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Il Santuario
di S. Antonio Abate

 

Il culto popolare

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S. Antonio Abate in Italia viene venerato soprattutto come protettore degli animali, non a caso un tempo era usanza mettere la sua immagine  nelle stalle. Non a caso la sua festa è stata sempre caratterizzata dalla benedizione degli animali domestici: perfino le scimmie e i pappagalli venivano un tempo portati in chiesa perché il sacerdote li benedicesse, usanza ancora viva in tutta Italia specie dove predomina la vita agricola e pastorale.

La festa in onore del Santo, in ogni città, si svolge in modo differente. A Pinerolo (Piemonte), segue alla benedizione una "galoppata", che si riscontra anche in altri paesi. In Abruzzo infatti, quando sulla porta della chiesa appare la statua del santo si agita lievemente il suo bastone per far tintinnare il campanello; in seguito all'aspersione con l'acqua santa, si scatena una caratteristica cavalcata. Il sacerdote usa distribuire i "panini di S. Antonio", ritenuti miracolosi per la guarigione e dopo la benedizione riceve un'offerta.

Questo Santo è divenuto familiare alle classi umili, ma la sua immagine è stata interpretata in modo errato. Infatti il Santo veniva rappresentato in lotta coi diavoli, raffigurati in diverse forme di bestie. Negli statuti medioevali è documentato che la comunità allevava a spese di tutti un porcellino che, dopo un anno, alla festa del Santo, veniva ucciso: il ricavato era devoluto a opere di bene; l'uso è ancora vivo in alcuni paesi. Ancora nelle campagne del Veneto per alludere ad uno scroccone i contadini dicono: "Xe un porsel de Sant'Antonio". Questo nomignolo deriva dall'uso di ospitare in ogni parrocchia per una settimana un porco, detto di S. Antonio, perché apparteneva ad una chiesa dedicata al Santo. I contadini gli appendevano al collo un campanello e tutti lo accarezzavano e gli portavano da mangiare.

Un altro elemento tradizionale è quello dei "fuochi di S.Antonio" detti in Abruzzo "focaracci" e "focaroni", che consistono in enormi cataste di legna da cui poi ciascuno, per scaramanzia, porta a casa qualche tizzone spento che, si dice, difenda dai fulmini.
In qualche paese della Puglia, invece di legna si adoperano fasci di canne dette "farche". Sempre in Abruzzo, gruppi di giovani mascherati girano di casa in casa a "cantare S. Antonio".

Sant'Antonio Abate, detto il Santo del porcello, in occasione dell'annuale fiera a Lonato (Lombardia) viene festeggiato tuttora. In occasione della fiera si possono degustare le prelibatezze e la squisita bontà delle carni di quello che è da considerarsi il più appetitoso fra gli amici dell'uomo. I maestri della cucina lonatense propongono durante la fiera le loro tipiche specialità e i loro più gustosi piatti a un prezzo soddisfacente per tutti i visitatori per dar modo di apprezzare le loro straordinarie qualità e quelle non meno speciali del nostro amico "porcello". Oggi questa fiera è decaduta e si limita a qualche banchetto di ambulanti e alla degustazione di piatti tipici. Un tempo gli artigiani di tutta la zona esponevano orgogliosi ed in modo sfarzoso i loro prodotti.

 

Immagine di Sant' Antonio abate

 

Il culto popolare
di S. Antonio abate

 

Sant’Antonio abate
“Signore del fuoco”

 

La festa di S. Antonio abate
descritta
da Johann Wolfgang Goethe

 

Feste e tradizioni in onore
di S. Antonio abate in Italia

 

Il culto di Sant'Antonio abate
in Emilia Romagna

 

Il culto di Sant'Antonio abate
nel Bormiese (Lombardia)

 

Il culto di Sant'Antonio abate
nel carrarese (Toscana)

 

La Festa di S. Antonio abate
a Ripabottoni (Molise)

 

 

 

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