PREMESSA
Il romanzo è un'opera
letteraria, generalmente in prosa, che appartiene al genere
narrativo. Si distingue dalla "novella" perché questa sviluppa la
trama di un'unica azione, mentre esso è più complesso ed articolato.
Le caratteristiche più salienti del romanzo (spirito avventuroso,
vicende sentimentali, satira del costume) sono già presenti nelle
sue prime manifestazioni, che risalgono alla letteratura greca ("Le
avventure di Cherea e Calliroe" di autore anonimo del I sec. d.C.;
"Dafni e Cloe" di Longo Sofista del II sec.; "Avventure di Leucippo
e Clitofonte" di Achille Tazio del II sec.; "Etiopiche" di Eliodoro
del III sec.) ed alla letteratura latina ("Satyricon" di Petronio
del I sec. d.C. e "Metamorfosi" di Apuleio del II sec.).
Il Medioevo conobbe una ricca fioritura di romanzi, specialmente in
Francia, per lo più di argomento cavalleresco e amoroso: fu appunto
in quest'epoca che sorse il termine di "romanzo" per indicare le
opere scritte nelle lingue romanze.
In Italia sono da ricordare per il Trecento i romanzi del Boccaccio
("Filocolo", "Ninfale d'Ameto", "Elegia di Madonna Fiammetta", "Corbaccio");
per il Quattrocento "Il paradiso degli Alberti" di Giovanni
Gherardo; per il Cinquecento l' "Arcadia" di Jacopo Sannazaro; per
il Seicento le "Astuzie sottilissime di Bertoldo, Bertoldino e
Cacasenno", opera originalissima e di grandissimo successo di G.
Cesare Croce, che sfugge a qualsiasi classificazione fra le tante
che si possono fare nei confronti dei numerosi romanzi dell'epoca
(che furono d'argomento cavalleresco, eroico-galante, satirico, di
costume, storico).
Nel Settecento dell'Arcadia e dell'Illuminismo, ovviamente, il
romanzo non poteva incontrare molto favore, pur tuttavia alcuni
scrittori, in aderenza alla spiritualità dominante, si cimentarono
nel genere del romanzo per trattare argomenti filosofici ed
eruditi:ricordiamo i romanzi allegorico-morali "Mondo morale" di
Gaspare Gozzi e "Vita di Erostrato" di Alessandro Verri, il romanzo
filosofico "Platone in Italia" di Vincenzo Cuoco, il romanzo
archeologico "Notti romane al sepolcro degli Scipioni" di Alessandro
Verri.
Ma la sua maggior fortuna il romanzo l'ha incontrata a partire
dall'Ottocento, da quando cioè si è andata affermando la tendenza
realistica della letteratura soprattutto in prosa.
Il primo grande romanzo dell'Ottocento sono le "Ultime lettere di
Jacopo Ortis" del Foscolo, nel quale per la prima volta si riscontra
l'impegno dell'Autore nel voler proporre alla coscienza dei lettori
i problemi storici del proprio tempo. |