If a man could pass thro' Paradise in a Dream, & have a flower presented
to him as a pledge that his Soul had really been there, & found that flower
in his hand when he awoke -- Aye! and what then?
Il poema e' stato presumibilmente scritto nel 1797 ( ma alcuni ritengono che sia stato scritto più tardi, tra il 1798 e il 1800) e pubblicato per la prima volta nel 1816. La storia del poema tra queste due date è un enigma. Le circostanze della sua composizione molto vaghe e controverse.
Coleridge, in tutta la sua vita, menzionerà kubla Khan solamente in tre occasioni:
- Nella lunga Prefazione pubblicata insieme al poema nel 1816
- Nel "Manoscritto di Crewe" del 1810, ma rinvenuto solo nel 1834, in una nota a piè di pagina
- In una lettera del settembre 1830, indirizzata a Henry Nelson dove Coleridge scrive: "Ho scritto Kubla Khan nella fattoria di Brinstone, tra Porlock e Ilfacombe, presso Culborne"
Per il resto, silenzio. "Forse lo strano fatto di questo strano poema sta proprio qui". Questo silenzio frustrante e' condiviso anche dagli amici di Coleridge che, prima della pubblicazione del poema, nel 1816, ne fanno menzione solo 6 volte .
"Questo fiore raccolto in paradiso e lasciatoci in eredità da Coleridge è, invero, un miracolo 'of rare device' e, come tutti i miracoli, largamente elusivo"(1) Ma, col passare degli anni e dei decenni, il poema suscita un crescente interesse e si moltiplicano gli studi e le interpretazioni. Ancora adesso viene dibattuto se il poema debba considerarsi un 'frammento', se sia la mera trasposizione di un sogno o, se invece abbia subito molte revisioni prima della sua pubblicazione. Ci si chiede in che misura e atraverso quali meccanismi abbiano potuto ispirare Coleridge le sue vaste letture di viaggi (2) e che ruolo abbia giocato l'effetto allucinatorio "di due grani d'oppio" assunti dal poeta nella composizione del poema. Poema di grande potenza visionaria, capace di evocare immagini e melodie cosi' come le percepiamo nei sogni, eppure dotato di un tessuto verbale estremamente curato, che solo da 'sveglio' e pienamente cosciente il poeta poteva creare.
Del poema e' stato detto che "Non è un poema ma una composizione musicale"(W. Hazlitt), "un'estatico spasmo, uno scatto puro di ispirazione romantica"(W.Walsh), "puro lirismo... suoni, immagini, sensazioni, espressi nella sensuale bellezza del linguaggio immaginifico che nessuno avrebbe saputo evocare così bene come il suo autore" (L.Hanson). Molti sono gli studiosi che interpretano Kubla Khan un 'poema sulla poesia' ed il processo creativo, "una sorta di allegoria della poesia, un saggio sul prodotto dell'imaginazione creativa" (B.Breyer), "un'espressione simbolica dell'impossibilita [di Coleridge] di affermare il suo potere come poeta ... e le ultime righe sono quasi un'esplicita ammissione di frustrazione ..."( E. Bostetter).
Alcuni autori leggono il poema come un'esemplificazione delle teorie estetiche di Coleridge: "Kubla Khan e Xanadu simbolizzano non già la fantasia ('fancy')ma la 'primaria immaginazione' mentre l'ispirazione del poeta nell'ultima sezione, simbolizza l'immaginazione poetica o 'secondaria immaginazione' (3) ( A.Purves ) Secondo J.S.Hill "l'intenzione del poeta e' quella di catturare le visioni e tradurle in parole, ma in tale tentativo egli incontra due serie difficoltà: in primo luogo, il linguaggio è un mezzo inadeguato che permette solo un'approssimazione della visione che si intende descrivere, e, in secondo luogo, le visioni stesse, nel momento in cui il poeta tenta di trascriverle sbiadiscono e devono essere ricostruite dalla memoria"
Del poema si può dire, insomma, che sfugge ad ogni tentativo di interpretazione esaustiva; nessuna singola teoria sul poema e' riuscita mai a soddisfare tutti ad eccezzione di chi l'ha formulata.
Kubla Khan rimane per molti versi enigmatico e percio' stesso "deliziosamente suggestivo".
Come ha affermato Swinburne:
"When it has been said that such melodies were never heard, such dreams never dreamed, such speech never spoken, the chief thing remains unsaid, and unspeakable. There is a charm upon [this poem] which can only be felt in silent submission of wonder."(4)
1: John Spencer Hill A Coleridge Companion ( 1983 )
2: sulle che avrebbero ispirato Coleridge, J.L.Lowes ha scritto "The road to Xana Du" (1927)
3: questi concetti sono propri di Coleridge: la fantasia primaria si nutre di elementi inconsci, scaturiti dal profondo e la la razionalità li ordina nella perfezione formale (fantasia secondaria)
4: Algernon Swinburne, Essays and Studies, (1901)