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INFORMAZIONE E ISTRUZIONE

Informazione fotocopia e propaganda di massa. Segregazione razziale nelle scuole.

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Chi c'è dietro i media USA?

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Essi ignorano e realmente deridono il messaggio delle pacifiche proteste contro le istituzioni, in tutto il mondo e qui negli USA. Essi pubblicano su temi che fanno piacere ai pubblicitari ed al margine di profitto. Essi copiano vecchie notizie dalla stampa estera e commerciale ed affermano che sono loro storie. Essi martellano con il messaggio "lasciate perdere" le malefatte elettorali, i fallimenti dell'intelligence e della difesa o le rapine delle corporations. In questa situazione quanto ci vorrà perché un coraggioso autore americano imiti Czeslaw Milosz e scriva la versione americana di The Captive Mind? Con poche preziose eccezioni, tra le quali spiccano i "City Papers", i siti Internet indipendenti - come gli Indy Media Center - e le trasmittenti delle associazioni popolari come Pacifica, gli organi di stampa e radiotelevisivi USA, dal New York Times al Los Angeles Times, dalla NBC alla Fox, e dalle bande radio AM a quelle FM, gettano fuori una vile e banale mistura di informazioni che annebbia le menti ed omogeneizza i processi del pensiero dei cittadini USA evocando in fretta il sostegno allo "sforzo bellico". I cosiddetti "programmi di notizie" cercano di pacificare e di assicurare durante i trasferimenti dei pendolari, i temporali, gli acquisti, gli omicidi. Il tempo, le strade, le armi, le auto, il cibo sono tutti visti dai lettori come personaggi come se quelle "cose" fossero entità reali. Come ha così abilmente fatto notare Herbert Marcuse,

Chi c'è dietro i media USA?


Uno dei nostri segreti meglio conservati è il livello con il quale un pugno di corporation controlla l'intero flusso di informazioni negli Stati uniti.

 

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in questa situazione le persone non "vedono" se stessi, essi si proiettano nelle "cose". Gli spettatori sono merci per gli interessi dei media USA. Qui non si fa lavorare il "pensiero". Le fantasie sono fatti Invece di riportare su quanta gente viene uccisa in diverse insurrezioni popolari contro i dittatori sostenuti dagli USA intorno al mondo, i network ora raccontano di quanto guadagnano i film ai botteghini. Meraviglia poco considerando quanto strettamente le reti di notizie siano legate agli imperi dell'intrattenimento di Hollywood. 

Persino la PBS non è immune da tale infiltrazione delle grandi aziende, sebbene vi faccia pensare diversamente durante le sue lunghe e fastidiose trasmissioni. Pensate al recente ignobile trattamento del fondatore e presentatore di Wall Street Week, Louis Rukeyser. Siccome la AOL Time Warner non riusciva a trovare un ritaglio di tempo alla CNN dove inserire il suo Fortune magazine ha semplicemente eliminato la trasmissione di Rukeyser per far posto al la rivista. Persino i famosi documentari della PBS non sono immuni da tali mosse di potere delle società. L'acclamato spettacolo sulla natura selvaggia Nature è stato costretto a sbarazzarsi dei suoi vecchi narratori in favore di personalità come Julia Roberts e Meg Ryan, i cui maggiori contributi agli studi ambientali erano le rispettive lamentele sul fatto che la vita in Mongolia e nelle colline della Tailandia non era altrettanto comoda come quella di Beverly Hills in California. 

Così non è una sorpresa che gli interessi dei media USA abbraccino entusiasticamente tutte le attività che muovano il denaro da una mano all'altra, ma nessuna che muova una idea contraria, nuova o critica da una mente all'altra. Gli interessi dei media USA hanno certamente le loro controparti: come i retrovirus il cui comportamento ingegnoso è l'abilità nell'ingannare la cellula ospite operando di continuo come se il retrovirus stesso fosse un alleato fidato, un sostenitore. "Noi lavoriamo per voi!", esclama la NBC News Channel 4, affiliata della General Electric, con base al mercato dello spettacolo di Washington. Lo slogan è "Tu e Channel 4, Lavorare Insieme". "Cominciate la vostra giornata con noi alle 5 del mattino", dice la NBC, e sollecita gli spettatori a finire con essa la giornata all'una del mattino seguente. E' lo stesso ritornello delle affiliate CBS, NBC e ABC. Finire la giornata con i network significa sottomettersi ai persistenti e profondi presentatori dei talk show notturni Jay Leno e Dave Lettermen che adulano politici eccessivamente sofisticati come Dick Cheney e John Ashcroft. 

Se il dopo sbornia non è abbastanza doloroso, gli stupefacenti annunci pubblicitari e l'inserzione di "notizie" che ci sono quando si guarda o si ascolta ogni trasmissione degli interessi dei media USA lascia lo spettatore ubriaco fradicio. La nauseante miscela di politica, discorsetti, commedia, omicidio, "realtà", "Hollywood", "notizie", "video spinti" - intermezzati dal vischioso mercantilismo che gioca sulla procreazione, la morte e la produttività - portata avanti dai proprietari e lettori di notizie degli interessi dell'industria dell'infointrattenimento è una delle azioni più mercenarie della storia del capitalismo. 

E, ancora peggio, questa charade di notizie viene realizzata da coloro il cui quoziente di intelligenza è molto inferiore a quello dei più pagati atleti d'America. Nel mezzo di questo miserevole stufato arrivano i diciassette minuti ritagliati di telegiornale che consistono in diatribe propagandistiche di 750 parole mascherate da editoriali. E lì fuori, sulle bande radio AM e FM la tariffa è da tre a quattro ore di commenti radio al vetriolo, intervallati dalle stupidaggini di politici in cerca di pubblicità. Il primo esempio è il radio show mattutino della Viacom, trasmesso anche alla MSNBC, presentato dall'arido Don Imus, che crepita e si lamenta come un vecchio galeone di legno. Non solo offre una piattaforma radio e TV a gente come l'ex primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu per giustificare l'assassinio di Yasser Arafat ma cerca di convincere giornalisti professionisti ad aiutare ed incoraggiare tali ovvie politicamente ispirate polemiche. Questo stesso copione viene recitato alla Cbs, BC, Fox, MSNBC, PBS e in un centinaio di altri canali, quotidiani e stazioni AM e FM in tutto il territorio. E così è conforme agli interessi dei media USA chi, in seguito al 911 (un termine in se stesso consumato e noioso come Al Qaeda) ed assieme ai propagandisti dell'attuale governo USA cerca di trasformare la popolazione americana in una nazione di Chauncey Gardners. 

Ma ancora dunque, può un parassita essere incolpato di prosperare sulla docilità del suo ospite, del suo sostenitore, in questo caso il pubblico americano? Chi vi dice che cosa pensare? Il Columbia Journalism Review ed il Media Channel rintracciano i proprietari ed i profittatori degli interessi dei media USA a http://www.cjr.org/owners / e www.mediachannel.org, dove una visita sarebbe davvero illuminante. 

La NBC, marionetta della General Electric, possiede un gran numero di proprietà, da istituzioni finanziarie in Francia a servizi telefonici a lunga distanza in Ungheria. La General Electric è socia della Starbucks Coffee in Talk City. Dietro il Walt Disney Group vi è la ABC, che recentemente ha realizzato un servizio investigativo nel programma World News Tonight sulla possibilità di un viaggiare nel tempo. Non erano notizie ma un film pubblicitario: la Disney si stava preparando al lancio della sua riedizione del film "La macchina del tempo". Deve essere stato duro per l'esemplare Peter Jennings fare il presentatore di uno spettacolo di intrattenimento per un pettegolezzo di Hollywood e di conversazione salottiera mascherandolo da trasmissione notturna di informazione. La Disney possiede anche interessi in attrezzature per la produzione di petrolio e gas naturale. Il New York Times possiede il Boston Globe ed ha una quota in una società sportiva, la Boston Red Sox. La Viacom è proprietaria della CBS e gestisce di tutto, dai diritti di Star Trek alla Spelling Television. Il The Washington Post è comproprietario dell'International Herald Tribune assieme al New York Times e, con il LA Times, gestisce un agenzia di notizie. Gannett, l'editore di USA Today, possiede pubblicazioni "interne" delle forze armate, gli U.S. Army, Air Force and Navy-Marine Corps Times, ed anche il Defense News ed il Military Market. Essi sono anche soci del fornitore della difesa General Electric in imprese su Internet. E poi vi è lo The Unification Church's Washington Times Newspaper, definito come "progetto" nel sito web del Rev. Sun Myung Moon. Il Washington Times, assieme al Wall Street Journal della Dow Jones (che possiede anche 20 quotidiani negli USA), provvede ad una per una potente confederazione: Dio, denaro, corporations e repubblicani, sebbene non sempre in questo ordine. 

Il Rev. Moon dice di essere stato visitato da Gesù Cristo nel 1935 e, secondo il sito della The Unification Church "Gesù gli chiese di completare il compito di istituire il regno di Dio sulla terra e di portare la Sua pace all'umanità". Apparentemente Bush I e Bush II sono d'accordo con Moon. Il più vecchio era nel libro paga di Moon come conferenziere ed il più giovane durante un dibattito presidenziale affermò che Gesù Cristo è il più grande filosofo di tutti i tempi. Infine, la trattazione sui media non sarebbe completa senza la Fox News Corporation. Come riportato da MediaChannel, l'impero di Rupert Murdoch è talmente vasto che egli asserisce che "La nostra influenza non ha confronti in tutto il mondo. Noi raggiungiamo la gente dal momento della sveglia a quando va a dormire". Non fare attenzione a ciò che fanno i media dietro il sipario Con tale scoperto rapporto incestuoso - combinato con la loro sottomissione all'attuale amministrazione ed ai militari USA - è una sorpresa che i media USA sono redatti in modo da adattarsi alle politiche economiche e nazionali? Il recente colpo di stato in Venezuela spalleggiato dagli USA espone gli interessi dei media come complici associati nell'ingannare il pubblico americano. FAIR, a www.fair.org , ha documentato la servile copertura della carta stampata: "Quando elementi delle forze armate venezuelane la scorsa settimana destituirono il presidente Hugo Chavez, gli editoriali dei maggiori quotidiani USA seguirono la linea del governo USA ed accolsero la notizia con entusiasmo. In un editoriale del 13 aprile il New York Times dichiarava trionfalmente che le "dimissioni" di Chavez significavano che "la democrazia venezuelana non è più minacciata da un aspirante dittatore". Evitando attentamente le parole "colpo di stato", il Times spiegava che Chavez "se ne è andato dopo che i militari sono intervenuti ed hanno consegnato il potere ad un rispettato uomo d'affari.... Tre giorni dopo, Chavez ritornò al potere e il Times pubblicò un secondo editoriale (16/4/02) quasi chiedendo scusa per essere stato male informato". Quando le megacorporations si sono impadronite delle reti di news, le prime vittime sono state gli uffici estero. I giornalisti dei network non sono stati più in grado di costruirsi una base di fonti e contatti nelle diverse capitali e nei centri finanziari. Il risultato è stato che le reti si sono sempre più affidate ai portavoce governativi per le "notizie", che in realtà non sono altro che propaganda. Prendiamo per esempio l'Afganistan. I reporter delle reti e dei quotidiani sono confinati a Kabul perché gli strateghi militari li hanno convinti che il territorio non è sicuro. Non sapendo molto e mancando di qualsiasi contatto nel paese, essi rimangono a Kabul e docilmente inviano come notizie ogni dichiarazione rigurgitata da un sospettoso addetto militare alla pubbliche relazioni. Come ha osservato Robert Young Pelton in un'intervista con www.salon.com 

"Bene, i militari odiano i media. Il conundrum è che noi viviamo e moriamo per la Costituzione ed uno degli elementi della Costituzione è la libertà di stampa - il diritto di un pubblico democratico di prendere decisioni basate su un libero flusso di informazioni, senza censura, senza gente che riscriva la storia. E fondamentalmente dalla guerra del Vietnam i militari si sono accorti che il nemico è la stampa, perché la stampa è realmente più rapida e più intelligente di quanto lo siano i militari. Essa può valutare una situazione militare molto prima che ci riescano i militari". 

Questa storia si è ripetuta in città e paesi di tutto il mondo. Lo scorso giugno i mezzi d'informazione di tutto il globo portavano la storia divulgata dal governo del Nepal che un innamorato, ubriacone e mentalmente insano principe della corona aveva giustiziato la sua intera famiglia, inclusi il padre e la madre, il re e la regina. Non veniva riportato che il re designato ed il nuovo principe della corona erano dei brutali banditi che stavano facendo diventare il paese praticamente una provincia della vicina India. Ai media ispirati da Hollywood invece piaceva l'angolatura della storia alla O.J. Simpson e Robert Blake e, senza nemmeno una superficiale indagine indipendente, decisero che la spiegazione ufficiale governativa poteva bastare. E' lo stesso modello usato a Washington. Riscrivere i fatti La recente marcia per i palestinesi ed antiglobalizzazione a Washington è stata vergognosamente ignorata dagli interessi dei media USA. Solamente la C-SPAN l'ha trasmessa dal vivo. Comunque, quando il numero dei contestatori si è gonfiato a più di 75.000 la C-SPAN ha tagliato la trasmissione per trasmettere un discorso di tre giorni prima del capo dell'FMI. Indubbiamente la C-SPAN, come molte altre reti che hanno offerto una copertura non prevenuta delle notizie dal Medio Oriente, hanno subito l'ira di un potente gruppo di pressione chiamato CAMERA - il Committee for Accuracy in Middle East Reporting in America - il braccio virtuale della propaganda del governo israeliano conosciuto per il censurare severamente tutti i giornalisti che criticano Israele. 

Esso usa efficacemente il suo potere finanziario per mettere in riga gli indisciplinati con la linea del partito pro Israele. Un'altra pericolosa tendenza è la dipendenza da Bush dei notiziari via cavo. I Tre Servitori delle reti news via cavo - CNN, FoxCable e MSNBC - interrompono tutte le trasmissioni quando per trasmettere dal vivo Bush che esagera sulle montagne dello Stato di New York o che sbarca dal suo elicottero. Ciò che non viene riportato sono le adulterazioni delle trascrizioni della Casa Bianca da parte di funzionari che rimuovono gli imbarazzanti errori intellettuali di Bush alle conferenze stampa e nei discorsi che è in effetti un rifacimento delle notizie. I movimenti dei militari USA a sostegno del fallito golpe in Venezuela hanno ricevuto scarsa attenzione. La storia è piena di esempi di capi autoritari che si circondano di fotografi e giornalisti compiacenti. Considerate le continue riprese cinematografiche di Leni Riefenstahl a Hitler e come queste venivano ripetute in ogni cinema tedesco. Oppure la TV sovietica e la minuziosa copertura di Brezhnev, Andropov e Chernenko. Ogni volta che essi visitavano una fabbrica di trattori a Minsk od un allevamento di pollame a Kiev, la storia veniva cospicuamente trasmessa nei notiziari notturni "Vremya". Mentre i pianificatori militari USA, i politici e le grandi società continuano la loro campagna globale di pacificazione contro una strombazzata Al Qaeda, hanno già pianificato l'invasione dell'Iraq e forse di altri membri dell'Asse del Male. Per mettere insieme il sostegno del pubblico per illimitate operazioni militari USA - dalle quali appaiono per magia nuovi mercati da sfruttare - la macchina bellica ha ricevuto un entusiasmante sostegno dagli interessi dei media USA il cui compito pare essere quello di tenere il pubblico occupato ed acquiescente. In realtà, la maggior parte degli americani sono straordinariamente contrari alla guerra, nondimeno gli interessi dei media USA ai quali si affidano per la "conoscenza" sono strumenti integrali della propaganda bellica USA ed al connesso indottrinamento della gente. 

La celebrità nazista Hermann Goering sarebbe a suo agio nell'America del 2002, a lavorare assieme agli interessi dei media USA per sopprimere il dissenso e portare a casa una gloriosa vittoria per la patria. "Perché naturalmente la gente non vuole la guerra! Perché un poveraccio da una fattoria vorrebbe rischiare la propria vita in guerra quando il massimo che ne può ottenere è di tornare a casa intero? Naturalmente la gente comune non vuole la guerra: né in Russia, né in Inghilterra e neppure in Germania. Questo si capisce. Ma, dopo tutto, sono i capi del paese che determinano la politica, ed è sempre semplice trascinare il popolo con loro, sia che si tratti di democrazia, o di dittatura fascista, o di parlamento, o di dittatura comunista ... Che abbia voce oppure no, il popolo può essere sempre portato ai voleri dei capi. E' facile. Tutto quello che dovete fare è dire che sono attaccati, e denunciare i pacifisti di mancanza di patriottismo che espone il paese al pericolo".

John Stanton vive in Virginia e scrive di argomenti relative alla sicurezza nazionale e Wayne Madsen è un giornalista investigativo di Washington, D.C. che scrive e commenta frequentemente su temi relativi alle libertà civili ed ai diritti umani..Copyright © John Stanton and Wayne Madsen 2002. Reprinted for fair use only

 

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