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Dopo
tanta pioggia finalmente una splendida giornata di sole, già perché la
pioggia e l’umidità sono terribili, specialmente per chi, come i nostri
amici, non era dotato di una copertura impermeabile al 100%, e la mattina
doveva fare i conti con il sacco a pelo bagnato. Ecco perché quel giorno
erano tutti e tre attivi ed intraprendenti, al punto da imboccare una
stradina insidiosa per trovare un’insenatura dove poter fare il secondo
bagno del loro viaggio. Le buone condizioni climatiche convinsero anche il
comandante de La Vega che quella era un’occasione da non perdere, si
prepararono quindi, una volta giunti vicino alla spiaggia, alla conquista di
quella porzione di costa. C’erano persone sufficienti per far mormorare
l’equipaggio che sembrava di essere a Rimini, ma il comandante li fece
tacere all’istante, il suo occhio attento aveva notato qualcosa di speciale
in quella situazione.
L’ingresso
in acqua fu usato come pretesto per una delle solite sfide padane, e i tre
si gettarono in mare gridando e saltando; erano in acqua da ormai dieci
minuti quand’ecco l’ordine imperioso del capitano: “ seguitemi in
formazione”. Senza discutere la ciurma si mise in scia al suo capo, come un
branco di lupi affamati, non sapevano che cosa stessero puntando, ma si
fidavano di lui. Dirigevano verso la riva e proprio davanti ai loro occhi si
erse dall’acqua una ragazza magnifica, nuda, sembrava che nessuno di loro
avesse mai visto una simile bellezza, perché si bloccarono e cominciarono a
perdere bava dalla bocca. Bionda, con un fisico da copertina, ma non una di
quelle copertine volgari, una figura ipnotica, e che movimenti: pareva
sfiorare appena l’acqua intorno alle sue gambe, sembrava anzi che il mare
avesse paura di toccare quel corpo, e i quattro secondi che ci mise a
raggiungere la riva durarono per i Padani un’eternità. Passarono il resto
del pomeriggio in contemplazione di quella che loro battezzarono come
patonzola, un appellativo che in patria era destinato solo alle dee. Cercarono
anche, senza successo, di attirare la sua attenzione facendo risaltare nel
modo più evidente possibile gli attributi di de La Vega, ma era evidente che
quella creatura, se riusciva a non cedere alle “ potenzialità “ del
comandante, non era umana e di questo ne ebbero prova quando si decisero ad
andarsene: la giovane fanciulla entrò in mare nello stesso modo misterioso
con cui ne era uscita, e quando iniziò a nuotare qualcosa di incredibile
successe. Le sue gambe scomparvero per lasciare il posto ad una coda come di
pesce, e a forte velocità, come fosse un delfino, raggiunse il mare aperto.
Una sirenetta….. certo che le allucinazioni da alcool sono veramente
magnifiche! |