Nell'aprile del 1999 un amico mi parlò per la prima volta del Cammino di Santiago, rivelandomi l'esistenza di un mondo incredibile e anacronistico di gente che viaggia a piedi. Rimasi molto colpita dal fatto che, in quest'epoca in cui nessuno è più capace di andare da nessuna parte se non facendosi trasportare, ci fossero ancora migliaia di persone disposte ad affrontare un pellegrinaggio lungo 750 chilometri contando solo sulle proprie gambe. Cosa poteva spingere tanta gente ad abbandonare le comodità della vita moderna per più di un mese? Per rispondere a questa domanda, ho cominciato a documentarmi su una tradizione religiosa che ormai vanta 1200 anni di storia, e alla fine il Cammino di Santiago mi ha talmente affascinata che nel giugno del 2002 ho deciso di partire anch'io. A distanza di anni, il Cammino rimane una delle esperienze più significative della mia esistenza; un'avventura solitaria di un mese, al termine della quale ho capito che il viaggio più importante è quello che ognuno fa alla ricerca di sé stesso, ed è un viaggio che dura tutta la vita.
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