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capanne rituali
frammento di statua menhir
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... sulle rocce di Sonico ...
ideogrammi
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Incisioni di Sonico pag. 1
Incisioni di Sonico pag. 2
Valcamonica Preistorica
INCISIONI RUPESTRI DI SONICO - pag. 3 -
da Quaderni Camuni n° 50 - 1990
LE ULTIME SCOPERTE NEL TERRITORIO DI SONICO
AUSILIO PRIULI
Durante la prima missione di studi si era accentrata
l’attenzione sul sito A e si era proceduto allo studio della roccia del «Coren
de le fate», che dà nome al sito; contemporaneamente è stata operata
l’esplorazione preliminare della zona B, cioè il costone di montagna che da
Villicampo sale verso le cascine Stablo e della zona C, nel territorio più
meridionale, a sud del torrente Remulo, comprendente soprattutto la zona di
Fòbia.
Rimaneva da percorrere la zona D, per la quale però erano
state raccolte alcune leggende, riferite all’utilizzo del territorio, a
toponimi locali, ad avvenimenti «strani»2.
La seconda missione di ricerche ha visto l’eplorazione a
tappeto del conoide detritico di Villicampo e del ciglione settentrionale della
Val Rabbia fin oltre Stablo; l’esplorazione della fascia compresa tra la Val
Rabbia ed il Dosso della Croce ed una prima esplorazione della zona D.
Contemporaneamente si è proceduto al rilevamento delle
rocce della zona B3.
La terza campagna di ricerche di archeologia di
superficie, effettuata nel territorio comunale di Sonico, ha permesso di
ampliare il quadro delle conoscenze delle più significative presenze di
cultura figurativa rupestre preistorica e di tradizione camuna.
L’attenzione si è rivolta soprattutto alle zone C e D.
La zona D comprende i territori conosciuti come
Predasella, Corna Sanguinera, I Plas e la «Roccia dei megaliti».
La zona C, che già nel 19794 aveva rivelato
presenze di incisioni rupestri, è quella sottostante e comprendente il dosso
Fòbia.
Durante la terza missione di ricerche sono state prese in
considerazione anche altre rocce o massi o siti sparsi
di interesse archeologico ed antropologico.
La ricerca non può certo
dirsi conclusa, anche se molto è stato fatto, e se il quadro della situazione è
stato delineato. A distanza di tre anni dall’inizio, oggi nascono nuovi
stimoli, nuove curiosità e l’esigenza di continuare l’approfondimento dello
studio di quanto emerso e della conoscenza del territorio attraverso interventi
di archeologia romana, di archeologia medioevale, di archeologia agraria ed
industriale, attraverso ricerche d’archivio e la riscoperta del bagaglio
culturale costituito dalle tradizioni tipicamente locali.
PRADASELLA
Accanto alla “Còrna de le crus”5 sono venuti in
luce altri massi di minori dimensioni, uno dei quali (masso n. 2) delimita il
sentiero, anzi sembra posto nell’angolo di confluenza tra l’antica strada
lastricata che sale dai «Plas» di Sonico e si inerpica fino a Stablo e oltre,
ed il sentiero che, quasi orizzontalmente, viene da Edecla e dal territorio di
Edolo.
L’altro masso (masso n. 3) è posto, ai margini della
strada, a circa due metri e mezzo dal primo.
Il masso n. 2 ospita una coppella ed una figura cruciforme
profondamente incisa ed accanto a loro è inciso un segnavia con indicazione
della confluenza dei percorsi: quello che scende
verso Sonico, quello che sale verso Stablo e quello, di minore
importanza, che procede verso il territorio di Edolo.
Il masso n. 3 reca
incisa una piccola croce, di fattura molto diversa rispetto alla precedente,
con piccole coppelle alle estremità, associata a due incisioni cuppelliformi:
una emisferica, l’altra con appendice.
CORNA SANGUINERA
Ad un attento esame si è rivelata particolarmente
importante la “Còrna sanguinera”. Si tratta, come si è avuto modo di dire in
altra occasione6 di un grande masso erratico di granito, posto
accanto all’antica strada che sale a Pradasella, al quale sono legate storie
di incidenti, di sangue che avrebbe colorato il masso7 o come
velatamente qualcuno dice, a sacrifici umani addirittura di bambini.
- - Il presente lavoro,
curato dal direttore della missione, vede la collaborazione del Dr. G. Claudio
Sgabussi, che ha elaborato tutta l’analisi statistica.
Hanno partecipato e collaborato alla terza campagna di
ricerche nel comune di Sonico: Gian Claudio Sgabussi, Maria Cerutti, Elena
Tognela, Caterina Vianelli, Paolo Rivolta, Franco Benetollo, Pierangelo
Benetollo, Gianni Rastelli, Marina Berlinghieri, Paolo Festari, Fabio Branchi,
Franca Trabattoni, Ivan Priuli, Ernest Oeschgcr, Elisabetta Hugentobler, Gust
Mofstetter, Hans Rieber, Roland Buhler, Hans Conrad, Daniel Schraner, Maddalena
Franzista, Martin Hartmann, Roger Xidmer, Thomas Bieri, ai quali va un sentito
ringraziamento da parte del direttore della missione, per l’attiva e sensibile
collaborazione.
- - PRIULI A. (A cura di) Sonìco: Il còren de le fate. Prima missione di studi di
antropologia culturale (Notizie preliminari), in «Quaderni Camuni» n. 40, pp.
326-369, 1987.
- - PRIULI A., (A cura di) Seconda campagna di ricerche nel comune
di Sonico. Campagna archeologica 1988(Notizie preliminari), in «Quaderni
Carnuni», n. 44, pp. 293-354, 1988
- - PRIULI A., Preistoria in Valle Camonwa, Museo didattico d’arte e vita preistorica
Capodiponte 1979.
- - Si veda: PRIULI A., SGABUSSI G.C., Seconda
Campagna di ricerche nel comune di Sonico, in «Quaderni Camuni», n. 44, pp.
293-354, 1988.
- - PRIULI A., (a cura di) Sonico: “Il Còren de le fate”. Prima missione di studi di antropologia
culturale, in «Quaderni Camuni», n. 40, pp. 326-369, 1987.
- - AA.VV., Magia e folclore
a Sonico: un contributo preliminare allo studio del territorio, in «Quaderni
Camuni», n. 40, pp. 366-369, 1987.
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