Mal di gola
Sarà capitato anche a voi di fare un viaggio con l’aria
condizionata a tutto volume, cosa assolutamente da evitare, specie d’estate. I
condizionatori sono invenzioni degli americani che d’estate, anziché riposarsi,
hanno fatto questa bella pensata per essere produttivi. Ma scherzi a parte,
vediamo cos’è il mal di gola? Perchè è pericoloso? Cosa può accadere a nostro
figlio se si ammala di mal di gola? E che differenza c'è tra tonsillite e
faringite? Nel frattempo vedi anche la malattia del bacio che è dovuta ad un
virus particolare che dà un mal di gola molto forte, febbre e movimento degli
enzimi epatici.
Innanzitutto, siete sicuri che si tratti di un mal di gola, e non di un dolore
irradiato al collo, quindi di origine cardiaca? In questo caso vi sentirete
oppressi e deboli, con sudore freddo profuso che dura qualche minuto. Nel caso
opposto, se avrete preso freddo in un viaggio in auto con l’aria condizionata a
tutta birra (!), avrete una infiammazione della faringe su base infettiva, cioè
sarete affetti dalla infezione più diffuse delle prime vie respiratorie.Sintomatologia.
Rappresenta il mal di gola o faringite, la più frequente
infezione batterica delle vie respiratorie nel bambino in età scolare e, perché
no, dell’adulto., da non confondere con la tonsillite che interessa, appunto, le
tonsille che appaiono ingrossate, dolenti ed essudanti materaliale purulento o
ricoperte da placche. Presenta un andamento stagionale a seconda delle virosi
che affliggono il tratto respiratorio tra gennaio e marzo. L’incidenza invernale
è compresa tra 60 e 120 casi/1000 persone. Il bambino costituisce la principale
riserva di infezione intrafamiliare e comunitaria. Nell’impostare il trattamento
bisogna sapere che il 50% delle faringiti dipende da virus respiratori, per il
resto da batteri. Vediamo quali.
Eziologia.
Causa virale nel 50% dei casi
Streptococcus pyogenes nel 25%
Streptococchi beta emoliti del gruppo C 10%
Corynebacterium spp 5%
Chlamydia pneumoniae 5%
M. pneumoniae 5%
Importante è fare subito un distinguo fra la faringite da streptococcica versus quella virale.
Esordio Faringodinia Ipertrofia tonsillare Essudato Linfoadenite cervicale |
f. streptococcica severa elevata > 39°C rari severa frequente frequente e severa rara |
f. da virus respiratori lieve 37.5-38.5 frequenti moderata assente rara e moderata frequente |
Diagnosi
La diagnosi può essere basata solo sui segni clinici, come
sopra riportati; se le tonsille presentano delle placche, cioè pseudomembrane
bianco-giallastre adese alla loro superficie pensiamo alle faringiti batteriche;
se vi sono ulcerazioni ed arrossamento, pensiamo ad un herpangina, cioè una
tonsillite da virus Coxackie; se le membrane sono voluminose, la gola molto
infiammata, edematosa, tanto da impedire pure il respiro: non si tratterà di
difterite??
La diagnosi si avvale, inoltre, del tampone tonsillare e dell’esame colturale su
piastra e sulla determinazione rapida dell’antigene; occhio all’emocromo: se i
globuli bianchi sono elevati e maggiori di 12.000, pensiamo ad una tonsillite
batterica, con i neutrofili aumentati; se viceversa i bianchi sono aumentati ma
di poco ed i linfociti accresciuti insieme ai monociti, pensiamo alla
Mononucleosi infettiva o alla malattia del bacio. La febbre reumatica e la
glomerulonefrite post-streptococcica rappresentano la sequela di una infezione
sistemica da streptococcus pyogenes, con danno alle membrane dei glomeruli
renali. Essa insorge dopo 2-3 settimane dall’infezione streptococcica, con
tachicardia, artralgie, noduli sottocutanei, elevazione del titolo
antistreptolisinico (TAS), marcata leucocitosi neutrofilica, PCR elavata.
Terapia.
La cura delle tonsilliti si avvale di antibiotici. Attualmente con le linee
guida ministeriali, è inutili andare a trattare un paziente con antibiotici
strani, come si faceva un tempo!!
CURARE CON
Penicilline
Amoxocillina o amoxocillina-acido clavulanico
Eritromicina
Azitromicina
Cefixime
Ciprofloxacina
Claritromicina
Clindamicina
Levofloxacina
roxitromicina
I cicli si conducono per almeno 6 gg o 10 giorni (penicilline), o per 3 giorni
se si impiega un’azalide ; negli ultimi tempi in Italia si assiste al fenomeno
della resistenza nei confronti dei macrolidi che si considerano come farmaci di
seconda scelta. Ancora si possono impiegare le cefalosporine di II e III
generazione, specie nei soggetti con frequenti ricadute.
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