COME SI LEGGONO
Da sempre l’uomo ha sentito il bisogno di misurare il tempo e di controllarne il trascorrere incessante. Sin dalle epoche primitive è stato per lui vitale il poter seguire l’andamento dei cicli giornalieri e stagionali, per regolare le proprie attività. È naturale che il primo strumento di controllo del fluire del tempo sia stato il Sole, col suo sorgere e tramontare: la sua posizione in cielo, lungo l’arco diurno, indicava con sicurezza ogni momento della giornata, quanta ne era giàtrascorsa e quanta ne rimaneva ancora, prima che calasse la notte. È altrettanto naturale che l’uomo abbia sùbito collegato il brillare del Sole con la sua conseguenza più diretta: l’ombra. L’ombra che l’uomo stesso, come ciascun oggetto, albero, edificio, o altro che si elevi dal terreno proietta sulle superfici vicine; l’ombra che generata dalla luce del Sole segue questo dall’alba al tramonto, lunga al mattino, via via più corta fino al mezzodì, e di nuovo più lunga fino allo spegnersi del Sole dietro l’orizzonte.
Per leggere una meridiana il riferimento è sempre la punta dello stilo, più specificamente la posizione in cui l'ombra di questa cade, rispetto alle linee orarie che ci dà il tempo solare vero locale. Infatti, il tempo solare vero locale è appunto l'ora segnata dal sole in un certo luogo e questo tempo non ha mai un andamento costante a causa dei moti combinati di rotazione e rivoluzione della Terra rispetto al Sole.
Per tanto occorre adottare un tempo medio, in pratica un tempo convenzionale costante che rimedia alle irregolarità del tempo solare, proprio come quello adottato da quei paesi che come l'Italia sono attraversati dal fuso dell'Europa centrale (T.M.E.C.), in altre parole l'ora segnata dai nostri normali orologi da polso. Compreso questo, è sufficiente dare uno sguardo all'equazione del tempo, rappresentata da quel diagramma ondulato che per ogni giorno dell'anno fornisce la differenza tra il tempo solare e il tempo medio, ed aggiungere o sottrarre un certo numero di minuti all'ora segnata dallo stilo.
Un'altra informazione dalla nostra meridiana possiamo ottenerla osservando la punta dell'ombra dello stilo, che oltre all'ora ci fa anche da calendario, sempre se sono presenti le curve di declinazione. Infatti, la sua posizione rispetto a queste ultime, chiamate anche linee diurne, ci può dire in che giorno dell'anno ci troviamo, grazie alla corrispondenza costante che c'è tra la declinazione del Sole, è la sua distanza angolare dall'equatore celeste ed il corrispondente giorno dell'anno. Ad esempio: se l'ombra dello stilo cade proprio sulla curva più bassa di un quadrante verticale o su quella più a sud in un quadrante orizzontale, possiamo essere sicuri che quello è il giorno del solstizio d'estate, vale a dire il 21 o 22 Giugno a seconda delle date di inizio delle stagioni che non sono fisse ma possono variare da un anno all'altro. Si deve sempre rammentare che l'equazione del tempo serve per sapere, per l'appunto, quanti minuti occorre aggiungere, o altresì, togliere all'ora segnata dallo stilo; e come si può notare dal diagramma qui sopra ci sono 4 giorni dell'anno in cui non occorre compiere alcuna correzione all'ora letta sul quadrante: essi sono il 15 Aprile, il 13 Giugno, il 1° Settembre, il 25 Dicembre; infatti, in quei giorni, ad esempio a Natale, l'ora segnata dallo stilo coincide perfettamente con quella dei nostri orologi da polso, senza bisogno di correzioni..
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