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Il Santuario
di S. Antonio Abate

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La coperta di Linus

A cura di Don Paolo Aghietti, Brano già pubblicato su Castello7 , settimale della parrocchia S. Michele a Castello di Firenze, 4 Febbraio 2001.

 

In questo nostro mondo che non sopporta più il quotidiano, i superlativi si sprecano. Per trovarne di nuovi si forza anche la lingua, super, extra, ultra...! Gli "avvenimenti del secolo" si susseguono a ritmi vertiginosi. Le stesse stagioni, non essendo più quelle di una volta, almeno si presume, si rincorrono a suon di record infranti. Ogni anno al caldo più insopportabile "a memoria d'uomo" fanno seguito le piogge più abbondanti del secolo, subito rimpiazzate dal gelo che più gelo non si può. E il tutto si ripete puntualmente ad ogni stagione e ad ogni mutar di vento.

La notizia ormai non può più parlare del quotidiano, di ciò che definiamo "normale". Questo già si sapeva e già ne abbiamo parlato in più occasioni. Quello che invece ci sembra nuovo è il fatto che a forza di spingere sull'enfasi, facendo apparire tutto abnorme e superlativo si ingenera un profondo senso di impotenza di fronte ad avvenimenti così incontrollabili, soprattutto perché definiti tali. Se questi eventi sono così forti, così terribili non resta altro che la paura e la reazione scomposta e spropositata, l'unica adatta a... non affrontare e risolvere i problemi! Una paura che può essere silenziosa o urlata, ma pur sempre paura. Ed è risaputo che la paura non genera libertà, ma asservimento.

Ecco allora la lista aggiornata a ieri delle paure: l'uranio impoverito, la mucca pazza, le frane, i terremoti, i vulcani, le valanghe, l'inquinamento, perfino l'influenza e così via terrorizzando...

Per esorcizzare l'angoscia montante viene spontaneo rifugiarsi nelle antiche ricette, quelle di una volta, che sembrano le più adatte a rassicurare: «Quando fuori infuria il temporale, diceva il poeta latino Tibullo, come è bello stare al caldo sotto le coltri del letto!». E così, in mancanza di sicurezze, ognuno si fabbrica la sua coperta, come il piccolo Linus dei fumetti di Schulz.

Una coperta buona per tutte le occasioni e ormai collaudata dall'uso dei secoli è quella straordinaria capacità di rimanere chiusi a qualsiasi lettura della realtà: nell'incapacità di gestire le cose è meglio far finta che nulla sia cambiato, almeno nell'ambito della nostra esperienza. Ed è così che la realtà ci colpisce e distrugge, ma anche in questo caso basta addossare la colpa al destino o alla cattiveria altrui e possiamo continuare a ... dormire.

La ragione e la Scrittura indicano invece altre ricette: la conversione e l'apertura intelligente alla vita, la decifrazione dei segni dei tempi e il coraggio di affrontare la novità sapendo che, se anche i tempi sono cattivi, l'uomo è chiamato alla vita e alla libertà perché questa è la volontà di Dio prima ancora di qualsivoglia precetto.

 

 

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