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La storia della città di Messina

 

Messina Città portuale e capoluogo di provincia della Sicilia, sorge sulla costa occidentale dell'omonimo stretto, alla base dei monti Peloritani, nel tratto di litorale che dista circa 6 km dalla sponda calabra.
Il nucleo originario della città, chiamato Zancle (cioè "falce"), fu fondato nell'VIII secolo a.C. da coloni greci calcidesi, a cavallo della penisoletta arcuata che delinea il bel porto naturale, nel territorio di un insediamento siculo. Nel V secolo a.C. le fu imposto il nome di Messana dai greci di Messene, e nel 396 a.C. venne distrutta dai cartaginesi; riedificata da Dionigi, tiranno di Siracusa, fu quindi città federata romana verso il 240 a.C. Dopo i periodi bizantino e arabo, divenne sotto il dominio dei normanni (a partire dal 1601) uno dei più importanti empori commerciali del Mediterraneo, quindi, dopo avere contrastato svevi e angioini, ottenne vari privilegi in epoca aragonese. Decaduta sotto gli spagnoli e oppressa dai Borboni (spopolata inoltre dalla peste nel 1743 e danneggiata dai terremoti del 1783 e del 1854), fu unita al Regno d'Italia nel 1860.
La città, distrutta dal terremoto e maremoto del 28 dicembre 1908 (crollò il 91% degli edifici; i morti furono oltre 60.000), fu ricostruita in base a criteri urbanistici ed edilizi antisismici, con edifici di altezza limitata e larghe strade (già a scacchiera prevalentemente ortogonale). Oggi, dopo le ulteriori ricostruzioni rese necessarie dalle distruzioni dell'ultima guerra, è nuovamente la principale porta d'accesso alla Sicilia. Il suo aspetto è quindi moderno, e vari monumenti sono opera di laborioso rifacimento e attento restauro. Sulla piazza del Duomo, dove si trova la bella fontana di Orione opera del Montorsoli (1547), si affaccia la cattedrale, eretta da Ruggero II nel XII secolo e più volte parzialmente riedificata, che conserva tuttavia le linee dell'originaria struttura, con interno a tre navate (il poderoso campanile a cuspide, del XX secolo, è noto per l'orologio meccanico ad automi, il più grande del mondo). Non lontano sorge la chiesa normanna della Santissima Annunziata dei Catalani (del XII secolo, con facciata del XIII), notevole in particolare nella parte absidale. Da notare inoltre la duecentesca Santa Maria degli Alemanni, unica chiesa gotica in Sicilia, voluta dall'Ordine dei Cavalieri teutonici, e la fontana del Nettuno, ancora del Montorsoli (1557). Il Museo regionale (parzialmente in risistemazione) espone opere bizantino-normanne, gotiche, rinascimentali (Polittico di san Gregorio, opera di Antonello da Messina, del 1473), del Seicento (Adorazione dei pastori e Resurrezione di Lazzaro, di Caravaggio, del 1608-1609) e del Settecento. Caratteristiche manifestazioni di tradizione popolare sono la "Passeggiata dei giganti" e la processione con il grande carro della "Vara".
La città è il centro commerciale del circostante territorio agricolo e possiede varie industrie, fra cui quelle di trasformazione degli agrumi e le industrie navali (in estate, vi si tiene la Fiera campionaria internazionale); il porto svolge una notevole attività commerciale e di trasporto passeggeri. Gli abitanti della provincia, che comprende 108 comuni ed è per due terzi montuosa e per il resto collinare, sono dediti in prevalenza all'agricoltura (agrumi, ulivi, viti, noccioli) e alla pesca. Importante l'attività turistica, in particolare a Taormina e nelle isole Eolie.

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