Sebbene
Plinio la rifiutasse sdegnosamente, considerando inutile "sovrapporre sui
legni più comuni una corteccia di maggior pregio", l'arte
dell'impiallacciatura ha sfruttato opportunamente le qualità decorative del
legno dai tempi pre-egiziani fino ai giorni d'oggi. L'impiallacciatura consiste
nell'incollare un sottile strato di legno avente venatura decorativa su un legno
comune, ma strutturalmente stabile. La tecnica permette un impiego più
economico dei costosi legni decorativi, lasciando altresì all'artigiano la
libertà di creare dei disegni compositi tagliando e squadrando opportunamente i
piallacci. I primi piallacci erano tagliati a mano impiegando una grossa sega
multilame.

Col principio del XIX secolo, entrarono in funzione le seghe a
motore e i piallacci si tagliarono con seghe circolari dai diversi diametri. I
piallacci moderni sono molto più sottili dei loro predecessori, e sono in
genere tagliati dal tronco con tranciatura di piatto, su quartiere o in mezzo
tondo.
I
piallacci si possono anche ricavare per sfogliatura, trasformati in un foglio
continuo dalla rotazione del tronco contro la lama della sfogliatrice. Questi
ultimi mostrano una fiammatura innaturale e piuttosto incontrollata e sono in
genere usati solo per compensati.
I mobili costruiti prima della fine del secolo erano in genere impiallacciati
su una base di pino, di mogano o di quercia. In qualche caso venivano unite due
strisce di legno di circa cinque centimetri all'anima centrale, su entrambi i
lati, disposte con la venatura incrociata, per ostacolare la tendenza naturale
all'imbarcamento. Oggi il piallaccio viene posto su un pannello industriale, sul
compensato, su un pannello di particelle o su un pannello listellare di grandi
dimensioni. I pannelli impiallacciati ora sono prodotti in serie in presse
multivano a piani riscaldati, nelle quali gli adesivi termoindurenti si
solidificano in pochi minuti. L 'era della tecnologia ha operato profondi
mutamenti, ma l'antica arte dell'impiallacciatura si può ancora vedere nei
laboratori specializzati dove si restaurano i mobili d'epoca.

PIALLACCIO DI RADICA: Questi piallacci, altamente apprezzati, sono tagliati
dalla superficie di testa di protuberanze trovati sui tronchi di molte piante.
Essi sono in genere tagliati dagli alberi di olmo, quercia, frassino, noce ed
altre latifoglie.

PIALLACCIO SINUOSO: ricavato dalla parte che congiunge un ramo al tronco
principale, presenta un'attraente figura sinuosa, come nel campione di modano
illustrato. Anche dalle radici principali di alcuni alberi si ricavano dei
piallacci con delle figura molto belle.
 TRANCIATI:
il mezzo tronco viene ammorbidito in acqua prima di essere tranciato. I
tranciati ricavati dalla corona del tronco presentano l'aspetto marmoreo del
durame, talvolta in contrasto col chiaro alburno dei bordi. Il campione è di
palissandro di Rio.
 TRANCIATO
DI QUARTO: dopo averlo ammorbidito per immersione od evaporizzazione, la
porzione del quarto di tronco viene montata su di un carrello mobile che fa
slittare contro una lama fissa. Il campione è di Sapelli.
 SFOGLIATO:
Dopo la scortecciatura, il tronco intero viene appoggiato contro la lama della
sfogliatrice. Con il movimento di rotazione si ottiene la sfogliatura in
continuo.
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