AMEDEO VI di SAVOIA nasce nel castello di Chambery il 4 gennaio 1334.
E' figlio di Aimone il Pacifico e di Iolanda di Monferrato, il primo cinquantaduenne e la seconda di soli 19 anni.
Succeduto al padre nel 1343 (suo cugino Luigi II di Vaud eserciterà la reggenza fino alla sua maggiore età), consoliderà successivamente i legami con la Francia, arginandone le pretese sulla contea, sposando nel 1355, BONA di BORBONE.
Nel 1348 partecipa al primo torneo in giovane età e, nonostante la casata (che presumendo essere imparentata con i duchi del Sacro Romano Impero) avesse per emblema un'aquila nera in campo oro (Savoia antico), e nonostante la famiglia fosse già stata insignita dal Potere Pontificio della croce bianca in campo rosso (Savoia moderno) per aver partecipato alle crociate, adotta come simbolo il colore verde rivestendo di verde l’armatura, il destriero, gli scudieri e i servi, utilizzandolo successivamente nell’abbigliamento, negli arredi e negli armamenti. onde il soprannome di Conte Verde.
Si poteva sapere se il Conte era in visita in uno dei suoi castelli osservando il colore degli addobbi: in questo modo il “Conte Verde” diventa un personaggio riconoscibile anche da parte di chi è analfabeta o non l'ha mai visto: il colore verde è il suo emblema, molto più semplice ed efficace degli stemmi che erano diventati sempre più complessi e “ricercati”.
Partecipò successivamente a molteplici tornei e si narra che dopo un torneo in cui era in gioco il bacio di una bella dama, pur essendo stato sconfitto, egli abbia lo stesso "ritirato il premio"!

Verso la metà del secolo quattordicesimo, era Conte di Savoia e Marchese in Italia.
Nel 1365 viene nominato Vicario Imperiale nella Savoia e, fra le altre, nelle diocesi di Sion, Losanna, Ginevra, Aosta, Ivrea, Torino: con questa carica ha diritto d’intervenire nelle diverse guerre a nome dell’Imperatore.
Aumentando sempre più il suo potere ed il suo prestigio, spesso verrà chiamato per risolvere questioni italiane.
Prese parte alla guerra dei cento anni, a molteplici tornei e partecipò a varie crociate (per es. quella del 1364 contro i Turchi indetta dal Papa Urbano IV) ma quella che lo rese più famoso fu “La Crociata del Mar Nero”.

Fra il 1366 e il 1367 Amurat I, Sultano dei Turchi, aveva fatto di Andrinopoli capitale del suo impero, che, poco distante da Costantinopoli, capitale dell'impero greco, ne andava a minacciare la sopravvivenza stessa.
L'imperatore Giovanni Paleologo, sentendo il pericolo prossimo, sollecitava soccorsi dall'Europa, ed il papa Urbano V, fortemente desideroso di riconciliare la chiesa Greca con quella Latina, spinse le potenze d'Europa ad armarsi per la gran causa della religione e della civiltà.
I soli ad inscriversi per quella crociata furono Giovanni II re di Francia, Pietro di Lusignano re di Cipro ed Amedeo VI “Il Conte Verde”.
Ma entro breve sarebbe accaduto qualcosa che avrebbe sconvolto la messa in opera della crociata stessa…
Il re francese morì, il re di Cipro che aveva preso Alessandria d'Egitto, ne è respinto dai Turchi, e “il Conte Verde”, cugino dell’Imperatore stesso, resosi conto delle condizioni agonizzanti dell’Impero e - soprattutto – dalla corruzione e decadenza della società bizantina stessa, così diversa dalla schiettezza avvolte anche un po’ rude, ma onesta e sincera, dei savoiani e piemontesi, e, nonostante si trovasse solo nel rischio, non esita a prepararsi e ad invitare i suoi parenti ed alleati a condividere con lui le guerriere fatiche e la gloria.
A sue spese noleggiò galee Veneziane, Genovesi e Marsigliesi per il trasporto del suo esercito di cavalieri e fanti.
Le milizie lombarde presenti erano guidate da Cesare Visconti (nipote del “Conte Verde”), le galee veneziane erano comandate da Federico Corner,e l’assistenza spirituale era stata affidata ad uno stuolo di religiosi guidati da Fra Bertrando da Milano e da Fra Gregorio da Brescia.
Il risultato fu veramente degno di un’abile condottiero alla guida di un’esercito ben organizzato ed addestrato:
riprendono Gallipoli con un eroico assalto (estate del 1366), liberano i Dardanelli dai Turchi, riconquistano il tratto di costa europea del Mar Nero strappando varie città ai Bulgari (fra cui Sozopoli, Anchialo, Mesembria e Varna) e riconsegnandole all’Impero.
Finalmente, il 23 gennaio del 1367, la spedizione termina con la liberazione dell’Imperatore Giovanni Paleologo che era stato fatto prigioniero dallo Zar dei Bulgari, Giovanni Shishman.
Il ritorno in patria è trionfale: grandi accoglienze vengono riservate in tutte le città veneziane toccate (da Corone a Durazzo, a Zara), nella stessa Venezia, a Milano e a Pavia.
In cambio ottenne che tornassero egli e la sua chiesa al centro dell'Unità Cattolica (1366-67) contribuendo attivamente al riavvicinamento tra la chiesa romana e quella greca (1369)
Fonda nel 1350 l'Ordine del Cigno Nero (in occasione delle nozze della sorella Bianca con Galeazzo II Visconti)
Fonda la Compagnia del Collare,a capo della quale partecipa a molti tornei: il gruppo era formato da 15 cavalieri, che oltre all'abito verde portavano un collare d'argento dorato con il motto “FERT” (Fortitudo Eius Rhodum Tenuit ) chiuso da un anello con tre lacci d'amore a doppio intreccio, dono del Conte e prezioso segno di riconoscimento.
La compagnia del Collare divenne in seguito Ordine Cavalleresco, e fu dotato successivamente dallo stesso fondatore di carattere religioso-militare.
La Compagnia diverrà nel 1518 successivamente l’Ordine dell'Annunziata con Carlo II, che portò il numero dei cavalieri da 15 a 20 e ne modificò il collare, che risultò composto da lacci d'amore intrecciati con il motto "FERT" ma con l’aggiunta di 15 rose bianche e vermiglie, alternate, in onore della Vergine, e un medaglione con raffigurata l'Annunciazione.
In seguito diverrà la suprema ricompensa concessa per alti servigi resi allo Stato:
gl'insigniti dell'Ordine erano considerati “cugini” del re.

Il “Conte Verde” muore di peste a Santo Stefano presso Castropignano (Campobasso) il 1° Marzo 1383, durante una spedizione dov’è accorso con 1000 lance per sostenere i diritti di Luigi D’Angiò, sul Regno di Napoli.
Fu sepolto a Hautecombe.

Nessun principe del suo casato avrà più alta fama né più riconoscimenti:
Amedeo VI di Savoia detto “Il Conte Verde” era la più nobile espressione di quella cavalleria del medioevo che ci ha lasciato memorie gloriose: la sua abilità politica e le sue doti diplomatico/militari ne faranno la personalità di maggior spicco della storia più antica di Casa Savoia, surclassando sia i suoi predecessori che gli immediati successori (anch'essi noti) come suo figlio Amedeo VII, detto il CONTE ROSSO, e Amedeo VIII il Pacifico, il quale riuscirà ad ottenere dall'Imperatore Sigismondo di Lussemburgo il titolo di Duca nel 1416.


un po di storia - la scuola - l'addestramento - gli eventi - il gruppo - i luoghi utili
articoli - cerimonie - vita di taverna