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La giovinezza (1928/1954) >
La famiglia ed i primi anni.   L'impegno politico della famiglia e gli anni del liceo.   I viaggi. Il Che in Guatemala. L'incontro con Fidel. La rivoluzione cubana. (1955/1959) Il ministro, l'uomo di Stato. (1960/1964) Il ritorno all'azione, la morte. (1965/1967) |
La famiglia Guevara ha idee liberali e un po' anticlericali (a scuola i figli
sono esonerati dalle ore di religione). Il loro primo impegno politico si
concretizza nel 1938, quando arrivano a Alta Gracia i profughi della Guerra
civile spagnola (1936-1939). Tra questi ci sono i quattro figli di Juan González
Aguilar, ministro della sanità della Repubblica spagnola. Quel nucleo familiare
simpatizza con i Guevara, che non nascondono la propria solidarietà con la lotta
antifascista che si sta svolgendo in Spagna: Guevara Lynch contribuisce a
fondare un comitato di aiuto alla Repubblica spagnola. Papà Guevara aveva
seguito con trepidazione anche la guerra tra Paraguay e Bolivia che si era
svolta tra il 1932 e il 1935, motivata dalla richiesta del governo di La Paz di
ottenere uno sbocco al mare per il proprio territorio. Il piccolo Ernesto prova
qualche curiosità per quello che accade dall'altra parte dell'Oceano e che si
insinua nelle sue mura domestiche?
La politica non risparmia Alta Gracia, quando nel 1939 Adolf Hitler invade in
rapida successione Austria, Cecoslovacchia e Polonia. Anche in quel caso Guevara
Lynch sceglie l'antifascismo e organizza un gruppo di solidarietà con quanti
combattono il nazismo. Il piccolo Ernesto, a undici anni, fa parte del gruppo di
ragazzi di quel comitato: vi è iscritto d'ufficio. Suo padre si dà un gran
daffare per propagandare le idee contro la penetrazione nazista in Argentina,
che può già contare su una consistente comunità tedesca stanziata a Cordoba.
Nel marzo 1942 Ernesto inizia a frequentare il liceo di Cordoba, presso il
Colegio Nacional Dean Funes. Ogni mattina percorre trentasei chilometri in
autobus. Un po' per quella ragione, un po' perché Guevara Lynch ha trovato un
partner per formare un'impresa di costruzioni, l'intera famiglia si trasferisce
a Córdoba, in Calle Chile 288, nei primi mesi del 1943. Nel maggio di quell'anno
nasce l'ultimo figlio dei Guevara, Juan Martín: è l'estremo tentativo di salvare
un matrimonio scricchiolante da tempo. I testimoni dell'epoca parlano di un
Guevara Lynch con la vocazione del playboy.
Ernesto inizia a praticare ogni tipo di sport: football, rugby, nuoto. Dedica
tempo pure agli scacchi. I genitori non lo ostacolano, perché pensano che
l'attività sportiva possa migliorare la sua salute cagionevole. Lui li ripaga
cercando di eccellere in tutte le pratiche sportive. A Córdoba il "Che" diventa
amico di Tomás Granado, il figlio più piccolo di una famiglia spagnola. Poi del
fratello maggiore, Alberto, studente di biochimica e farmacologia all'università
e allenatore della squadra locale di rugby, della quale entra a far parte anche
Ernesto. Alberto, molti anni dopo, dirà che di quel ragazzo lo avevano colpito
le precoci letture: Freud, Baudelaire, Verlaine, Zola, Faulkner, Steinbeck,
London e Neruda. La loro amicizia non si incrina neppure quando Alberto viene
arrestato per aver partecipato alle manifestazioni contro il golpe del generale
Pedro Ramírez e Ernesto si rifiuta di partecipare alla protesta studentesca,
sostenendo che sarebbe stata ininfluente ai fini di ciò che accadeva a Buenos
Aires. Alberto Granado viene scarcerato nel gennaio del 1944, dopo due mesi di
detenzione. La politica non sembra interessare granché il giovane Guevara.
E' in quel periodo che inizia l'ascesa del colonnello Juan Domingo Perón. Con
lui prende forma in Argentina un peculiare "populismo" che raccoglie le istanze
delle classi lavoratrici fino a quel momento prive di diritti. Guevara Lynch
milita nell'Ación Argentina e aderisce al Comité pro De Gaulle di Córdoba, un
gruppo che si batte contro l'invasione nazista della Francia. Alla fine della
Seconda guerra mondiale riceve un attestato di benemerenza firmato dallo stesso
generale Charles De Gaulle. Ernesto segue l'impegno politico del padre come può
fare un figlio. Solo una certa agiografia acritica può sostenere che in quegli
anni avesse uno spiccato interesse per la politica e che la sua formazione si
orientasse verso idee socialiste. Del resto, manifestando la sua opposizione nei
confronti di biografie prefabbricate e piene di lodi, nel giugno 1963, ormai
noto in tutto il mondo scrive una lettera lapidaria al giornalista cubano
Lisandro Otero: "Non mi occupavo di problemi sociali durante l'adolescenza e non
partecipavo alle lotte politiche o studentesche dell'Argentina".
Al liceo Ernesto è uno studente anticonformista e indisciplinato. Nel 1945,
quando frequenta il quarto anno, riceve dal preside ben dieci ammonimenti. Ma le
pagelle sono buone e questo tranquillizza i suoi genitori. In quello stesso anno
il "Che" inizia ad appassionarsi alla filosofia e a prendere appunti in un
taccuino sulle sue letture filosofiche. In sette quaderni scrive una sorta di
storia del pensiero filosofico dalle origini al marxismo. Quelle annotazioni
continuano anche nei dieci anni successivi e poi ancora quando diventerà un uomo
di Stato a Cuba. Ad attrarlo è anche la "Storia contemporanea del mondo moderno"
che in venticinque volumi fa bella mostrà di sé nella biblioteca paterna.
Nel 1946 Perón è ormai saldamente al potere a Buenos Aires.
Qualche mese prima
ha sposato Evita Duarte, una giovane attrice radiofonica che si conquista la
simpatia popolare. E' l'ultimo anno di liceo e quello del diciottesimo
compleanno per Ernesto. La sua iniziale vocazione sembra doverlo condurre a
iscriversi alla facoltà di ingegneria. Ma poi opta per medicina, mentre l'intera
famiglia decide di tornare a Buenos Aires quindici anni dopo il primo
trasferimento. Guevara Lynch è travolto dalle sue disavventure economiche: via
via ha dovuto vendere tutte le sue proprietà. Gli affari non gli sorrideranno
mai.
Finito il liceo, Ernesto va a lavorare in una società che costruisce strade (la
Dirección de Vialidad di Córdoba). E' lontano da casa, nel marzo 1947, quando
gli giunge la notizia dell'agonia dell'amatissima nonna Ana Isabel, madre di suo
padre. Lui - quando le condizioni della donna sono ormai disperate - va a
trovarla e le resta accanto nei diciassette giorni in cui si spegne a poco a
poco. La sua morte lo getta nello sconforto. E' forse quell'agonia che induce il
"Che" a rompere gli indugi e a iniziare gli studi di medicina. Cerca un lavoro
presso la Clinica Pisani, diretta dal dottor Salvador Pisani che conduce
ricerche contro le allergie. Diventa assistente-ricercatore volontario e decide
di specializzarsi anch'egli nel trattamento delle allergie. I suoi genitori
intanto comprano una casa in Calle Araoz a Buenos Aires, nei pressi del
quartiere Palermo dove vive la buona borghesia. I rapporti tra i due coniugi
continuano ad essere molto tesi, pur non portandoli alla definitiva decisione di
separarsi.
Nel corso del primo anno di università (1947) Ernesto fa la visita militare.
Viene esonerato grazie alla sua asma cronica. In quel periodo nasce la sua
amicizia per la collega universitaria Berta Gilda Infante, detta "Titta", che è
iscritta alla gioventù comunista argentina e insieme alla quale segue alcune
lezioni presso il Museo delle scienze. Il loro rapporto di scambio intellettuale
- forse un amore non sbocciato - dura per molti anni ed è segnato da una
corrispondenza fiume. Neanche nell'iniziale periodo universitario il "Che"
brilla per le sue passioni politiche: legge, si informa, annota qualche
osservazione dopo la lettura del "Manifesto del partito comunista" di Marx e
Engels, ma niente di più. Eppure nel 1950 Perón scioglie per decreto le
opposizioni e trasforma il suo governo in un regime autoritario poggiato però su
un'attenzione verso i ceti proletari dell'Argentina. Non ci sono tracce di
simpatia o di antipatia per Perón da parte di Ernesto. Lui predilige la
medicina, la letteratura e passa giornate intere a studiare in biblioteca. Nel
1948 si innamora di Carmen Córdoba a cui dedica, nei fuggevoli incontri, la
lettura delle poesie d'amore del poeta cileno Pablo Neruda.
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