Il Romanticismo

 

 

Introduzione

 

Nasce in Germania e in Inghilterra negli ultimi decenni del Settecento, ma diventa presto fenomeno europeo da dopo il Congresso di Vienna. Precisamente risalgono al 1798 la battaglia della rivista «Athenäum» in Germania e le Lyrical Ballads di Wordsworth e Coleridge in Inghilterra. In Francia e in Italia la discussione sul Romanticismo comincia quindici-venti anni più tardi, soprattutto per la diffusione dello scritto De l'Allemagne [La Germania] di Madame de Staël nel 1813, in cui si espongono e si esaltano le teorie romantiche.

Difficile circoscriverlo temporalmente e geograficamente. Comunque risultano comuni le tematiche negative, come l'antilluminismo, l'anticlassicismo, l'essere antisensista e antiateistico, ...

 

 

Aspetti storici

 

 

Aspetti filosofici

 

 

Aspetti artistici

 

Il Neoclassicismo

 

I movimenti preromantici

 

Il Romanticismo

 

 

 

Aspetti letterari

 

La lirica

 

 

 

 

La narrativa

 

Il genere del romanzo ha uno sviluppo e un'articolazione neppure immaginabili pochi decenni prima: ad esso vengono affidati i principali messaggi che il sistema culturale ottocentesco elabora. Infatti è il genere che si presenta meno codificato e quindi costretto in una tradizione secolare: è per questo motivo che diventa uno dei generi preferiti dai letterati del periodo, accanto, ovviamente, alla lirica.

 

 

Sotto l'influsso del movimento preromantico e romantico, il romanzo imbocca una strada diversa da quella della narrativa realistico-borghese settecentesca. Si predilige ora l'effusione sentimentale, la confessione lirica.

Si cerca di mettere in scena personaggi non eccezionali, ma si mira a coglierne le vicende umane, i drammi interiori in assoluto, indebolendone i legami con un preciso ambiente storico-sociale.

E' appunto una narrativa di introspezione e più spesso di autointrospezione, che non si immerge nella realtà contemporanea, senza cogliere il romantico conflitto fra reale e ideale, ma mettendo l'accento soprattutto sull'ideale, un ideale negato, irrealizzabile.

Ricorrono i principali temi romantici, come l'esotismo, il primitivismo, la fuga nella natura, casi d'amore disperati, analisi di animi in preda all'angoscia esistenziale, storie di anime malate ... (tali figure influenzeranno la letteratura successiva fino al Decadentismo e oltre).

 

I modelli sono I dolori del giovane Werther di Goethe (1774, poi 1782) e Le confessioni di Rousseau. Si tratta di romanzi epistolari, in cui a parlare sono i protagonisti, che confessano le loro azioni e soprattutto i loro sentimenti.

Altri romanzi sono l'Iperione di Hölderlin (1797 - 1799), René di François-René de Chateaubriand e Le ultime lettere di Jacopo Ortis di Foscolo.

 

 

Ci sono dei parziali antecedenti nel romanzo nero o gotico, che i era diffuso in Inghilterra fin dalla metà del Settecento. In sostanza si tratta di un romanzo d'avventura che, attraverso le tecniche narrative, l'ambientazione e le tematiche, mira ad avvincere il lettore incutendogli paura ed orrore. Le vicende si collocano per lo più su uno sfondo storico approssimativamente ricostruito (spesso il medioevo o il rinascimenti italiano). Narra vicende palesemente irreali, popolate di spettri, fantasmi, vampiri, demoni e a collocarle in luoghi desolati; non mancano consistenti componenti erotiche. Numerosi i colpi di scena, che comunque pervengono ad un lieto fine, senza spesso mancare un intento moralistico.

 

Fra gli autori più significativi troviamo Il castello di Otranto (1764) di Horace Walpole, L'Italiano o il confessionale dei penitenti neri (1797) dell'autrice Ann Radcliffe; c'è anche Il visionario (1789) di Schiller.

Vero caposcuola è E. T. A. Hoffmann, con il suo Gli elisir del diavolo (1815). Forse più famosi sono Mary Shelley con Frankestein o il Prometeo moderno (1818) e Edgar Allan Poe con gli straordinari Racconti del grottesco e dell'arabesco (1843).

 

Si intreccia perfettamente con le tematiche tipicamente romantiche e con il contesto filosofico che le genera: i romanzi neri sono espressione di un inquieto spiritualismo e anche un tentativo di scavo in terreni poco esplorati della psiche umana. Ora c'è una maggiore consapevolezza rispetto al semplice romanzo gotico settecentesco, che porta a discutere sulle reali capacità dell'uomo di capire, conoscere, sapere, ...

 

 

Si fonda su due elementi tipicamente romantici, quali il senso della storia e quello della nazionalità.

Da una parte risolse il desiderio di evasione dal presente verso epoche ritenute quasi come epoche 'ideali' dalla riflessione romantica; dall'altra riuscì ad attualizzare momenti particolarmente significativi del passato, in funzione nazionalistica e patriottica (quest'ultima componente soprattutto in Italia, dove spesso serve per veicolare i motivi risorgimentali).

 

Massimo impulso fu dato dallo scozzese Walter Scott (1771 - 1832) con il suo Ivanhoe (1820). Non si limitava a celebrare il passato, ma va incontro ai gusti del pubblico (senza dimenticare il tornaconto economico ...). E' lui comunque che delinea i tratti salienti del genere: il pittoresco medioevale, gli sfondi storici e naturali di maniera (castelli, prigioni, trabocchetti, sotterranei, ruderi, ...), digressioni storiche, continuo 'movimento' narrativo fondato sull'intreccio e sulla suspense.

 

In Italia nel 1827, dopo le prime traduzioni scottiane, si comincia a produrre romanzi storici. Si tratta de Il castello di Trezzo di G. B. Bazzoni, La battaglia di Benevento di F. D. Guerrazzi e, naturalmente, I promessi sposi di Manzoni. Tranne quest'ultimo, la produzione italiana di romanzi storici si concentra sul modello scottiano, dando vita ad un filone di maniera, poco originale e di non elevata qualità artistica.

 

 

Se il Manzoni dei Promessi sposi, per la serietà con cui concepisce e la profondità con cui attua la ricostruzione del passato storico e per i moduli narrativi che adotta, può a buon diritto essere considerato l'iniziatore del realismo ottocentesco nell'ambito del romanzo storico, è però in Francia con Stendhal (1783 - 1842) che il realismo, trova la sua più tipica espressione.

Infatti per Manzoni il tempo in cui ambienta la vicenda è il Seicento, lontano due secoli dai contemporanei, mentre per Stendhal il tempo è il presente o il recentissimo passato.

Le opere fondamentali sono Il rosso e il nero (1830), cui seguirà La Certosa di Parma (1839). La novità rispetto al romanzo borghese settecentesco è nella serietà e nella profondità dell'indagine, nella relazione stretta fra invenzione e realtà, nell'equilibrio fra una scrupolosa ricostruzione del contesto storico-sociale e la dimensione schiettamente narrativa.

 

La tradizione inaugurata da Stendhal è proseguita da Honoré de Balzac (1799 - 1850), che concepisce e realizza un grandioso affresco della società francese del proprio tempo, che ne risulta una sistematica analisi.

 

Con questi tre autori si definisce il modulo narrativo fondato sul 'narratore esterno onniscente': il narratore racconta una storia in cui non è direttamente coinvolto e segue le vicende di svariati personaggi adottandone liberamente il punto di vista. Il narratore interviene esplicitamente a commentare in base al proprio sistema culturale e morale le vicende, le azioni e i comportamenti dei protagonisti;instaura in questo modo un ideale dialogo con il lettore, intervenendo anche a spiegare ciò che al lettore dalla semplice successione dei fatti rischia di non essere chiaro, per carenza di informazione storica o per le modalità narrative adottate. Generalmente il narratore tende ad identificarsi con la persona storica dello scrittore.

 

In tali romanzi è sempre forte la connessione fra i personaggi e l'ambiente: il personaggio è condizionato nel suo agire dall'ambiente e l'ambiente rispecchia la personalità del personaggio (questo vale in maniera particolare per i romanzi di Balzac). L'ambiente non è più solo fondale, ma, mantenendo un'evidenza simbolica, diventa elemento che condiziona, ostacola o determina l'agire dei vari personaggi. Per tale motivo viene descritto a volte molto minuziosamente.

 

Oltre il realismo troviamo Gustave Flaubert (1821 - 1880), che elabora la poetica dell'impersonalità, che influenzerà i narratori successivi. Condivide con i romantici la tensione verso l'immaginazione, le sensazioni forti, il soprannaturale, ma, a causa di tragiche esperienze personali, darà all'arte il compito di rappresentare come una creatura pervasa da ideali alti sia destinata a scontrarsi contro il grigiore della quotidianità piccolo borghese.

 


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