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Numero 1

 

 

IL FENOMENO DRAGON BALL

 

 

All’inizio di certo non si pensava che questo nuovo cartone potesse avere un simile successo.

Poi, chissà perché, ma sicuramente a causa della continua pubblicità, il nuovo cartone giapponese ha assunto le caratteristiche di un vero e proprio fenomeno, di una moda, con la conseguenza disastrosa che i bambini ormai non parlano d’altro che di Goku (il personaggio principale) e dei suoi incredibili poteri (il più forte dei quali è l’onda energetica), allontanando in questo modo dalla loro conversazione quei pochi, pochissimi bambini (delle vere e proprie eccezioni) che di Dragon Ball non hanno mai visto una puntata, o a cui non piace.

 

Ma ahimè! La cosa più “terrificante” è che i bambini non sono gli unici spettatori di questo cartone, anche i più grandi (e non intendo di certo gli adolescenti!) fanno parte di quella vasta cerchia che ogni giorno abbandona tutto il resto per non perdersi una puntata.

 

A questo punto non si può con certezza affermare se una puntata persa significhi poi chissà cosa; l’unica certezza è che la serie di questo cartone è interminabile, ed appare come una soap-opera del tipo “Beautiful” o “Sentieri”.

E sì, perché in questa lunga serie i personaggi crescono, si fidanzano, si sposano, hanno dei figli e naturalmente poiché si tratta di un cartone, cambiano e aumentano i loro poteri e i loro nemici.

 

È da ammirare, però, come la memoria dei bambini, grazie al fenomeno Dragon Ball, si sia in un certo senso “evoluta”, ma solo per questo caso particolare; difatti, non riescono ad imparare né la storia, né la geografia… né le poesie, ma chissà perché, al contrario, conoscono a memoria i nomi dei numerosissimi personaggi, dei pianeti ai quali appartengono e tutta la loro storia; cosa di sicuro niente affatto facile poiché i nomi sono stranieri. Per dimostrarvi “l’impegno” dei bambini ve ne cito alcuni: Goten, Suu Scenron, Crili, Videl, Ryu Scenron, Gohan, Bulma, Vegeta, Trunks, Kaioshin, Tensing… e via di seguito.

 

Non c’è dubbio quindi che Dragon Ball sia molto amato e che questo porti anche a delle conseguenze nelle tasche dei genitori: magliette, cappellini, scarpe, cd-rom, videocassette, card 3D, album, figurine, penne, zaini, astucci, uscite settimanali in edicola e molto altro.

Tra i bambini possedere qualunque cosa che raffiguri Dragon Ball è diventata una sfida; i loro incontri sono tutti incentrati sulla dimostrazione di ciò che si possiede e sullo scambio di figurine.

 

Ma quello che più preoccupa è che i bambini assumono sempre più il comportamento e l’atteggiamento dei personaggi animati, utilizzando spesso e volentieri anche il loro linguaggio.

Per fare un esempio, oltre ad imitare continuamente le mosse di combattimento, ad un’affermazione della madre del tipo: "Gianluca corri a mangiare", la risposta del bambino è: "mi teletrasporto subito".

 

Naturalmente è difficile cambiare il comportamento del bambino, ma bisogna di certo cercare almeno di attenuarlo nell’imitazione, perché nonostante sia un gioco, il suo prolungamento potrebbe provocare un allontanamento dalla realtà.

 

In conclusione, si può affermare con certezza che il fenomeno Dragon Ball è un esempio concreto del potere della televisione, e di tutti i mass-media in generale, sulla sensibilità dei bambini; cerchiamo quindi di ridurre al massimo il suo utilizzo, oltretutto passivo, e di rivalutare quei giochi e quelle storie che a voi genitori, un tempo, piacevano tanto fare e ascoltare.

 

 

Valentina Bruno

 

 

 

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