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Tradizione e novità nell'opera di Lucio Tarzariol.

 Interessante è la figura di Lucio Tarzariol, giovane artista di Castello Roganzuolo, la cui opera si esplica sia attraverso un codice figurativo di tipo tradizionale, sia in direzione logocatalogolucio09delle linee emergenti della ricerca, alla quale non sa sottrarsi per un impulso di valenza esistenziale. Nel primo caso egli trae spunto per le proprie tele da una natura incomparabilmente bella quale quella delle colline e delle Prealpi trevigiane, traendone immagini equilibrate ed armoniche al1o scopo di garantire alla propria espressione, con il recupero del godimento estetico, un maggiore potere di comunicazione, nel lodevole intento di avvicinare il pubblico all'arte (non viceversa, pena la sua decadenza).

Nella sua pittura egli predilige i paesaggi, quale omaggio al fascino della propria terra, di cui ripropone luoghi particolarmente noti, come il celeberrimo Molinetto della croda di Refrontolo, ma anche le consuete vedute di Conegliano, con il castello, Villa Gera e la Contrada Granda, e di Vittorio Veneto, di cui riscopre la magica atmosfera dei Meschet a Serrava/le.

Non mancano luoghi reconditi, ma non meno importanti, come Le sorgenti del Gorgazzo a Polcenigo, o la Foresta deI Cansiglio, talora popolata da figure arcane, come di vecchi gnomi, tal altra sotto l'incubo di un incendio che può distruggere questa fondamentale fonte di vita per l'uomo.

Nel secondo caso egli si presenta come un artista cu1turalmente avvertito, che ha viva la coscienza delle profonde contraddizioni che lacerano la società contemporanea, alle quali occorre porre rimedio dal momento che investono non solo la vicenda di ogni singolo individuo, ma dell'intera umanità, di cui è preconizzata la morte prossima. Opere come Ufo Crash, lo scheletro di un essere spaziale precipitato milioni di anni fa sul nostro pianeta, o le Stele con Pietre cubiche, simbolo dei quatto elementi universali, e rettangolari, con l'alfa e omega quale mezzo di comunicazione universale dalla origine della storia all'era odierna del computer, richiamano ad una "realtà cosmica"che travalica la limitata vicenda umana, proiettata in un futuro di dimensioni cosmiche per l'appunto.

GIORGIO MIES

LE MIE OPERE REALISTE

L'atmosfera cromatica nelle mie opere neo realiste non è poetica, ma melanconica e talora oserei dire giocosa, in una percettibile continua "mutazione". Ciò, è raggiunto istintivamente e volutamente con la pittura tonale sapientemente controllata anche nella sua complementare omogeneità cromatica , favorendo così una percezione atmosferica della realtà, ecco perché i miei colori non sono ne caldi ne freddi ma atmosfericamente naturali e per questo nelle mie opere si assapora questo senso naturale di realtà non statica ma in continuo movimento come del resto lo è la vita stessa. L'essenza della pennellata è rappresentata a parer mio, da una sorta di "convulso impressionismo, " che nelle masse pittoriche dove si concentr) raggiunge l'apice della purezza e trasmette la sensazione del "movimento. "

 

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