Ipotesi circa la presenza di chiese databili al V° sec. in prossimità delle mura di Ariminum.
10. Grazie a te, Signore Gesù, che hai suscitato a nostra difesa gli spiriti tanto magnanimi dei nostri martiri, in un tempo in cui la tua Chiesa ha maggiormente bisogno di aiuto. Ognuno sappia quali difensori desidero, che possano combattere per me, pur senza attaccare per primi. Questi difensori o popolo santo, io ti ho procurato, affinché portino giovamento a tutti, ma offesa a nessuno. Sono questi i difensori chio desidero, sono questi i soldati che ho, soldati, cioè, che non combattono per il mondo, ma per Cristo. A loro riguardo non ho da temere alcuna odiosità, poiché il loro patrocinio è tanto più potente, quanto più sicuro.
Anzi, io bramo che siano a difesa anche per quanti me li invidiano. Vengano pure qui, e vedano la mia guardia del corpo; non rifiuto di farmi circondare di tali armi. "Quelli per i carri e per i cavalli, noi invece, siamo forti per il nome del Signore, nostro Dio".
11.La Scrittura divina racconta che Eliseo, mentrera circondato da un esercito di Siri, disse al suo servitorello spaventato che non avesse paura, perché "sono più numerosi i nostri che i loro"; per dargliene la prova , pregò il Signore che aprisse gli occhi di Giezi: e, quando costui li ebbe aperti, vide che innumerevoli eserciti di angeli stavano dalla parte del profeta. Non riusciamo a vederli, ma ne sentiamo la presenza. Questi nostri occhi furono chiusi, per tutto il tempo che i corpi dei santi giacquero nascosti sotto un cumulo di terra. Il Signore ci aprì gli occhi, e abbiamo visto coloro che spesso ci hanno difesi. ( .).
SantAmbrogio, Lettera 22
"le città non si fortificano più con le mura, ma con santi patroni".
"Giovanni Evangelista provvede a Efeso, Proculo a Bologna, Antonino a Piacenza, Nazario a Milano".
" e gli Abitanti di Antiochia ai quali limperatore voleva portar via la salma di s. Simeone "la città non ha più mura gli dissero sarà Lui la nostra difesa "
Avito, cit. da M. Orselli, Lidea e il culto del santo patrono
Da Galla Placidia di Lidia Storoni Mazzolani p.329 . Rizzoli Milano
1975.
La serie delle citazioni sopra riportata è necessaria per giustificare la nostra ipotesi a proposito della o delle ragioni che portarono a costruire alcune chiese al di fuori delle porte urbiche della città di Rimini attorno alla metà delV° secolo.
(Vedi, a proposito delle chiese, alcune pagine agli indirizzi:
http://spazioinwind.libero.it/iconografia/stefano.htm
http://spazioinwind.libero.it/iconografia/Andreastoria.htm
http://spazioinwind.libero.it/iconografia/Sgregitaliano.htm
http://spazioinwind.libero.it/iconografia/Gregancoraita.htm
http://spazioinwind.libero.it/iconografia/Piantacentrale.htm )
Probabilmente una ricerca più accurata avrebbe permesso di rintracciare altre citazioni di questo genere, forse ancor più calzanti con quanto stiamo per dire. In ogni caso, ciò che è sopra riportato appare sufficiente per introdurre un discorso.
E infatti abbastanza noto come, soprattutto grazie allintensa attività del vescovo Ambrogio, a partire dalla seconda metà del IV° secolo, il culto delle reliquie dei martiri assunse una grande importanza nella Cristianità. Le reliquie, infatti, erano e sono considerate abitate dalla divinità in quanto, appunto, resti dei corpi di coloro che vivono già in Cristo.
Infatti, i martiri sono "i decollati per la testimonianza di Gesù" (Ap. 20, 4-6 ) che attendono, ai piedi dellaltare, la Parusia. Per essi non vi sarà "morte seconda" né Giudizio Finale quando, alla Fine dei Tempi, il corpo risorto -già glorioso- si ricongiungerà allanima.
Come già riportato dalle citazioni, le reliquie, in quanto abitate dalla Presenza divina, vennero intese come vere "difese" delle città. "le città non si fortificano più con le mura, ma con santi patroni" riporta infatti Avito.
Quindi, nellipotesi di chi scrive, lesistenza di quelle che possono essere definite chiese reliquiario (vedi altre pagine nel sito) nei pressi delle porte cittadine riminesi, si può mettere in relazione proprio con lo finalità di "difesa" delle porte stesse realizzata grazie alla Presenza divina che abitava le reliquie lì custodite.
Galla Placidia, alla cui iniziativa si fanno risalire, in termini di probabilità, le costruzioni riminesi, si trovava a Milano nei tempi dellepiscopato di SantAmbrogio.
La futura imperatrice fu certamente influenzata e impressionata dalla teologia del vescovo milanese. La grande religiosità da lei mostrata nel corso della vita è tanto nota quanto lo è la sua devozione per le reliquie dei santi.
Possiamo allora ipotizzare un programma organico di costruzione di edifici che prevedesse appunto la presenza e la "custodia" di importanti reliquie al di fuori delle vie daccesso ad Ariminum, a difesa della città stessa. Questo programma sarebbe stato realizzato o ideato durante il soggiorno riminese di Galla Placidia.
Vediamo così che la porta cittadina che si apre sullantica Flaminia, la strada diretta a Roma, appare presidiata da due "chiese-tabernacolo" ai due lati della strada in prossimità della città: Santo Stefano e San Gregorio.
La Porta Montanara -di epoca sillana,- che si apre sullantichissima via che porta ad Arretium, appare "protetta" dalla presenza da SantAndrea fuori le mura.
Sappiamo che Galla Placidia dovette abbandonare la propria residenza in Ariminum a causa di un evento imprevisto. Forse questo impedì il completamento del programma?
E ovviamente una domanda alla quale è impossibile rispondere, tuttavia, ammettendo che quanto affermato sinora corrisponda a realtà, possiamo tentare di immaginare una situazione come quella riportata nellimmagine visibile cliccando qui sotto.
http://spazioinwind.libero.it/iconografia/riminipiantachiese.jpg
Infine:
lipotesi appena esposta naturalmente riguarda ciò che è noto a proposito di chiese paleocristiane riminesi che sorgevano sulla Flaminia e sullIter Arretinum. Nulla è possibile evidentemente ipotizzare a proposito dellaccesso a nord della città (direzione Bologna e Ravenna- Aquileia); in questa zona sorge un borgo extra moenia la cui esistenza è documentata già in età romana-repubblicana.
Ci limitiamo quindi a segnalare la presenza in questo borgo di una chiesa, quella dedicata ai SS. Pietro e Paolo, che testimonianze del 600 (1) ci dicono eretta sopra il tempio dedicato al Genius Ariminensis.
Sappiamo che era uso costruire I templi dedicati ai genii al di fuori delle mura, appunto a protezione delle città.
La chiesa dei SS. Pietro e Paolo è ora conosciuta come S. Giuliano, in seguito al ritrovamento di importanti reliquie di questo santo giunte miracolosamente dal mare nel XII° sec. .
(1) A proposito della chiesa dei SS. Pietro e Paolo (San Giuliano), Cesare Clementini cita fonti apparentemente poco chiare, ma di fatto riporta preziosissime informazioni sulle antiche e antichissime tradizioni religiose della città: Non si può con verità affermare chi fosse il Fondatore di questo Tempio(SS. Pietro e Paolo, appunto N.d.A.). Credono alcuni , che sia leretto da Galla Placidia, Madre di Valentiano Imperatore, à S. Stefano, scrivono altri quello di Teodorico re de gli Ostrogoti, dedicato allistesso Santo (come sè fatta menzione) ma per le ragioni, altre volte addotte, il presente di S. Pietro non può essere, perchè non vè memoria qui se non dun solo Santo Stefano (ovvero quello fuori Porta Romana N.d.A.). Cesare Clementini: Racconto istorico ParteII, p.243. Rimini, 1616.
Nella tradizione riminese ritorna per altro il tema della difesa della città tramite lerezione di edifici sacri. A proposito di alcune chiese erette presso la città in luoghi ove si erano verificati eventi miracolosi attribuiti allintercessione mariana, è sempre Clementini che riporta: Questi tre tempi (templi N.d.A) in honore di Maria eretti, formano un bellissimo triangolo, numero perfetto, che come inespugnabili baloardi guardaranno, e difenderanno sempre la Città di Rimino. Cesare Clementini: Trattato dei luoghi pii, pp. IX-X.
Hypothesis about the presence of churches dated to the Vth. cent.- outside the gates of the walls of Ariminum.
10. Thanks be to Thee, Lord Jesus, that at this time Thou hast stirred up for us the spirits of the holy martyrs, when The Church needs greater protection. Let all know what sort of champions I desire, who are able to defend, but desire not to attack. These have I gained for you, O holy people, such as may help all and injure none. Such defenders do I desire, such are the soldiers I have, that is, not soldiers of this world, but soldiers of Christ. I fear no ill-will on account of them, the more powerful their patronage is the greater safety is there in it. And I wish for their protection for those very persons who grudge them to me. Let them come, then, and see my attendants. I do not deny that I am surrounded by such arms: "Some trust in chariots, and some in horses, but we will boast in the Name of the Lord our God."
11. The course of divine Scripture relates that Elisha, when surrounded by the army of the Syrians, told his servant, who was afraid, not to fear; "for," said he, "they that be for us are more than those against us;" and in order to prove this, he prayed that the eyes of Gehazi might be opened, and when they were opened, he saw that numberless hosts of angels were present. And we, though we cannot see them, yet feel their presence. Our eyes were shut, so long as the bodies of the saints lay hidden. The Lord opened our eyes, and we saw the aids wherewith we have been often protected. ( ..).
Ambrogio, Lettera 22
" people of Antiochia told the emperor who was going to take away the relics of Saint Simeon: "the town has no walls anymore , He will be our defence ".
" towns are non fortified by the walls anymore, but by the saints"
"John the Evangelist cares about Ephesus, Proculus, about Bononia, Antoninus about Placentia, Nazarius about Milan"
Avito, cit. da M. Orselli, Lidea e il culto del santo patrono
Da Galla Placidia di Lidia Storoni Mazzolani p.329 . Rizzoli Milano
1975.
Its been necessary to report the quotations here above to explain our hypothesis about the reason or the reasons because some churches were built outside the gates of Ariminum, in the age of Galla Placidia.
(You can find information about these churces in the following pages:
http://spazioinwind.libero.it/iconografia/stefano.htm
http://spazioinwind.libero.it/iconografia/Sgreginglese.htm
http://spazioinwind.libero.it/iconografia/Gregancoraingl.htm
http://spazioinwind.libero.it/iconografia/Andreastoria.htm
http://spazioinwind.libero.it/iconografia/Piantacentrale.htm )
Probably a more careful search would have found other similar quotations, maybe even more relevant for the subject we are dealing with.
Its anyway quite known that, the cult of the relics of the martyrs became extremely important in the Christendom since the end of the IVth. cent, mainly thanks to the activity of the bishop Ambrose.
The relics were (and are) considered inhabited by the divinity.
In fact, following the New Testament, they are the rests of the bodies of them who are already living in Christ : the martyrs. They are actually those who were beheaded because of the word of Christ (Riv. 20, 4-6); St. John, in his apocaliptic vision, saw the martyrs in front of the altar, waiting for the second coming of Christ; they wont meet the second death and the Last Judgement when, in the End Time, the resurrected body will join the soul.
So, the relics "already" inhabited by the divine Presence were considered real "defences" of the towns.
Avitus reports: " towns are not fortified anymore with walls but with the saints".
Once said that, we can add that,in our hypothesis, the presence of reliquary churches (see other pages on this website) outside the riminesi gates, probably can be related just to the aim of defence for the gates themselves; this could be got thanks to the divine Presence inhabiting the relics.
We think that these riminesi buildings probably can be ascribed to the patronage of Galla Placidia.
She was in Milan during the episcopate of St. Ambrose.
The future empress was certainly impressed by the theology of the milanese bishop and, actually, her deep religiousness and her devotion for the relics of saints are well known.
So, we can guess that, during the stay of the empress in Ariminum, she conceived an organic program for the building of churches to allow the "defence" of the town with the presence of important relics just outside the walls of the town.
We can notice:
1) the gate on the roman Flaminia, the road leading to Rome, was protected by two reliquary - churches built on the two sides of the road, close to the town;
2) Porta Montanara, the gate dated to the age of Silla rising on the very ancient road leading to Arretium, seems to have been defended by the presence of SantAndrea fuori le mura.
We know that Galla Placidia, after a quite long stay, had to leave Ariminum because of the death of St. Barbatianus.
Maybe was this the reason because the program of building was not completed?
We cannot answer this question. Anyway, if our hypothesis is true, we can try to guess the situation described by this picture (click on the URL above) http://spazioinwind.libero.it/iconografia/riminipiantachiese.jpg
Finally:
What has been said so far depends on what we know about palaeo christian riminesi churches rising on the roads leading to Rome and Arezzo. Nothing can be said about the northern gate of the town (directions for Bologna and Ravenna); in that zone we find a suburb whose ancient history is witnessed by rests of roman republican age.
We can only point out the presence, in this suburb, of a church dedicated to SS. Pietro e Paolo; we know that in the XVIIth. cent. (1), during some digs under the floor of this building, they found out a stone of roman age with a dedication to Genius Ariminensis.
It's known they used to build temples dedicated to the genii outside the walls, just to protect the towns.
After the find of important relics of San Giuliano on the seaside -XIIth cent.- , the church of SS. Pietro e Paolo took the name of San Giuliano, Pietro e Paolo.
(1)The existence of this building is documented since 816 a. C. with the name of San Pietro.
Dealing with the church of SS. Pietro e Paolo, Cesare Clementini seems to quote vague sources, but actually he reports very important information about ancient religious traditions of the town: We cannot actually state who was the founder of this temple. Someone thinks it was built -and dedicated to Santo Stefano- by Galla Placidia, , mother of emperor Valentinianus; others quote the name of Theodoricus - king of Ostrogoths- and a dedication to the (already quoted) (same) saint; but , for reasons described above, it cannot be S. Pietro because there is memory here of only one Santo Stefano (thats the church outside Porta Romana N. d.A) Cesare Clementini: Racconto istorico ParteII, p.243. Rimini, 1616.
In the riminese tradition we can find the thematic of the defence of the town thats got thanks to the building of churches in the same words of Clementini.
Speaking of temples built in places where there were some miracles ascribed to the intercession of the Virgin, he reports: These three temples in honor of Mary make a wonderful triangle, perfect number, and, like impregnable ramparts, they will ward and protect the town of Rimino. Cesare Clementini: Trattato dei luoghi pii, pp. IX-X .
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