anche il Carro è stato spezzettato in asterismi più piccoli. Per esempio, le tre stelle del timone, Epsilol, Zeta ed Eta chiamate rispettivamente Alioth, Mizar e Alkaid, formano il cosiddetto "Arco". La stella centrale, Mizar, è accompagnata da un'altra stellina di circa quarta magnitudine chiamata Alcor, che dista circa 12’. Data questa grande separazione angolare, è possibile scorgere Alcor anche a occhio nudo; infatti, nell'antichità queste due stelle venivano utilizzate per testare l'acume visivo delle persone. Inoltre, questi due astri sono spesso chiamati "I1 Cavaliere e il suo Destriero" .

Le altre quattro stelle del Carro, chiamate Dubhe, Merak, Phad e Megrez, formano un asterismo che ricorda un feretro. Questa macabra associazione di idee sembrerebbe derivare da un'antica tradizione araba, secondo la quale ogni notte un corteo funebre si muove lentamente in cielo. Oltre alla bara, sono presenti le tre figlie del morto (individuate da Alioth, Mizar e Alkaid), che infatti, nel corso della notte, sembrano seguire il feretro. Sempre secondo la tradizione, il morto sarebbe stato ucciso, e l'assassino sarebbe costretto ogni notte ad assistere alla triste processione.

Dov’è l'assassino? E’ individuato dalla Stella Polare, attorno alla quale il corteo sembra ruotare! L'idea del corteo funebre è stata ripresa dalla tradizione cristiana, che vedeva nel Grande Carro la lettiga di San Lazzaro, seguita da Maria, Marta e Maddalena.

Dopo aver individuato il Grande Carro, il passo successivo è individuare la Stella Polare, facilmente rintracciabile se si prolunga per circa 5 volte il segmento che unisce Dubhe e Merak. Molti sono convinti che questa stella sia particolarmente luminosa, ma in realtà la sua importanza risiede nel fatto che questo astro e molto vicino al Polo Nord celeste. La Stella Polare è in realtà una stella doppia . Osservandola al telescopio, si riesce a scorgere la sua debole compagna, di mag 8,6. Tempo fa, la Polare era una delle stelle di riferimento per la scala delle magnitudini, ma ci si accorse in seguito, che questa stella era in realtà una variabile cefeide, e quindi la sua luminosità non era costante. Sembra tuttavia che, ai giorni nostri, la variazione di luminosità vada man mano diminuendo.

Se il cielo è abbastanza scuro, oltre alla Polare si riescono a individuare altre sei stelle che, in analogia con il Grande Carro formano il "Piccolo Carro". Ufficialmente, le stelle si trovano nella costellazione dell'Orsa Minore, e questa analogia con la "sorella maggiore" affonda le sue radici nell'antichità. Le stelle del "Piccolo Carro" sono spesso utilizzate dagli astrofili per testare la qualità del cielo da un sito, in base a quante stelle si riescono a vedere di questo asterismo.

A pochi gradi dal timone del Grande Carro possiamo osservare Arturo, l'astro più brillante della costellazione del Boote, Arturo, insieme a Spica, la stella Alfa della Vergine, e a Denebola, la seconda stella più luminosa del Leone, forma un asterismo noto come "Triangolo Primaverile", assai meno noto dei suoi due "cugini" Estivo e Invernale. Il nome di Arturo deriva dal greco arktos, che significa 'orso", e questo nome si riferisce alla mitologia greca, che identificava con il Boote il guardiano dell'Orsa Maggiore. Arturo è una stella molto luminosa, la quarta più brillante del cielo, e la sua luce impiega circa 40 anni per giungere fino a noi.

La seconda stella del Triangolo è facilmente individuabile guardando in direzione Sud, in quanto si trova in una regione relativamente povera di stelle brillanti. Infatti, gli Arabi la chiamavano "la solitaria", mentre noi oggi siamo soliti utilizzare il nome di Spica, riferendoci alla tradizione romana che identificava con la Vergine la protettrice dei raccolti. Infatti, per effetto della precessione degli egizi, in passato questa costellazione era visibile durante la stagione calda e, oltre a vegliare sulla raccolta del grano (da qui il nome di Spica, che significa "spiga"), preannunciava la vendemmia (non a caso, la stella Epsilon della Vergine prende il nome di Vindematrix). Questa stella bianco azzurra, che brilla di mag 1, è una immensa sfera di gas pari a circa 500 volte il volume occupato dal Sole.

L'ultima stella del Triangolo si trova a circa 26 gradi a Nord Ovest di Spica e individua la coda del Leone. Questo astro di seconda magnitudine, che prende il nome di Denebola, dista da noi circa 23 anni luce. Se a queste tre stelle aggiungiamo la stella più luminosa dei Cani da Caccia, chiamata Cor Caroli, otteniamo un altro asterismo, il "Diamante". Il nome Cor Caroli ("Cuore di Carlo") venne dato in onore al Re Carlo d'Inghilterra, e apparve per la prima volta nel 2673 su una carta celeste con il nome Cor Caroli Regis Martirys, con riferimento al fatto che Carlo I morì decapitato. Intorno a questa stella i disegnatori rappresentarono un cuore con una corona, e la fecero diventare una piccola costellazione. Purtroppo, essa ebbe vita assai breve, in quanto, alla fine dello stesso secolo, Johannes Hevelius la utilizzò per creare, nel suo atlante Uranographia, la costellazione dei Cani da Caccia, costellazione rimasta fino ad ora.

Un altro asterismo, che sicuramente molti astrofili conoscono, è il "Falcetto" costituito dalle stelle Alfa, Eta, Gamma, Zeta, Mu ed Epsilon del Leone, che individuano anche la criniera dell'animale.

Poco a nord di Gamma Leonis, nota come Algieba, si trova il radiante dello sciame meteoritico delle Leonidi il cui massimo si raggiunge intorno alla metà di novembre. Di fronte al Falcetto a circa 15 gradi si può vedere una macchiolina lattiginosa, che corrisponde all'ammasso aperto M44, noto come "Presepe", uno degli oggetti non stellari visibili senza l'ausilio di un telescopio.

Un altro singolare asterismo, forse non molto conosciuto, è formato da Arturo e da Beta, Gamma, Delta, Epsilon e Ro del Boote. A questo gruppo di stelle sono associati addirittura due nomi: l’Aquilone e il Cono Gelato, e ci sembra che siano entrambi molto appropriati, soprattutto il secondo!

Vi sono anche altri Piccoli asterismi, in particolare quello costituito dalle stelle Beta, Gamma, Delta ed Epsilon del Corvo, noto come la "Vela". Di per sè, forse questo nome non ci dice nulla, ma se pensiamo al moto apparente della volta celeste e alla bassa declinazione di queste stelle, non potrà non saltare all'occhio l’analogia con una vela che solca lentamente il cielo da Est a Ovest.

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Oggi è:

domenica 7 marzo 2004

Data ultima Modifica:

07/03/04