Modalità
operative
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- I materiali
- I progetti -
Si
intende come modalità operative, un insieme organico d'azioni previste
per la creazione di Nuovi Luoghi, identitari, relazionali e
storici. Inoltre si pensa a questo luogo "trasformato", come
risultato dell'evoluzione che il concetto e le forme di luogo stanno
compiendo con l'affermazione del paradigma dell'Informazione.
Si cercheranno dei "vettori" capaci di dare unità
di linguaggio ad elementi e caratteristiche che contraddistinguono questa
"nuova architettura" e, trovandone piena realizzazione nei
progetti, alle costruzioni ed agli interventi. Allora per raggiungere questo
traguardo pensiamo a "vettori" come leggerezza, movimento ed
informazione, che sono una suddivisione strettamente concettuale,
ma che ci serve come filo conduttore per cui un intervento racchiuderà
le caratteristiche dei Nuovi Luoghi: sarà leggero, conterrà elementi di
movimento e sarà canale di informazione.
"Vorrei
che conservaste quest'immagine nella mente, ora che vi parlerò di
Cavalcanti poeta della leggerezza. Nelle sue poesie le <<dramatis
personae>> più che personaggi umani sono sospiri, raggi luminosi,
immagini ottiche, e sopratutto quegli impulsi o messaggi immateriali che
egli chiama <<spiriti>>. Un tema niente affatto leggero come
la sofferenza d'amore, viene dissolto da Cavalcanti in entità
impalpabili che si spostano tra anima sensitiva e anima intellettiva,
tra cuore e mente, tra occhi e voce. Insomma, si tratta sempre di
qualcosa che è contraddistinto da tre caratteristiche:1)è
leggerissimo;2) è in movimento;3) è un vettore d'informazione. In
alcune poesie questo messaggio-messaggero è lo stesso testo
poetico[...]"(Calvino 93)
I vettori
Leggerezza:
"leggerezza come concetto, leggerezza di immagine, leggerezza come
elemento provvisorio, leggerezza come trasparenza, leggerezza come
perdita di gravità. S
i cerca una trasparenza non nitida, non evidente, lasciando solo
intravedere, ma non scoprendo tutto." (Ranaulo 01)
Movimento: ovvero, trasfigurare uno spazio e renderlo dinamico.
"Come gli oggetti si sono trasformati in funzione del movimento
(pensiamo al design di auto, sedie, poltrone e altri arredi di uso
quotidiano), allo stesso modo l’abitare dovrebbe evolversi nella
medesima direzione. In una società in cui i flussi fisici e meccanici
assumono sempre di più importanza, è fondamentale pensare
a un’architettura metamorfica, fatta di spazi dinamici, in
movimento, spazi che gestiscano i flussi di circolazione, spazi che si
evolvano nel arco della giornata, asseconda i diversi momenti che la
vita stessa propone dal giorno alla notte". (Ranaulo 01)
Informazione:
Alle tre dimensioni geometriche che determinavano, non molto tempo fa,
la percezione del rilievo dello spazio reale si aggiunge ora la terza
dimensione della materia: dopo la massa l'energia, la dimensione
dell'informazione fa il suo ingresso nella storia della realtà [...].
Al volume materiale e geometrico di un oggetto succede allora quello,
immateriale ed elettronico, dell'informazione.[...] Come nel
Rinascimento europeo è inimmaginabile senza l'invenzione della
prospettiva dello spazio reale, così la mondializzazione geopolitica
sarà inseparabile dall'unificazione tra questa prospettiva del tempo
reale e questo nuovo rilievo spaziotemporale sorto dall'irraggiamento
elettronico delle telecomunicazioni. (Virilio 00)
Esempi di
modalità d'intervento per dare "storia/memoria"
"Nella
città come luogo della memoria, avreste ricordato le cose come
rappresentazioni spaziali nella vostra testa e poi avreste collocato
qualcosa che volevate ricordare in un luogo particolare. Così la città
stessa era il sito e il sistema della memoria - un luogo dove le memorie
potevano essere interiorizzate attraverso la lettura di questi siti. Dal
momento che la memoria si sposta nel cyberspazio, l'organizzazione degli
archivi e del controllo della memoria diviene sempre meno spaziale.
Cosi, proprio perché la metafora dello spazio ha perduto la sua vitalità,
siamo di fonte a un bisogno anche maggiore do progettare
cyberspazio". (Tanaka 98)
Memoria
virtuale: sono sistemi molto
complessi, che possono provvedere ad un alto livello di interattività,
una memoria virtuale di un luogo che potrebbe essere scavata e percorsa
interattivamente dai frequentatori alla ricerca di informazioni e
immagini relative alla storia di quel luogo. I percorsi compiuti in
questa memoria virtuale possono essere restituiti e resi visibili nello
spazio reale e diventare così essi stessi un elemento nuovo della
"storia" di quello spazio.
"Improvvisamente,
la città reale, virtualizzata come supporto per la precisa collocazione
della memoria, diviene una metafora molto più vitale" (de
Kerckhove 01)
vediamo l'esempio che viene dato dal relatore tedesco Christoff
Stratmann della ART+COM di Berlino. TVision è un prodotto
basato sull'uso combinato di tecnologia RV e trasmissione dati
su rete geografica in banda larga (ATM Asyncronous Transfer
Mode). Il
progetto rappresenta in realtà virtuale l'intera città
di Berlino così come apparirà agli occhi di un visitatore
nell'anno 2005, o vero si documenta il passato permettendo ai
navigatori di andare dal passato al presente di questa storica
metropoli. Il progetto permette che la memoria della città
venga interiorizzata, non già dalla esperienza reale e in
contatto con lo spazio fisico, bensì dentro un nuovo rapporto
creatosi dal cyberspazio (spazio virtuale e mente). Il
visitatore virtuale così, può sorvolare la città e
percorrerne le strade visitando l'interno dei monumenti di
maggiore interesse come ad esempio il rinnovato parlamento
tedesco caratterizzato dalla nuova copertura a cupola
trasparente, o la vecchia Berlino divisa in due. Nella selezione
dei materiali filmico e fotografico di sintesi più
significativi sarà altresì presente un interessante viaggio
attraverso il tempo dalla Berlino del Kaiser alla Berlino
futura.
Interattività
proiettiva:
modalità operativa che ci permette di coniugare passato e presente
che, attraverso le proiezioni, danno una nuova lettura e una rielaborazione
della propria esperienza spaziale. Le proiezioni possono far riferimento
alla storia o all'attualità, al reale o al virtuale. In questo caso
ultimo caso,
si cerca di "creare" una memoria attraverso la interattività
tanto delle immagini quanto delle persone che vivono quello spazio.
Jean
Nouvel, The Hotel, Lucerna, 2000.
In ognuna delle 25 stanze, sul soffitto, sono proiettate scene
cult del cinema a base di sesso e amore. Impiegando sei mesi,
Jean Nouvel ha scelto ed organizzato i 25 video clip da 200 film
originali.
Non
solo sono delle immagini sorprendenti viste dall'ospite quando
è disteso sul letto e, siccome le finestre delle stanze non
hanno né tende né imposte, lo spettacolo è offerto anche a
coloro che, di notte, passeggiano nel centro di Lucerna. Un
palcoscenico dove l’ospite, attratto dalle proiezioni sui
soffitti, immerso in questa luce animata, diventa soggetto di un
altro film: quello immaginato dal passante della strada; viene a
rompersi il confine tra il dentro e il fuori, l’intimità
racchiusa in una stanza d’albergo è esposta all’occhio del
passante.
L’immagine,
legata sopratutto al cinema, racchiude il mito del lusso in
questo ultimo decennio. Ed è questo che
Nouvel ha voluto esprimere,
questa è la sua convinzione quando si è accostato al
progetto. Il concetto di Nouvel è il palcoscenico perfetto,
dove il passato e memoria, attraverso le proiezioni, danno una
nuova lettura e una rielaborazione della propria esperienza
spaziale.
Queto
è uno degli interventi fatti da Nouvel che disponeva di
un’anonima palazzina, in pietra arenaria, di inizio novecento,
da trasformare in un punto di riferimento per la clientela più
esclusiva di passaggio.
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Esempi
di modalità d'intervento per dare "identità"
Interventi
artistici per trasfigurare uno spazio, anche provvisoriamente:
Si tratta di interventi provvisori, che
trasfigurano l'immagine dell'architettura esistente, quasi costruzioni
ipermoderne che si sovrappongono a strutture fisse e pesanti e che
permettono in alcuni casi di estendere la città per implosione, con
elementi casuali che trasfigurano uno spazio e riqualificano la città.
Allora questi interventi provvisori danno un'identità non più statica,
ma dinamica e la riconoscibilità di quello spazio è il risultato di
una sequenza di identità provvisorie e cangianti che, nel loro
complesso, conferiscono un carattere specifico ad uno spazio.
Toyo
Ito, Torre dei Venti, Yokohama, 1986. La Torre dei venti, ora
demolita, era alta 21 metri, impostata su pianta ovale e
rivestita da leggeri pannelli in alluminio traforato che
riflettono la luce accentuando la forma della struttura. Di
notte, illuminata da 1.280 mini lampade, la torre generava un
particolare effetto caleidoscopico che mutava in funzione dello
spirare del vento, della sua intensità e direzione.
A ondate, la struttura traslucida ad arco si specchia nell'acqua
creando uno straordinario effetto di "raddoppiamento"
dell'immagine. Opera che esprime pienamente l'idea di Ito del
rapporto tra tecnologia e natura.
Possiamo
vedere in questa opera una identità variabile tanto nel tempo,
perché è un opera provvisoria, come nel suo cambiamento al
contatto col vento. Allora se pensiamo all'identità come
l'essere identici, quest'opera può diventare esempio per quei
pezzi di città dove proprio il suo essere cambia con il passare
del tempo e dove la fruizione continua trasforma lo spazio
e muta in continuazione.
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Microinterventi
contestuali/ecologici (contro l'inquinamento): Microchirurgia è
l'approccio per affrontare il delicato problema del recupero dei buchi
neri delle aree derelitte e abbandonate, dei nodi nevralgici dei
centri antichi o addirittura dei siti archeologici. Sono piccoli
interventi che mediante il monitoraggio, diagnostico e la sperimentazione,
permettono di trasformare uno spazio fornendo una immagine complessiva
composita e stratificata, capace di combinare in maniera originale
spazio virtuale e reale collaborando a formare l'identità di uno
specifico spazio. Sono piccoli "elettroshock" di riqualificazione che
permettono di intervenire rapidamente e senza grandi studi urbanistici.
Gianni
Ranaulo, Galleria del Tritone, Roma, 1995. Il progetto
per la galleria del tritone prevede la creazione de una
passeggiata ecologica: l'idea è di installare, al centro del
traforo e lungo tutto il suo sviluppo lineare di 360m, due
grandi schermi d'acqua a caduta verticale, distanziati fra loro
di circa tre metri, per poter ospitare nell'interspazio una
passerella, un magico e simbolico spazio pedonale. Concepiti
come una barriera anti-inquinamento, sfruttando il principio di
depurazione a umido, i due schermi d'acqua diventano il supporto
virtuale per proiezioni di immagini video di diversa natura
(informazione culturale, istituzionale, commerciale ecc),
animano cosi l'intero percorso.
In
casi dove le città presentano veri buchi neri, interventi che
mirano a migliorare la qualità dell'ambiente e della
circolazione, possono anche dare una identità mai avuta. Dove
il passare da una parte ad un'altra della città, non è più la
parentesi fra le due, bensì un percorso con il suo carattere di
tale ma anche permettendo di essere vissuto. Si aggiunge, la
capacita che li viene conferita dalle proiezioni de immagini,
gia che diventa anche canale d'informazione.
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Esempi di
modalità d'intervento per dare "relazione"
Piazze
telematiche: E'
la connessione
virtuale che è possibile stabilire per mezzo delle reti. Queste
tendono ad eliminare i limiti derivanti dalla distanza materiale tra
luoghi ed individui e permettono la nascita di nuove forme di comunità,
cioè nuove forme di relazioni umane.
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Una
Piazza Telematica è una struttura fisica messa a disposizione
della collettività al fine di garantire - ai cittadini di tutti
gli strati sociali - l’opportunità di poter usufruire di
servizi telematici di alto livello, inseriti in un ambiente
pubblico aperto, progettato per favorire occasioni di incontro
professionale, crescita culturale e socializzazione. Più
specificamente, le piazze telematiche possono essere osservate
dai diversi punti di vista (tecnologico, funzionale,
architettonico, urbanistico ecc.), infine ha il potere di
mettere in relazione le persone e spazi fisici lontani da se,
anche in questo caso grazie al cyberspazio.
L'utilizzo
del vocabolo "piazze" non serve solo per sottolineare
il valore semantico di un luogo urbano tradizionalmente dedicato
per eccellenza alla comunicazione, all'incontro, allo scambio di
merci (materiali e immateriali) e di servizi. Si vuole intendere
una rete di luoghi urbani (network di Piazze Telematiche)
collegati da reti telematiche e sufficientemente presenti sul
territorio della Città per assicurare "nuove funzioni
urbane", capaci di avviare un nuovo policentrismo in virtù
del forte potere di attrazione conseguente alla concentrazione
di servizi tecnologicamente avanzati, offerti dalle Piazze
Telematiche insieme ai contatti sociali.
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Creazioni
plastiche: Sono
creazioni quasi scultoree che grazie al loro movimento dinamico e
plastico danno una nuova identità a quelle parti di città degradate,
alla città intera ma anche a scala mondiale, mediante la loro capacità
di produrre rapporti nuovi con il loro intorno immediato e non. Questo
modo di procedere permette di passare ad essere immagine di se stesse ma
anche della città verso il mondo, allora la identità diventa multipla
a seconda della scala alla quale fa differimento.
"Frank
O. Gehry, Guggenheim Museum, Bilbao, 1997. Gehry sceglie
per il progetto un "intersezione" cittadina: una zona
industriale inutilizzata, allungata longitudinalmente lungo il
fiume, scavalcata da una rampa e posta tra il centro e le nuove
espansioni. L'idea principale del progetto è la concatenazione
tra i corpi che s'intrecciano con virulenza meccanica uno
sull'altro. Viene creata una piazza su cui gravita non solo la
biglietteria al museo, ma anche un piccolo auditorium,
ristoranti e negozi. Ne risulta un progetto strettamente
connesso alla città e alle banchine sul fiume: ai migliaia di
automobilisti che percorrono giornalmente il Ponte sul Nevrion
si apre una delle più spettacolari creazioni plastiche mai
costruite". (Saggio 01)
Plasticità
e movimento dinamico che non permettono di trovare niente di
mimetico e dove una memoria visiva particolarmente attenta
fatica a ricordare la composizione delle sue forme, ma che porta
paradossalmente ad una immagine sintetica ed unitaria che
diventa essa stessa la nuova immagine di Bilbao. Le sue curve
svolgono un ruolo di mediazione e relazione tra museo e città e
tra questa e il mondo, tanto che lo spazio interno si dissocia
dall'immagine monumentale che l'edificio propone all'esterno. C'è
lo conferma la natura costruttiva della finta torre che incombe
sul viadotto anticipando la veduta del museo dal centro della
città, consapevolmente esibita come pura immagine senza spazio
e funzione.
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Riferimenti
bibliografici:
*
Calvino 88 - Italo Calvino, Lezioni americane, Garzanti,
Milano 1988.
* Virilio 2000 -
Paul Virilio, La bomba informatica, Raffaello Cortina
Editore, Milano 2000.
* Ranaulo 01 -
Gianni Ranaulo, Light architecture, Testo & Immagine,
Torino 2001.
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