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E proprio a S. Antonio abate, a cui venne dedicato il Santuario di Fosso Magno in agro di Grottole, è dedicata questa sezione del sito dove cercheremo di ricostruire la storia umana e spirituale di questo eremita. Infatti S. Antonio abate non è un illustre sconosciuto, ma è il monaco più
illustre della Chiesa antica (250-356), di cui ci è pervenuto uno dei più begli
esempi di biografia. Ne è autore S. Atanasio, che di Antonio era amico e zelante
discepolo. Si rifugiò dapprima in una plaga deserta e inospitale tra antiche
tombe abbandonate e poi sulle rive del Mar Rosso, dove condusse per ottant'anni vita di
anacoreta. Il richiamo della sua straordinaria avventura spirituale, pur in assenza
dei mass media e delle rapide comunicazioni moderne, si propagò a tal punto che da tutto
l'Oriente monaci, pellegrini, sacerdoti, vescovi, e anche infermi e bisognosi, accorrevano
a lui per ricevere consigli o conforto. Lo stesso Costantino e i suoi figli si mantennero
in contatto con il santo anacoreta. Non è possibile parlare di questo illuminato "contestatore"
senza accennare alle tentazioni che turbarono la sua solitudine nel deserto e che
fornirono a pittori come Hieronymus Bosch il pretesto per ritrarlo
tra mille conturbanti tentazioni diaboliche, infatti S.
Antonio fu bersaglio di molteplici tentazioni del maligno che gli
appariva sotto sembianze angeliche, umane e bestiali. |
Sant'Antonio abate.
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