GESÙ MUORE

Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Dal Vangelo secondo Luca

Era verso mezzogiorno, quando il sole si eclissò e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Gesù gridando a gran voce, disse: "Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito". Detto questo, spirò. L'ufficiale romano che stava di fronte alla croce, vedendo come Gesù era morto, disse: «Quest'uomo era davvero Figlio di Dio".

ROSE ROSSE E CANTI NIGERIANI

testimonianza su1l’immigrazione

Lilyan Uyi, arrivata da Benin City in Italia alla ricerca del benessere è morta in un incidente stradale. Le altre giovani che erano con lei in macchina, sono fuggite per non farsi identificare.

Lilyan, invece, è rimasta, "fantasma" senza nome, due giorni nella camera mortuaria: sono stati due nigeriani ad identificarla.

L'ultimo saluto, nella chiesa del cimitero di Bergamo.

C'erano molti nigeriani al funerale: con la fotografia di Lilyan appuntata sul petto, hanno pianto la ragazza con i canti della loro terra e ascoltato la funzione, tradotta in inglese da un loro connazionale. Hanno accompagnato Lilyan fino alla tomba: sulla bara, altre ragazze nigeriane hanno appoggiato un mazzo di rose rosse.  

ANNUNCIO DI MORTE

testimonianza dal Rwanda

“Mi è giunta poco fa - ha detto il papa ai fedeli radunati in piazza San Pietro domenica 2 febbraio 1997 - la notizia della tragica scomparsa del padre Guy Pinard, barbaramente assassinato stamani durante la celebrazione della Messa nella sua parrocchia in Rwanda".

Il Papa si affaccia dalla finestra e annuncia al mondo l'assassinio di un uomo, un missionario. Giovanni Paolo II ha rimesso sotto gli occhi della gente la drammatica situazione in cui la Chiesa si trova ad operare nel cuore dell'Africa.

Pochi giorni prima, a Kigali, avevamo incontrato l'abbè Augustin Karrekesi, un gesuita responsabile del Centro culturale: a lui avevamo chiesto una analisi della situazione attuale del Rwanda.

Le sue parole, che attendevamo significative e illuminanti, sono state drammaticamente dure: si vive nella memoria della morte o nell'angoscia della morte. Sì vive con l'interrogativo: “Chi ha ucciso i miei cari?” o "Chi mi ucciderà domani?”.

Dal genocidio (primavera 1994) ad oggi, il pensiero di gran parte della gente del Rwanda è rivolto sempre alla morte.

PREGHIERA

Cristo non ha più mani,

ha soltanto le nostre mani per fare oggi le sue opere.

Cristo non ha più piedi,

ha soltanto i nostri piedi per andare oggi agli uomini

Cristo non ha più voce,

ha soltanto la nostra voce per parlare oggi di sé.

Cristo non ha più forze,

ha soltanto le nostre forze per guidare gli uomini a sé.

Cristo non ha più vangeli che essi leggano ancora.

Ma ciò che facciamo in parole e in opere

è l'evangelo che si sta scrivendo.
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