Il Santuario
Il sorriso dello spirito |
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I suoni della guerra rimbombano vicino a noi, ormai accendere la tv, leggere un giornale diventa un atto di coraggio... In giorni in cui l'uomo sembra aver smarrito la ragione, tra presunte guerre di religione ed inutili proclami di vendetta, vogliamo recuperare e riscoprire "il sorriso dello spirito"...
« Una storiella ebraica racconta: "Londra 1914. Un gruppo di ebrei emigrati dallEuropa orientale discute animatamente se ci sarà o no la guerra. Uno dice: "Io non ho paura. E comunque ci sono due possibilita. O non cè la guerra e allora va tutto bene, oppure cè la guerra e allora ci sono due possibilità. O la guerra rimane circoscritta ai contendenti continentali e allora tutto va bene, oppure si allarga, e allora ci sono due possibilità. O linghilterra non viene coinvolta e allora tutto va bene, oppure linghilterra viene coinvolta, e allora ci sono due possibilita. O si reclutano solo volontari e allora tutto va bene, oppure cè il reclutamento obbligatorio, e allora ci sono due possibilità. O posso evitare di presentarmi e allora tutto va bene, oppure sono costretto a presentarmi. Ci sono comunque sempre ancora due possibilità. O vengo riformato, e allora tutto va bene, oppure vengo arruolato. Comunque ci sono sempre due possihilita. O rimango in Inghilterra e allora tutto va bene, oppure devo partire per il fronte e sarebbe una maledizione, ma ci sono comunque due possibilità. O entro nella Croce Rossa e allora tutto va bene, oppure devo andare a sparare, e allora ci sono due possibilità. O sparo io per primo al tedesco e allora tutto va bene, oppure è lui che spara per primo a me. Comunque ci sono ancora due possibilità. O la ferita non è grave e allora tutto va bene, oppure è grave. Ma ci sono sempre due possibilita. O riesco a guarire e allora tutto va bene, oppure sono morto... Ora, un morto non ha piu bisogno di avere paura di nulla... Ma poi, dove sta scritto che devo morire?". Ed eccovene unaltra: Abramele ha lanimo del filosofo. Un amico lo incontra e gli chiede: "Come va?". "Eh!". "E gli affari?". "Mah!". "E tua moglie?". "Eh!". "E i figli?". Mah!". Stammi bene, allora". "Stammi bene tu... Ha davvero ragione il dottor Freud quando dice che se uno parla, gli si alleggerisce il cuore". Le due storielle ci introducono con il sorriso al tema che ci proponiamo di affrontare: esse permettono di cogliere in modo immediato e intuitivo le peculiarità dellumorismo ebraico, che desta oggi estremo interesse, perché si impone per la sua specificità e il suo fascino rispetto alle forme di umorismo proprie di altre tradizioni. È un riso lieve e leggero, quasi un fremito delle narici. È un riso che accende lo sguardo e fa brillare gli occhi, che quasi mai prorompe nella risata banale e spensierata. È un sorriso quindi, più che un riso, che solo a volte è davvero entusiasta e gioioso e solo raramente appare allegro e festoso. Lelemento che lo caratterizza è la natura sociale della sua comicità. Lumorismo ebraico deriva infatti i suoi temi prevalentemente da quegli stessi avvenimenti storici che, nei secoli, hanno reso tragica la sua esperienza esistenziale. Ricorrente è, tra gli altri, il motivo della conversione al cristianesimo, che poteva essere ritenuto un mezzo capace di porre al riparo il singolo dalle eventuali persecuzioni antigiudaiche e garantirgli lintegrazione nella società: "Ai tempi dellInquisizione due ebrei spagnoli, assai noti nella loro citta, avevano deciso di farsi battezzare. Doveva farlo il vescovo in persona, ma il presule ritardava e i due erano spazientiti. Verso la fine del pomeriggio uno dei due dice allaltro, con tono sostenuto: "Se quel goy (cristiano) non viene subito, non faremo in tempo per minch ah (preghiera ebraica)". E ancora: "Shlojme sta gustando uno squisito hàlsele (il collo doca ripieno). "Quando penso" riflette tra sé e sé "che ci sono degli ebrei che preferiscono convertirsi... Questo hàlsele è straordinario, non è possibile rinunciare alla nostra religione". Allo stesso modo la realtà dellantisemitismo è trattata con fine ironia: mediante il sorriso lebreo si riappropria della sua identità, non si lascia dominare neppure dagli eventi più drammatici, nè dalla derisione e dal disprezzo dei goyim che vorrebbero togliergli quotidianamente ogni dignità umana. Si racconta per esempio: "Un orso è fuggito da un circo e gli abitanti dello shtetl (villaggio ebraico dell'europa orientale) hanno ricevuto lordine di starsene in casa, mentre i gendarmi perlustrano le strade per ritrovare e uccidere lanimale. Moishe incontra Berel. "Sai, Berele, che dobbiamo evacuare il nostro shtetl?". "Come, è in vista un nuovo pogrom (linciaccio agli ebrei)?". "No, per fortuna per il momento non c è nessun pogrom, però cè il problema dellorso in libertà". "Questo non è un problema. Basta rifugiarsi in casa". anche vero, ma io in strada non ho paura dellorso, ho paura dei gendarmi che cercano lorso armati di fucile". "Ma tu non sei un animale feroce". "E' vero, ma sono unyid (ebreo)". E ancora: Su un tram di San Francisco un viaggiatore di colore sta leggendo un giornale yiddish (lingua ebraica dell'europa dell'est). Un ebreo gli batte una mano sulla spalla e dice dolcemente: "Essere soltanto nero non le bastava?". Anche il momento più tragico della storia ebraica moderna, quello della feroce follia nazista, diviene oggetto del Witz (umorismo ebraico). Ciò non rende levento meno tragico o assurdo, perché il sorriso non svolge in tal caso una precisa funzione liberatoria, ma manifesta ancora più efficacemente la drammaticità della domanda - il "perché" della shoah - che è, per paradosso, anche lunica risposta a tanto orrore: "Il comandante delle SS disse a Moishe Pressburger, arrestato a Budapest nel 1943: "Se indovini quale dei miei occhi è di vetro, ti lascio andare. Pressburger: "Il sinistro". Il comandante delle SS: "Esatto, come hai fatto a capirlo subito?". Pressburger: "Mi ha guardato in modo così umano". Lumorismo ebraico nasce quindi dalle lacrime e genera le lacrime, secondo quanto afferma Sholem Aleichem in una famosa lettera: "Durante i miei recitals, la gente ride sino alle lacrime, capita anche che si commuova e pianga" Mediante le lacrime, il riso allontana i fantasmi, le paure, le offese, diventa una sorta di grande balsamo per lanima, restituisce calore e dignità alla vita. E un riso disilluso, che possiede una grande forza catartica, perché sollecita la riflessione e crea fra luomo e la sua vicenda esistenziale la distanza necessaria ad una superiore comprensione della stessa: così diventa vera chiave interpretativa ditale realtà. Mediante il riso lebreo si libera dal giogo della vita, che non lo potrà mai rendere suo schiavo, diventa capace di dominarla, di non lasciarsi sopraffare da essa. Un esempio: "Blumenthal e Blumenfeld stanno facendo della filosofia spicciola. "Secondo te, quaggiù siamo felici?". "No, penso addirittura che lOnnipotente ci abbia preso in giro definendoci il suo popolo eletto". "Hai ragione, questo mondo appartiene ai goyim (non ebrei), non agli ebrei". "E vero, però laltro mondo appartiene agli ebrei". Blumenfeld sorride. "Perché sorridi cosi?". "Penso che sarebbe una bella beffa se anche laltro mondo appartenesse ai goyim (non ebrei)" Lumorismo ebraico coinvolge tutti aspetti della realtà e dellesperienza quotidiana come quella storica, la vicenda personale come quella universale, dimensione economica come quella sociale. Non viene risparmiata la pietà religiosa: "Prima di morire il ricco e saggio Avroi, fece venire al suo
capezzale i tre figli. "Sono vicino agli angeli del Signore - dice - per cui vi do la
mia benedizione e vi faccio alcune raccomandazioni. Comportatevi sempre da onesti e fedeli
ebrei, non dimenticate che con l'arrivo del Messia finirà lesilio. Voi sapete anche
che nel giorno del Messia i cristiani transiteranno su un ponte di ferro che crollerà, me
gli ebrei passeranno su un ponte di carta che resisterà. Tutto ciò è sicuro e certo.
Nel frattempo, però, fate costruire anche un ponte in cemento armato"... ».
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