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Il Santuario
di S. Antonio Abate

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Lottiamo con il Santuario nel cuore

A cura di Giacinto Ruzzi

 

"Viva Sant’Antonio, sopra il monte sta".  E’ un canto che nasce da riflessioni intensamente meditative e si apre alla religiosità del cuore riversato sull’abbazia di Sant’Antonio abate, detto "il Grande", situata sul dorsale di una delle direttrici appenniniche lucane in terra di Grottole. E’ un luogo di preghiera che appassiona e rapisce, sia per la dolcezza della sua luce e dei suoi colori, sia per il silenzio e la meditazione.

C’è tanta fede e tanto amore per questo Santuario incantevole e il desiderio di accelerare i tempi per salvarlo dagli estremi limiti del crollo: macroscopici squarci verticali e longitudinali avanzano sul vecchio corpo di fabbrica su cui scorrono parole che hanno richiami di aiuto.

Sotto questo orizzonte si agita l’amarezza in cuore dei fedeli. Proprio di qui l’invocazione alla responsabilità di chi ha impegni civili e politici. Un monito dovrebbe salire dalla coscienza di chi opera fra la materialità della vita e le aspirazioni dell’anima: "si diventa umani ogni giorno".

La comunità di Grottole non accetta l’indifferenza di chi si esclude dal riuso dell’arte lasciata da parte in piccoli centri urbani. L’abbazia di Sant’Antonio abate è una pietra angolare, un valore religioso e storico antico che non può morire, non deve morire; è un bisogno, un desiderio, un itinerario turistico proprio della vocazio ne cristiana di Grottole e di altri centri urbani vicini e lontani.

L’abbazia bisogna penetrarla in quel che è la sua storia e la sua arte.

Il santuario è vita come la vita dei fedeli, e se questi, anzi e se noi oggi gridiamo, abbiamo ragione: in ciascun cuore c’è una ferita che guarirà quando guarirà la meravigliosa abbazia.

 

Grottole,12 luglio 2001

 

 

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