Il villaggio medievale di Geridu

 

Gli scavi visti dall'altoIl vilaggio medievale di Geridu, venuto alla luce grazie alle indagini e agli scavi condotti a partire dagli anni '80 e soprattutto a partire dal 1995 (in particolare dall''Università di Sassari e dal docente Marco Milanese), è situato a pochi Km da Sorso sulla strada per Sassari, nei pressi della "grotta" di Sant’Andrea (che prende il nome dalla chiesa riportata alla luce da un intervento di scavo negli anni '80).

L'area è in realtà abitata anche in età anteriori al Medioevo, a causa della considerevole fertilità del suolo. Il villaggio inizia ad essere citato inizialmente nelle fonti scritte liguri e toscane a partire dal XII sec., e successivamente da quelle aragonesi a partire dalla metą del XIV sino alla metą del XVII sec.

 Il villaggio apparteneva alla Curatoria di Romangia, insieme, tra gli altri, a Sorso, Sennori, Gennor, Taniga e Uruspe. Ma, a differenza di molti di questi centri, rimase attivo ancora per diverso tempo quando questi cominciarono a spopolarsi. In ogni caso, anche Geridu a un certo punto si spopolò: fu verosimilmemte la posizione mediana del villaggio tra i diversi possedimenti Malaspina e Doria e Comune di Sassari e Corona Aragonese, ad essere fatale: il villaggio a partire dalla seconda metą del secolo XIV venne investito da un progressivo e continuo spopolamento, sino alla sua completa estinzione nei primi decenni del XVI sec (dovuta probabilmente a un eccesso di pressione fiscale da parte di Sassari e degli Aragonesi, nonché alle pestilenze e alle guerriglie che devastarono la zona di Sassari in quel periodo).

Nella prima metà del Quattrocento il villaggio diventò una sorta di cava di materiale da costruzione: gli stipiti, le tegole, le pietre, il legname dei tetti, un po' tutto venne recuperato e "riciclato" dagli abitanti delle zone circostanti.

Una fase dello scavoL'indagine archeologica sul sito del villaggio prosegue in modo sistematico dal 1995, attualmente l'area di scavo principale assomma a pił di 700 mq. Oltre all'area dell'abitato, altre zone riguardanti l'indagine archeologica comprendono la chiesa di S. Andrea e la necropoli circostante.

L'area occupata dal villaggio è stata quantificata intorno ai 10 ettari. Lo scavo, che si presenta senza alcun dubbio come forse il pił grande cantiere didattico universitario in Italia, sta fornendo per la prima volta importanti indicazioni per quanto riguarda la topografia del villaggio, con l'identificazione di aree artigianali ancora da definire, e dei materiali impiegati per la costruzione degli edifici e degli arredi interni. Importante anche il contributo delle indagini paleobotaniche in atto, con l'analisi di campioni di terreno per lo studio dei pollini e dei resti vegetali per la definizione delle pratiche alimentari dagli abitanti del villaggio.

Ricostruzione di un edificio trecentesco (disegno di Silvia Bellè Biagini)Gli scavi stanno consentendo anche di ricostruire un interessante quadro della vita domestica del periodo e della vita economica e sociale: negli anni sono venuti alla luce pentole, tegami, brocche, e una cassa in legno, elemento tipico del mobilio della casa medievale. Di planimetria rettangolare, gli edifici sono costruiti in muratura di pietra calcarea, il legante è costituito da argilla e i tetti da tegole che poggiavano su robuste travi di legno.Le case avevano pavimenti in terra battuta con al centro il palo di legno che puntellava il trave maestro del tetto.

Su Geridu circolano voci leggendarie, o comunque non più documentabili, che riferiscono di un periodo di splendore e di un primato di Geridu anche rispetto a Sorso. Il La Marmora riporta le affermazioni del cronista De Castro (secolo XV) secondo cui nel territorio di Sorso, abitato dai Sossinates, sorgeva l'antichissima città di Geliton, fondata da Jelithon, nipote di Jolao e patria dell'antico storico sardo Sernesto. "In questa città - dice il De Castro - esistevano molte cose ammirabili, principalmente un tempio di Apollo, un anfiteatro, bagni, giardini e un bosco sacro, detto Helicem; questa città era anche munitissima di mura e di torri sì che resisté agli assalti dei Sossinati e dei Tarati (Sassaresi)".

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