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Le Parole della Bibbia A cura di Alessandro Tarli
AV
significa "padre", č una parola primitiva in senso
etimologico, cioč che non deriva da altre, e si ritrova con lievi modificazioni in quasi
tutte le lingue semitiche. Il Nuovo Testamento (per esempio Marco; 14, 36) ci tramanda
l'equivalente aramaico āBBA. In molte lingue, il significato di "padre", come
anche quello di "madre", sono espressi da parole che contengono consonanti
labiali, cioč che si pronunciano con le labbra, e che sono "p", "b".
"f", "v" e "m". Si verifica questo sicuramente perché i
suoni labiali sono i primi che i bambini piccoli riescono ad articolare.
čVEN
significa "pietra", čven indica una pietra di dimensioni
varie, piccola come una pietra preziosa o anche grande, come le pietre che si vedono nelle
costruzioni, ma che comunque puō essere spostata per essere usata per qualche scopo.
čven non si riferisce quindi a una roccia, come quella di una montagna, per la quale
l'ebraico usa i termini sčla e SUR. čven, come i corrispondenti termini in tutte le
lingue, rappresenta anche in senso figurato qualcosa di solido e di resistente.
Nell'Antico Testamento si trova in espressioni connesse con la fedeltā paziente e
costante di Dio. Per esempio, in diverse situazioni, come la costruzione di un altare, le
dodici tribų di Israele, depositarie della promessa, sono rappresentate con un insieme di
dodici pietre.
AVRAāM, Abramo, č considerato nelle Scritture il capostipite del popolo ebraico. Vissuto probabilmente circa 1700 anni avanti Cristo, fu l'uomo a cui, secondo la tradizione riportata dalle Scritture stesse, Dio iniziō a rivelarsi stabilendo un patto con lui e con il popolo che da lui sarebbe disceso. Secondo il modello letterario del cambiamento del nome, in Genesi; 17, 5 Dio cambia il nome da AV-RāM , "(il) padre (č) alto", cioč "il padre (Dio) č esaltato", a AV-RAāM, interpretato come padre di moltitudine. Si comprende facilmente questo racconto tenendo presente che gli ebrei condividevano l'idea diffusa nellantichitā che il nome fosse una immagine dell'essere umano che lo portava, una sintesi delle sue caratteristiche e dell'insieme della sua vita, per cui dare il nome o cambiare il nome, oltre che essere un riconoscimento delle superioritā di chi compiva questo atto, era anche una proclamazione della missione che tale persona era stata chiamata a compiere. Gli ebrei, convinti che Abramo stesse allorigine del loro popolo e che quindi ne rappresentasse lidentitā, videro nel suo nome il ruolo che Dio gli aveva attribuito nella storia della salvezza. Questa interpretazione, a prescindere dalla sua correttezza dal punto di vista filologico, rispecchia il sentimento popolare nei confronti di questo grande personaggio che per primo "credette in Iauč" (Genesi; 15, 6).
ADONāI
viene tradotto con "Signore". Letteralmente significa
"signori miei. Si tratta di un plurale, quello che i grammatici chiamano
"plurale di maestā", in quanto esprime l'importanza della persona a cui si
riferisce, che normalmente č un re. Il suffisso "-I" che si trova alla fine
della parola č la specificazione possessiva relativa alla prima persona singolare.
Dall'uso del termine ADONāI nell'ebraico biblico si capisce che sia il plurale che il
possessivo avevano perduto il loro senso proprio, analogamente a quanto č accaduto in
italiano per le parole "madonna" o "monsignore", nelle quali non
sentiamo pių l'idea del possessivo "mio".
ADāM
significa "uomo". Le versioni della Bibbia, seguendo l'esempio
di quella dei Settanta, effettuata all'inizio del terzo secolo avanti Cristo, traducono di
solito ADāM prima con "uomo", fino a Genesi; 2,18 compreso, e poi con
"Adamo", come se ADāM fosse un nome proprio. Un indizio grammaticale che ADāM
č un nome comune č costituito dal fatto che č quasi sempre preceduto dall'articolo,
cosa che non si verifica per i nomi propri. Si puō aggiungere che l'uso del termine fa
pensare in molti passi a un senso collettivo, almeno nei primi tre capitoli della Genesi,
come se stesse a indicare l'insieme degli uomini. Comunque la traduzione dei Settanta
documenta che giā a quell'epoca era credenza comune che ADāM fosse il nome del primo
uomo. Per l'ebreo antico risultava naturale che il primo uomo si chiamasse ADāM, in
quanto era stato formato da Dio con la polvere della terra, ADaMā, come si legge in
Genesi; 2,7. A questo proposito si puō notare che ADāM come vocabolo appartiene a una
famiglia di parole connesse con l'idea di "rosso": ADōm č il colore rosso, DAM
č il sangue, e anche il vino rosso, ADAMā č la terra coltivabile, spesso rossastra,
eDōM č un secondo nome del figlio di Isacco (Genesi; 25, 30), chiamato anche Esaų, che
aveva la peluria rossa (Genesi; 25, 25). eDōM č anche il nome di un popolo e di una
regione caratterizzata da una terra di colore tendente al rosso. |
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