Le antiche mura

La cinta muraria pentagonale della Sassari medievale

Fino al XII secolo la città di Sassari era aperta e solo a partire dal secolo successivo si pensò di cingerla con delle mura.

Tali mura, d’architettura modesta, vennero innalzate non tanto per proteggere la città dalle incursioni barbariche, quanto per difenderla dai vari potenti che se la contendevano, non ultimi i giudici di Torres e, più tardi, i feudatari del Logudoro.

Iniziate nel secolo XIII dai Pisani, a cura dei consoli del comune, furono continuate dai Genovesi nel XIV secolo e trasformate sotto gli Aragonesi e gli Spagnoli. 

In seguito vennero intercalate da torri quadrate: Torre Doria, Artachia, Torre della Munizione, ecc. Faceva eccezione, per la forma cilindrica, Durandola (o Turondola, detta attualmente Torre Tonda) costruita prima del passaggio della città agli Aragonesi. 

Secondo alcune testimonianze vennero innalzate trentasei di queste torri, ma ora possiamo solamente ammirare quella di Porta S. Antonio, una appena più alta in Corso della Trinità e ciò che rimane della Torre Tonda (oggi racchiusa tra un insieme di vecchie case e l'edificio del monopolio di Stato nell'omonima via).

Il perimetro della recinzione muraria era di forma pentagonale, aveva uno sviluppo di circa 3 km ed era diviso da 4 porte; solo nel 1600 venne aperta un'altra porta, tra l'Arcivescovado e l'Università, e venne chiamata "Nuova".

In Corso Trinità troviamo le tracce più evidenti di quelle che erano le antiche mura della città; in alcuni tratti è ancora visibile il camminamento di ronda dove passavano le guardie durante la sorveglianza alle mura. 

Sono visibili ancora tre stemmi che attestano tre momenti della storia della città: una torre, lo stemma araldico della Sassari medioevale, una croce, ricordo della convenzione con Genova, ed un giglio, forse l’arma del podestà in carica.

I tre stemmi sulle mura di corso Trinità

Porte delle città.  

Porta Sant’Antonio: è l’antica "Sanctu Flasiu" cioè San Biagio, qui si trova una delle torri oggi sopravvissute, ancora in buone condizioni. L'antico nome di questa porta deriva dalla chiesetta ubicata vicino alla stazione ferroviaria e demolita nel 1926. Il nome attuale le viene invece dalla vicina chiesa di Sant’Antonio.

Porta Rosello: continuando per Corso Trinità si arriva al punto dove nei tempi andati era ubicata la "Porta Gurusele", poi "Porta Rosello", di cui oggi rimane soltanto il cardine sul quale la porta poggiava.

Porta Castello: negli Statuti del 1259 è chiamata "Porta Capu de villa" ed era quella aperta verso mezzogiorno. Dopo la costruzione del castello aragonese, nel 1327, prese il nome di "Porta di Castello". Questa porta fu la prima a essere demolita. Oggi dove un tempo era sorto il Castello si trova la caserma militare Lamarmora.

Porta Utzeri: era la porta che guardava a ovest. Di essa oggi non è rimasto niente.

Porta Nuova: fu aperta nel 1614 per comodità dei gesuiti che volevano uscire all'aperto senza fare un lungo giro. Anche questa porta è stata completamente demolita.

I sassaresi si sentivano soffocare dentro la cinta delle muraglie costretti a vivere come in una prigione. La situazione cambiò soltanto nel luglio del 1840, quando il Municipio chiese il permesso di lasciar aperte le cinque porte della città per le esigenze della popolazione, in particolare per i campagnoli e per i viaggiatori.

Da allora in poi, a poco a poco, venne distrutta tutta la cinta muraria.

 

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