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Le Parole della Bibbia A cura di Alessandro Tarli
AàV significa "amare". Probabilmente questa radice è connessa con l'idea di respirare", che riproduce onomatopeicamente. Infatti lamore, come anche l'ira, erano intesi nel contesto semitico come qualcosa di concreto che era percepibile attraverso una intensificazione della attività respiratoria. AàV indica non solo lamore umano nelle sue varie forme, ma anche lamore di Dio e lamore verso Dio. L'amore di Dio (per esempio Deuteronomio; 7, 13) è di solito connesso con la discendenza, cioè è testimoniato dal futuro del popolo, localizzato nella "terra promessa. Lamore verso Dio si manifesta in molti passi, come in Esodo; 20, 6, con l'osservanza del comandamenti. Si capisce così perché in Giovanni; 14, 15 Gesù, che poco prima (Giovanni; 14, 10-11) aveva affermato la sua comunione di vita con il Padre, riferisca conseguentemente a se stesso quella definizione dell'amore dicendo: "se mi amate osservate i miei comandamenti". Ma i comandamenti di Gesù sono la sua parola (Giovanni; 14, 23) per cui, tenendo conto che nel mondo ebraico la parola coincide con il fatto che indica, la parola di Gesù è tutta la sua vita, che con la risurrezione esce dai vincoli del tempo e della morte, dando al credenti la vita eterna. è questo il compimento della discendenza che costituiva la promessa di Dio nell'Antico Testamento. Quindi in Gesù lamore verso Dio viene a coincidere con lamore di Dio verso l'uomo.
òEL, tenda,
è labitazione tipica del nomade. Nella storia degli ebrei la fase nomade,
conclusasi con linsediamento in Canaan circa 2100 anni fa, costituì il periodo in
cui si formò un forte senso di identità, basato sulla convinzione di essere stati scelti
da Iauè fra tutti i popoli. Questa convinzione era basata sullesperienza
dell'Esodo, in particolare sulla percezione della presenza di Iauè, che si concretizzava
in continui interventi di salvezza.
OR, luceOR significa "luce".
Per afferrare meglio il valore che questo termine aveva nell'antichità bisogna fare
qualche considerazione. Per gli antichi la luce era un qualcosa di più vitale, profondo e
prezioso che per noi. Conoscevano la luce del sole, l'unica abbagliante, e poi quella
della luna, che scandiva i tempi della natura, e delle stelle, indispensabile per
l'orientamento. Ottenevano la luce artificiale solo con la combustione, ed era sempre una
luce debole che, tanto per intendersi, poteva permettere di leggere a non più di un metro
di distanza. Accendere il fuoco, sia per altri usi che per generare luce, era
un'operazione impegnativa, tanto che normalmente nelle case il fuoco veniva tenuto acceso
giorno e notte. Anche per noi la parola "luce" è molto importante, sia quando
si riferisce al fenomeno fisico (la luce del sole, la luce delle lampade, e anche...le
bollette!), che in senso figurato (sinonimo di chiarezza, di riferimento essenziale). In
una certa misura noi ci sentiamo padroni della luce. Se siamo al buio basta un gesto e si
possono mettere in funzione sorgenti luminose potenti, tanto da vederci bene come di
giorno. Di notte le strade sono illuminate oppure è possibile illuminarle con i fari
delle macchine, per cui si può viaggiare con sicurezza. Per orientarci poi c'è il radar.
E anche, figli di un'era tecnologica, siamo predisposti a vedere la realtà con occhio
scientifico (anche se la cosa sarebbe da discutere). Non era proprio così per gli
antichi. La luce, reale ma impalpabile, capace di traversare senza modificarli materiali
come l'acqua, e anche impenetrabili come il vetro, era un qualcosa di misterioso.
OTH significa segno,
cioè un qualcosa, oggetto o fatto che sia, su cui si pone lattenzione e che, con un
collegamento noto o comprensibile allinterlocutore, porta la mente a una realtà ben
distinta dallevento di partenza. OTH si ritrova anche nel linguaggio comune, per
esempio in Numeri; 2, 2, dove ha il senso di insegna, vessillo distintivo
delle varie tribù di Israele, ma ha un uso caratteristico nel campo della fede, nel quale
sta ad indicare realtà invisibili. In questa logica OTH è talvolta un fatto ordinario,
come in Genesi; 17, 11, dove la circoncisione è il segno (OTH) del patto di Dio con
Abramo, o in Esodo; 31, 13, dove il sabato è il segno della sovranità di Dio, o in
Isaia; 55, 13 dove il ritorno in patria degli ebrei esiliati in Babilonia costituisce un
segno eterno dellamore di Dio. Altre volte OTH, quasi sempre in riferimento
allesperienza dellesodo dallEgitto, è un fatto straordinario, o
ritenuto tale, come nel caso dei prodigi fatti da Mosè davanti a Faraone, per dare prova
del mandato ricevuto da Dio (Esodo; 4,8 e ss.), o nel caso del passaggio del Mar Rosso
(Deuteronomio; 11, 3), quando gli ebrei si salvarono e gli egiziani perirono.
ACH viene tradotto con
fratello. Come in italiano il termine può essere usato non
solo in senso ristretto in riferimento ai figli degli stessi genitori, ma anche in senso
più ampio per indicare i membri di una stessa tribù, gli alleati, gli amici. In genere
il significato si ricava dal contesto in modo abbastanza chiaro. Luso ampio di ACH
è legato in ebraico non tanto allanalogia con la famiglia, come per noi
Fratelli dItalia, quanto alla struttura patriarcale dellaggregato
familiare, allinterno del quale i figli più o meno coetanei di varie coppie
vivevano esperienze comuni non diversificate. |
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