Che
per tutti gli anni '70 furono molti, e brutali. E si accompagnarono alle
manie di grandezza con cui ogni dittatore rafforza la costruzione del
suo potere. Così
Amin - o "Big daddy", come veniva chiamato - si autoproclamò
feldmaresciallo (era ammiratore di Hitler), presidente a vita,
conquistatore dell'impero britannico, ultimo re di Scozia; mentre sul
suo petto si moltiplicarono le miriadi di medaglie e decorazioni dalla
misteriosa origine.
Ma
tra una stravaganza e l'altra, Imi Amin Dada - un "gigante" di
quasi due metri di altezza per 150 chili, che per per nove anni
('51-'60) fu campione nazionale dei pesi massimi di boxe - è stato uno
dei tiranni più spietati dell'Africa. Durante il suo dominio
dell'Uganda, che iniziò nel 1971 e si concluse, appunto nel 1979, si
calcolano in non meno di 300.000 gli oppositori al regime uccisi o
scomparsi.
"Solo Dio conosce la mia età ", amava ripetere Amin a chi gli
chiedeva quanti anni avesse. L'anno di nascita, comunque, è il 1924 o
il 1925. Si sa però che nacque nella sperduta regione del Koboto, nel
nordovest del paese, da una tribù ultraminoritaria, che lasciò ancora
giovane per giungere poverissimo nella capitale Kampala con sua madre.
Anche grazie alla sua stazza impressionante, fece buona impressione sui
britannici, allora potenza coloniale del paese, e venne arruolato nel
corpo d'elite dei fucilieri africani di sua maestà. Come sottufficiale,
si distinse (anche per ferocia) nella repressione della rivolta dei
mau-mau in Kenya ('52-'56), producendosi in una terrificante serie di
persecuzioni, torture ed eliminazioni.
Si ritrovò così generale, e quando la Gran Bretagna dovette lasciare
l'Uganda, fu proprio Londra a sponsorizzarne l' ascesa presso il primo
presidente indipendente, Milton Obote. Dopo un periodo di diffidente ma
obbligata convivenza, il colpo di stato.
E' il gennaio del 1971, Obote parte per un vertice del Commonwealth a
Singapore, e Imi Amin Dada prende il potere. Sotto gli occhi compiacenti
dell'Occidente, che vedeva nel deposto leader un uomo troppo vicino al
comunismo internazionale. Ancor oggi, molti storici sostengono che
proprio da Londra e Washington venne l'appoggio decisivo per la sua
ascesa al potere .
Da allora ci furono otto anni abbondanti di orgia di sangue, di disastri
economici, di proclami assurdi quanto demagogici, culminati con la folle
decisione di invadere la Tanzania. Le cui truppe, pochi mesi dopo, lo
spazzarono via raggiungendo la capitale Kampala.
Anni in cui attorno al suo nome si moltiplicarono le voci, mai
dimostrate, ma sempre insistenti, sulle più diverse atrocità. Si dice
che gettasse i resti dei cadaveri dei suoi principali oppositori ai
coccodrilli nel lago Vittoria, che conservasse i crani degli stessi nei
suoi frigoriferi, che si cibasse delle loro carni. Il primo a parlare
del dittatore "cannibale" fu Henry Kyemba, suo segretario
particolare e ministro della sanità
Leggende? Può darsi. Ciò che è certo sono i migliaia di cadaveri di
oppositori rinvenuti senza testicoli, o labbra, o occhi, o nasi. Come è
certo che espropriò ("me l'ha chiesto Dio in sogno", questa
la sua spiegazione), circa 70.000 asiatici, soprattutto indiani e
pachistani, che prima del suo putsch gestivano di fatto il commercio del
paese. E ridistribuì il tutto fra amici e soldati, che dilapidarono
ogni bene in pochissimo tempo.
E sicuri sono gli effetti clowneschi tra un massacro e l'altro: come
quando il Kenya (nei cui confronti aveva insensate pretese territoriali)
decretò l'embargo petrolifero. E lui girava in bicicletta. O quando
all'assemblea generale dell'Onu parlò nel suo dialetto, il luganda,
rifiutando, proprio lui che aveva avuto tutto dagli inglesi, il
"colonialistico" inglese.
Ma per la tormentata Africa, Imi Amin Dada diventò alla fine una mina
vagante: nel 1975, nel pieno del suo potere, diventa presidente di turno
dell'Oua (Organizzazione per l'unità Africana) e dichiara
l'immediata volontà di attaccare il Sudafrica razzista; l'anno dopo
aiuta in tutti i modi i terroristi filopalestinesi che avevano dirottato
un aereo dall'Air France ad Entebbe, l'aeroporto internazionale di
Kampala.
Quindi, quando le assi del potere cominciano a scricchiolare, il
tentativo di invasione della Tanzania. E' ultimo colpo disperato, alla
cieca. Poi viene spazzato via. Per diventare da esule, l'ospite di
"fratelli" musulmani come il leader libico Gheddafi, quello
iracheno Saddam Hussein e infine, da 10 anni, dei principi dell'Arabia
Saudita. Dove è morto oggi portando con sè i misteri e gli incubi di
una delle tirannie più spietate del continente.
http://www.repubblica.it/2003/h/sezioni/esteri/amin/amin/amin.html |