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Arno
Salarno
Adamé Valcamonica Preistorica |
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le immagini sono tratte dai volumi:
"I Camuni" -Jaca Book- e "Valcamonica una storia per l'Europa -edizioni del Centro- di E. Anati
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Si riporta integralmente la descrizione della
"nuova guida ai percorsi",
nuova guida ai percorsiNAQUANE LA STORIA NELLA ROCCIA
Il Parco Archeologico Nazionale delle Incisioni Rupestri di Naquane
offre al visitatore una delle manifestazioni di Arte Rupestre preistorica più
importanti del mondo. Le figure incise raccolte in quest’area non sono state
completamente censite, ma il loro numero è stimato in molte decine di migliaia;
la loro importanza per la conoscenza della storia più antica dell’umanità è
grandissima. CENNI STORICILa valle deriva la sua denominazione dai Camunni, la popolazione dell’età del Ferro il cui nome compare per la prima volta, insieme a quello di altre genti, sul trofeo fatto innalzare da Augusto a La Turbie, in Francia, a suggello dell’avvenuta conquista, sul finire del I sec. a.C., dei popoli alpini. Le incisioni rupestri della Valcamonica sono prevalentemente raggruppate in due aree:nella bassa valle sulle colline di Luine e di Gorzone (al limitare delle sorgenti di acque ferruginoso-magnesiache di Boario Terme) e nella zona di Capo di Ponte, dominata a Est dal suggestivo Pizzo Badile e adOvest dal Concarena. In quest’area, su ambedue i versanti della vallata, vi è una grande concentrazione di incisioni, soprattutto dove la roccia affiorante, lisciata dai ghiacciai, offrì superfici ben levigate per il lavoro degli antichi artisti. Le incisioni erano ottenute picchiettando la superficie con un percussore litico (tecnica della martellina) o, più raramente, incidendola con uno Strumento a punta acuta (incisioni filiformi). Dopo la prima segnalazione di rocce istoriate data da Gualtiero Laeng nel 1914 sulla Guida d’Italia del Touring Club, in varie zone della valle si sono susseguite indagini e ricerche da parte di numerosi studiosi. Ma il primo tentativo di scansione tipologica e cronologica dell’arte rupestre camuna, condotto sull’analisi e lo studio dello stile, del contenuto e delle sovrapposizioni di migliaia di incisioni, si deve ad Emmanuel Anati, fondatore, nel 1964, del Centro Camuno di Studi Preistorici. L’arte rupestre risulta così scandita dallo studioso in quattro gruppi stilistici principali corrispondenti al periodo preistorico (dall’Epipaleolitico all’età del Bronzo: stili I-III), caratterizzato da un’arte schematica con figure isolate o raggruppate in composizioni di carattere simbolico (armi e altri manufatti), e protostorico (età del Ferro: stile IV), contraddistinto da un’arte naturalistico narrativa con figure in movimento e descrizione di vere e proprie azioni. Le istoriazioni dell’ultimo periodo possono essere attribuite alla popolazione dei Camuni, prima ricordati, che le fonti storiche definiscono ora Reti (Strabone) ora Euganei (Plinio). IL PARCO:ISTRUZIONI PER L’USO
Il Parco, creato nel 1955 dalla
Soprintendenza Archeologica della Lombardia, si estende per circa 35 ettari
lungo la riva sinistra del fiume Oglio, sulle colline esposte a mezzogiorno,
tra i 400 ed i 600 metri di altitudine. Al suo interno vi sono numerosi
sentieri, tutti facilmente transitabili, che consentono di osservare da vicino
la maggior parte delle incisioni: L’ANTIQUARIUM In prossimità della ROCCIA 1 si
trova l’Antiquarium nel quale sono conservati reperti preistorici e
protostorici provenienti dalla valle. La raccolta comprende stele e massi
erratici incisi durante l’età del Rame (III millennio a.C.) e oggetti rinvenuti
in corredi tombali o in insediamenti, scoperti casualmente o identificati
nella ricerca di superficie o parzialmente indagati con scavi stratigrafici. I PERCORSI
Percorso arancione - UN’ORA E 45 MINUTI -Roccia 50 LE ISCRIZIONI CAMUNE - Le
iscrizioni incise sulle rocce all’aperto sono spesso inserite in contesti
figurativi con i quali sono, almeno in alcuni casi, sicuramente in relazione.
L’alfabeto usato, come in altre aree dell’Italia settentrionale nello stesso
periodo, è l’alfabeto etrusco adattato alle esigenze fonetiche della lingua
(ancora da specificare) parlata nella zona. Da qui la definizione di “alfabeto
nordetrusco”. Sulla ROCCIA 50 compaiono non meno di 10 iscrizioni di cui 8 sono
apparentemente connesse con raffigurazioni di orme di piedi, una scala, una
casa, figure antropomorfe e animali. Roccia 44 LE ASCE-ALABARDE - Le due
asce-alabarde con taglio semilunato, qui raffigurate con incisione filiforme,
appartengono aIl’armamentario delle popolazioni alpine che, come scrive anche Orazio
in un’ode dedicata a Druso, che nel 15 a.C. aveva combattuto i Reti nella Valle
dell’Adige, usavano l’ascia in combattimento, secondo una tradizione diffusa
per tutta l’età del Ferro. Roccia 1 L’ENIGMA DELLE PALETTE - La
paletta è forse la figura che ha suscitato più dibattiti e ipotesi
interpretative tra gli studiosi. Presenti su molte rocce della Valcamonica, le
figure di paletta si trovano anche nelle incisioni rupestri della Svezia,
della Francia e della penisola iberica. Il problema interpretativo, malgrado le
numerose ipotesi e gli anni di studi, resta tuttora irrisolto. Roccia 6 LE LANCE PREISTORICHE - Sin dall’età del Rame (III millennio a.C.) nelle istoriazioni rupestri della Valcamonica si trovano frequentemente composizioni di armi eseguite su massi o lastre (le stele) o, più raramente, su pareti rocciose. Si tratta di alabarde, asce, pugnali e scudi raffigurati probabilmente a scopo rituale e con intenti simbolici. Quale significato attribuire a queste immagini di armi? Gli studiosi non sono concordi nel dare a queste composizioni un’interpretazione esclusivamente sacrale, paragonabile cioè alle deposizioni rituali delle armi presso le fonti, sulle pire funerarie o nelle tombe. Taluni hanno pensato ad un vero e proprio culto delle armi; altri ancora si sono soffermati sull’intento apotropaico (allontanare influenze magiche maligne) di queste raffigurazioni. Roccia 99 UN’ISCRIZIONE LATINA - Sulla
ROCCIA 99 compare un’iscrizione latina disposta su tre linee di scrittura
eseguita a martellina. I caratteri sono latini in maiuscola capitale. Alcune
figure zoomode confondono i tratti della seconda linea; una di esse pare
assumere l’aspetto di una R. Anche se è accertato nelle iscrizioni camune l’uso
di sfruttare, da parte degli incisori, eventuali figure preesistenti per
raffigurare dei segni alfabetici, tuttavia non è sempre realistico ipotizzare come
avvenuta questa operazione.
Percorso verde Roccia 73 - 20 MINUTIUNA CAPANNA ‘A DUE PIANI’ - La
figura di costruzione della ROCCIA 73 è uno dei migliori esempi di “capanna”
presente nelle incisioni rupestri della Valcamonica. La grande scala, poggiata
su uno dei fianchi dell’abitazione, ci chiarisce che la costruzione è
sopraelevata, come gia è possibile notare dai cinque pali di sostegno, di cui
quello centrale è portante. Essa doveva perciò svilupparsi su più piani. Sulla
sommità del tetto si incrociano due segmenti di forma uncinata simmetricamente
contrapposti, forse motivi zoomorfi come corna di bovidi, protomi d’uccello o
di cavallo. Roccia 70 CERNUNNOS - Il Dio Cernunnos è
raffigurato in piedi, vestito di lunga tunica; sul capo ha corna di cervo,
impugna un coltello nella mano destra e sullo stesso braccio porta un’armilla.
Dal busto fuoriesce una barchetta a testa d’uccello acquatico (simile a quelle
della ROCCIA 50), accanto vi è un personaggio in atteggiamento da “orante”. Percorso blu - 45 MINUTI -Roccia 23 IL CARRO A QUATTRO RUOTE - La
struttura di questo carro trova confronto nei mezzi di trasporto ancor oggi
utilizzati in Valcamonica: la forma rettangolare allungata e le ruote piccole,
infatti, rendono adatto questo mezzo agli stretti sentieri di montagna. Roccia 32 UNA PROCESSIONE DI ORANTI - Nelle
incisioni rupestri neolitiche e dell’età del Bronzo la figura umana viene
rappresentata schematicamente nella posizione dell “orante”: le braccia sono
piegate più o meno rigidamente e rivolte verso l’alto; le gambe simmetricamente
contrapposte ad esse. Il busto è lineare e la testa spesso è resa con semplice
coppella. Anche il sesso è per lo più evidenziato: una piccola coppella tra le
gambe rappresenterebbe l’organo sessuale femminile, un piccolo tratto
distinguerebbe l’organo maschile. Sulla cronologia di queste figure
schematiche non vi sono ancora studi approfonditi. Per ora l’analisi delle
sovrapposizioni, metodo fondamentale per la definizione delle fasi cronologiche,
mostra che le figure schematiche oranti sono sempre sottoposte alle figure
dell’età del Ferro. Esse sono pertanto più antiche. Roccia 35 IL PERSONAGGIO IN CORSA - Agli
inizi del V sec. a.C. nelle incisioni rupestri della Valcamonica si assiste ad
un ritorno dello stile naturalistico di tipo descrittivo. Il dinamismo è reso
da semplici accorgimenti tecnici quali, ad esempio, la raffigurazione degli
arti tesi innanzi o piegati a simulare la corsa. IL VILLAGGIO CAMUNO - Nell’età del Ferro assistiamo
frequentemente a scene aneddotiche e descrittive. Bisogna sottolineare che le
rocce si presentano come palinsesti, cioè come superfici più volte incise e
riutilizzate nello stesso punto, per motivazioni che ancor oggi ci sfuggono.
Forse gli artisti incisori consideravano come zone sacre le aree già incise
precedentemente e di volta in volta potevano completare o modificare precedenti
insiemi di grafemi. La scena che abbiamo ora di fronte ci mostra infatti una
serie di costruzioni - abitazioni, granai, templi - sovrapposte a scene di
caccia. Alcune figure - cervi e cani -appaiono così all’interno delle
costruzioni, anche se incise anni addietro da un artista diverso. A volte la
figura umana appare all’interno delle costruzioni, senza riuscire tuttavia a qualificare la natura della struttura
(abitazione, granaio o tempio?), in quanto tali figure potrebbero rappresentare
simulacri o statue di divinità. Sovrapponendo le costruzioni alle scene di
caccia, l’artista ha forse voluto rappresentare in prospettiva ciò che accadeva
attorno al villaggio: scontri armati, battute di caccia a piedi o a cavallo, il
lavoro e gli atti religiosi. Roccia 60 LA ROSA CAMUNA - Tra le
figurazioni simboliche presenti nelle incisioni rupestri dell’età del Ferro la
“rosa camuna” (così, impropriamente, chiamata per la sua somiglianza con un fiore)
sembra assumere un’importanza particolare. Roccia 57 I CERVI CAVALCATI - I cervi
compaiono nelle incisioni rupestri della Valcamonica già a partire dall’Epipaleolitico,
oltre 10.000 anni fa, ma divengono più frequenti nell’età del Rame (III millennio
a.C.) e nell’età del Ferro (I millennio a.C.). Si tratta di figure isolate o
riunite in gruppi in attitudine di pascolo o di corsa per sfuggire ai cacciatori
e ai cani. L’ARATRO - La pratica dell’aratura
si afferma già a partire dalla fine del Neolitico e dall’età del Rame, come
attestano le tracce rinvenute, durante gli scavi archeologici, in insediamenti
e luoghi di culto. |
NOTIZIE UTILI Indirizzo
Parco Nazionale delle Incisioni
Rupestri Località Naquane - 25044 CAPO DI
PONTE Tel. 0364/42 140.
Orario di visita
Gennaio/Marzo, Ottobre/Dicembre:
9.00-17.00
Aprile/Giugno, Settembre:
9.00-18.45
Luglio/Agosto:9.00-19.45
Chiuso i lunedì non festivi.
Libri e documentazione
Presso la LIBRERIA DEL PARCO sono
disponibili, oltre a poster e cartoline, tutte le guide attualmente in
commercio relative al Parco Nazionale, alle altre località archeologiche, ai
Musei della Valcamonica e all’arte rupestre in generale.
Visite guidate
Vengono fornite da guide locali su
prenotazione.
La presente guida è stata
realizzata per la prima volta nel 1989, nell’ambito di un progetto di
valorizzazione del Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Capo di Ponte,
finanziato dal Ministero per i Beni Culturali e Ambientali ex L 449/1987 e
comprendente la creazione di percorsi e pannelli espositivi, l’allestimento
dell’antiquariam, il rilievo topografica del Parco, il restauro ed il rilievo
grafico e fotografico delle rocce incise ed il programma di informatizzazione
della relativa documentazione.
Realizzazione:SOPRINTENDENZA
ARCHEOLOGICA DELLA LOMBARDIA
20123 MILANO. Via E. DeAmicis, 11
Tel. 02-89 40 05 55-fax 02 89 40 44 30
Direzione e coordinamento generale:
>Raffaella Poggiani Keller, Soprintendenza
Archeologica della Lombardia
Progetto e allestimento: IKONOS srl,
Servizio Beni Culturali, Treviolo
Tel. 035 200 515—fax 035 201 041
Email:ikonos@archivio.it
Consulenza scientifica: Raffaele De Marinis,
Università Statale di Milano; Vincenzo Fusco, già Università Statale di Milano;
Alberto Mancini, Università di Firenze
Assistenza:G. Claudio Vaira, con la
collaborazione
di E. Ruggeri e G. Martinazroli,
Soprintend. Archeologica della Lombardia.
Testi:Carlo Baruffi; Angelo Fossati; Alberto
Mancini; Doriana Piombardi; Raffaella
Poggiani KelIer, Mila Simoes de Abreu, Patrizia Toniutti.
Rilievi e fotografie: Archivio Soprintend.
Archeologica della Lombardia (rilievi della Cooperativa lo Orme dell’Uomo).
Prima edizione: IKONOS Editore, 1989.Terza edizione: IKONOS Editore, 2000
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