:: Ora che ci siamo ritrovati non perdiamoci
di vista
Il testo del discorso di Nanni Moretti
in piazza San Giovanni
Da manipulite.it
ROMA
- Non perdiamoci di vista. Ora che ci siamo ritrovati rimaniamo
in contatto.
Noi cittadini possiamo fare politica, possiamo farla con piacere
e possiamo farla ognuno con le proprie idee ma rimanendo uniti,
noi oggi qui siamo uniti.
Il 31 luglio eravamo davanti al Senato, la nostra manifestazione,
questa manifestazione, nasce da quelle giornate, quando secondo
il governo la legge Cirami sembrava esser diventata la cosa
più urgente per il bene del Paese. Lì quel giorno, sotto il
Senato, per la prima volta s'alternarono a parlare senatrici
e senatori dell'opposizione e rappresentanti dei movimenti.
I parlamentari stavano finalmente facendo un'opposizione seria
e noi elettori gli davamo coraggio e forza perle battaglie
future.
Esponenti della maggioranza hanno parlato d'assedio selvaggio;
non c'è stato nessun assedio, noi eravamo lì a difendere le
istituzioni che in quei giorni la maggioranza stava umiliando
dentro quel palazzo. Assedio selvaggio...la cosa più violenta
che ho visto è stato un mio amico che quando è passata l'auto
del ministro Castelli della Lega Nord gli ha urlato: terrone.
Hanno detto che siamo estremisti. I nostri movimenti hanno
mostrato si intransigenza, ma sui principi fondamentali della
democrazia. Siamo moderati, ma essere moderati non significa
essere passivi, abituarsi alle peggiori anormalità italiane,
vivere nell'assuefazione. Ci piace la Costituzione e in quanto
moderati siamo rimasti prima perplessi, poi esterrefatti,
poi incazzati per quello che sta succedendo in Italia. Io
dopo le elezioni del maggio 2001 m'ero rassegnato a un'intera
legislatura, cinque anni di terribile e tranquillo governo
di centrodestra, anche perché pensavo che fossero diventati
meno peggio rispetto al '94, più politici, più democratici.
E invece si sono rivelati più arroganti e più incapaci del
previsto. Più sfacciati nell'assecondare gli interessi personali
di Berlusconi e di alcuni suoi amici. Io a una cosa non mi
ero rassegnato, a vedere fatta a pezzi la Costituzione che
è ancora una miniera preziosa da cui attingere risorse per
la convivenza democratica. Nel contratto con gli italiani
che Berlusconi firmò in una trasmissione tv non c'era la legge
sul rientro dei capitali illecitamente esportati all'estero,
non c era la legge sulla depenalizzazione per il falso in
bilancio, non c era la legge sulle rogatorie internazionali.
Gli Italiani hanno votato Berlusconi inseguendo un sogno e
si sono risvegliati dentro un incubo.
La cupezza è la nota dominante di questo governo, l'insicurezza,
la debolezza. Noi vogliamo essere la forza della tranquillità,
noi vogliamo difendere le istituzioni democratiche. Nella
mia ingenuità un po' beota, in questi anni ho creduto che
Fini prima o poi si rendesse autonomo da Berlusconi. Pensavo:
ecco ora dice una cosa in contrasto con Berlusconi, Fini almeno
il senso dello Stato ce lo dovrebbe avere. Ecco, ora dice
che sul conflitto d'interessi o sulla legge antitrust Berlusconi
ha torto. Non avevo capito niente. Non avevo capito che con
cinismo all'ombra di Berlusconi Fini lo stava usando politicamente
per avere dei pezzettini di potere. Fini l'ho sottovalutato
politicamente anche perché l'avevo sopravvalutato moralmente.
Ma valeva la pena dedicare tutta la vita alla politica, energie,
tempo, sforzi per diventare democratico, strappi, discussioni,
litigate, lacerazioni. Tutta la vita per poi diventare nemmeno
l'unico ma uno dei tanti signorsì di Berlusconi.
Come si fa a dire - come ha fatto Berlusconi - che una manifestazione
è "disdicevole"? Ma come parla? "Disdicevole"...e
poi ride. E più è insicuro, più ride. Ma cosa ride che non
c'è niente da ridere? E invece noi stiamo facendo non una
manifestazione "disdicevole" ma una manifestazione
bellissima. Allegra, pacifica, combattiva che parte sì dall'esigenza
che la legge sia uguale per tutti. Ma oggi non vogliamo che
si parli solo di giustizia. E a questo proposito "la
legge è uguale per tutti" che poi a essere sinceri, anche
prima della Cirami nei fatti la legge non era proprio uguale
per tutti che cosa è successo? Ma cosa è successo in questi
anni che ci vergogniamo, che mi vergogno anch'io, per paura
di diventare demagogici e rozzi di ricordare delle semplici
verità: che la nostra è una giustizia un po' di classe e che
davanti alla legge un immigrato non è uguale a uno di noi.
E a questo proposito ha fatto bene chi ci ha criticato per
la nostra colpevole distrazione durante l’approvazione della
legge Bossi-Fini. In questi mesi mi chiedevo il perché di
tanto nervosismo del governo contro i nostri movimenti, tutte
le battute sceme che ci siamo dovuti sorbire e che non hanno
mai fatto ridere nessuno sui girotondi, la regressione, tutti
già per terra, giro girotondo, eccetera. E poi ho capito che
ci sono almeno due motivi: il primo è che con la nostra libertà
di giudizio, con la nostra autonomia, slegati da qualsiasi
logica di qualsiasi partito, con le nostre critiche ai vertici
del centrosinistra, noi abbiamo dato energia, fiato, coraggio
alla sinistra e al centrosinistra e questo naturalmente ha
dato molto fastidio. Il secondo motivo è che noi con le nostre
manifestazioni siamo riusciti a parlare, a comunicare con
una parte dell'elettorato di centrodestra. E non voglio usare
l'espressione sgradevole e un po' razzista "l'elettorato
perbene" oppure "onesto" del centrodestra.
Diciamo che abbiamo ricordato agli elettori meno pigri del
centrodestra che i principi fonda mentali della democrazia
non sono solo di una parte dell'elettorato ma riguardano tutti
i cittadini.
Il monopolio dell'informazione, il tema della giustizia, la
scuola pubblica, la sanità, sono temi che riguardano tutti.
Oggi io sono felice che in questa piazza ci siano anche persone
che hanno votato centrodestra e persone che non erano mai,
mai andate a una manifestazione. Quindi è vero che si possono
coinvolgere elettori distanti da noi non arretrando sui valori
democratici o andando a tentoni verso un fantomatico centro.
Con i valori non si perdono voti. Anzi.
Una preghiera ai dirigenti della sinistra e del centrosinistra:
discutiamo, discutete, ma di cose concrete. Non perdete tempo
a litigare sul nulla. Discutete di politica, di guerra e di
pace, se è il caso o no di fare i referendum, discutete dei
diritti dei lavoratori, dei servizi pubblici, del modo più
efficace di fate opposizione e di come vincere le prossime
elezioni.
Ma non fate più i capricci. Non perdete più tempo in continui
e logoranti scontri personalistici al vertici, sigle, gelosie
e ripicche di cui non ce ne importa niente. Sì, noi continueremo
a delegare ai partiti, ma visto che un po' ci siamo svegliati
la nostra delega non sarà sempre in bianco.
E visto che alla sinistra italiana capita una occasione ogni
secolo, se in questo secolo l'occasione non capiterà alla
fine ma presto, magari tra qualche anno, questa volta fatela
la legge sul conflitto d'interessi. E poi per piacere fate
anche una seria legge antitrust ma non contro una persona:
una legge valida per tutti, quindi per la democrazia. A sinistra
c'è qualcuno che considera troppo rozzo, troppo grossolano
ricordare che il capo di Forza Italia ha 3 reti tv e che questo
può dargli forse un piccolo vantaggio nei confronti dei suoi
avversari, e anche dei suoi alleati – va bene. Pare che sia
una considerazione banale. Tv, e poi giornali, e poi radio...
Ma io dico la mia opinione. A me, come cittadino, come telespettatore
non interessa una rete di sinistra. Non credo che alla faziosità
della destra debba contrapporsi la faziosità uguale e contraria
della sinistra. Io vorrei un'informazione indipendente all'interno
di tv e radio decenti.
Ma vi fa così tanta paura la cultura? Che paura vi faceva
Radio3, che bisogno c'era di smantellare una rete fatta così
bene e tanto seguita? E poi Berlusconi dice che la sinistra
non è democratica. Ma lui deve ancora imparare cos'è la democrazia.
E qualcosa forse la può imparare proprio dalla sinistra italiana.
E a questo proposito mi dispiace che anni fa morendo, il Partito
comunista italiano non seppe comunicare al Paese che la sua
storia aveva più a che fare con l'Emilia Romagna che non con
l'Urss. Berlusconi non è contro la democrazia. È qualcosa
di diverso. Lui è estraneo alla democrazia. Intimamente estraneo,
perché è qualcosa che non conosce e non capisce e che comunque
gli fa perdere un sacco di tempo.
Un'ultima cosa. Mi chiedono - e io stesso mi chiedo - perché
in questi mesi ho fatto tutto questo. Perché la situazione
s'è fatta troppo seria per far finta di niente.
E poi perché se un domani dovesse, Dio non voglia, diventare
presidente della Repubblica, cioè di tutti gli italiani, l'uomo
più di parte che c'è in circolazione oggi perché quotidianamente
offende metà dei cittadini italiani, ecco domani io ripensando
a questo periodo, se non avessi fatto nulla, proverei vergogna".
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