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GIUSTIZIA E LIBERTA'

La pena di morte.Torture fisiche e psicologiche. I detenuti come forza lavoro a costo zero.

PENA DI MORTE

Brutalità legale

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(nel ricordo di Scotty Moore)

Lo Stato dell’Oklahoma è particolarmente orgoglioso della H-Unit, il braccio della morte più moderno degli Stati Uniti, un vero carcere cibernetico. La prigione è stata ideata per seppellire vivi i condannati a morte, è una piramide sotterranea: le piccolissime celle, le docce, gli spazi per l’ora d’aria, il parlatorio, tutto è sottoterra, fatto di cemento o acciaio.

I condannati a morte non vedono mai la luce naturale, non respirano mai aria fresca. I contatti umani sono ridotti al minimo, perché un sofisticato sistema di telecamere a circuito chiuso consente di controllare ogni angolo del penitenziario.
I parenti e gli amici che fanno visita ai condannati vengono perquisiti minuziosamente, ma non sono accompagnati in parlatorio dalle guardie, non incontrano guardie lungo i corridoi, perché sono sorvegliati da telecamere fisse e mobili. Nel parlatorio i condannati e i visitatori sono separati da uno spesso vetro, e si conversa attraverso un citofono e i colloqui sono spesso registrati ed ascoltati. Vivere, sopravvivere nella H-Unit è così penoso e degradante che alcuni detenuti chiedono di accelerare i tempi dell’esecuzione.

Brutalità legale

Lo Stato dell’ Oklahoma è particolarmente orgoglioso della H-Unit, il braccio della morte più moderno degli Stati Uniti. La prigione è una piramide sotterranea.

http://www.coalit.org/dossier/hunit0499.htm

 

 

 

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usacrimes

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Leslie Karen Delk da molti anni, negli USA, esercita la professione di avvocato difensore in ambito penale, ed è una strenua oppositrice della pena capitale, infatti ha sempre accettato di difendere con impegno e professionalità tutti i suoi assistiti, anche se difendere un condannato a morte e dichiarare apertamente che la pena di morte è un abominio per chi la applica, le è costata l’aperta opposizione di giudici e colleghi che disapprovano una così esplicita presa di posizione contro un capisaldi del sistema giuridico americano. Leslie Karen Delk è stata oggetto di un così forte ostracismo, da essere costretta a trasferirsi in un altro stato, ma non ha mai cambiato una virgola dei suoi principi.

Negli ultimi anni, Leslie Karen Delk ha cominciato a lavorare nello stato dell’Oklahoma e ad occuparsi dei detenuti della H-Unit. Una delle sue ultime battaglie legali è stata la difesa di Scotty Lee Moore, nativo Cherokee, che è stato detenuto nella H-Unit per quattordici anni, fino al 3 Giugno 1999, il giorno in cui lo Stato dell’Oklahoma l’ha ucciso con un’iniezione letale.
Una donna italiana, Rosanna Ceroni, per anni ha corrisposto con Scotty Lee Moore, e con determinazione ha cercato di fare luce sul suo caso, grazie al lavoro svolto dall’avvocato Leslie Karen Delk, ed è risultato che l’accusa era basata sulla testimonianza interessata di una donna, implicata nel delitto, che in cambio delle sue dichiarazioni non è stata incriminata, inoltre la difesa d’ufficio nel primo grado processuale è stata palesemente inadeguata ed inefficiente.

Nei 14 anni che Scotty Lee Moore ha vissuto nel braccio della morte si è distinto per la sua capacità di incitare gli altri condannati a non demordere, a non smettere di sperare e combattere per la propria vita. Solo grazie al suo impegno e alle sue insistenze, i legali di Ronald Williamson, un detenuto con gravissimi problemi psichici, si convinsero a fare altre indagini e pretendere il test del DNA e ne dimostrarono l’innocenza dopo 12 dalla condanna a morte trascorsi in prigione.

L’avvocato Leslie Karen Delk ha difeso con grande determinazione Scotty Moore, insieme hanno protestato e denunciato i soprusi e le vessazioni che, secondo regolamento, i detenuti devono subire in carcere, insieme hanno affrontato l’ineluttabilità della cosiddetta giustizia americana.

L’ultima volontà di Scotty Moore è stata chiedere a Leslie Delk di portare le sue ceneri in Liguria, così il 27 Ottobre, gli amici italiani di Scotty Moore si sono incontrati per ricordarlo e, grazie alla disponibilità del sindaco di Riomaggiore, le ceneri di Scotty sono state deposte nel cimitero di Manarola, vicinissimo al mare delle Cinque Terre, che tante volte la sua cara amica, Rosanna Ceroni le aveva descritto.

(apr 99) http://www.coalit.org/dossier/hunit0499.htm

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