News, commenti, sfoghi, indiscrezioni. Anche i giornalisti sportivi, i tifosi che li leggono e i milioni di allenatori d'Italia,  meritano il loro spazietto autonomo. Eccolo qui. Chi vuol scrivere al Barbiere dello Sport, puo' farlo al solito indirizzo: ilbarbieredellasera@tiscalinet.it

11 Gennaio 2001 - L'autosmentita di Mario Sconcerti

Cari colleghi del Barbiere dello Sport, vi segnalo il primo caso di AUTOSMENTITA della storia! si, perchè finalmente un uomo è riuscito a smentire se stesso. I fatti: il giorno 29-12-2000 sulla prima pagina del Corriere dello Sport (ed.romana) campeggiava il titolo: "IL MILAN BLOCCA TERIM".

L'indiscrezione, che gira negli ambienti da tempo, riguarda il forte interessamento di Ariedo Braida (ds del Milan) nei confronti del tecnico della Fiorentina per la prossima stagione. Direttore del Corriere dello Sport (lo è stato fino al 31-12-00, leggere tamburino per credere) è MARIO SCONCERTI. E fin qui....

Intorno alle 15 arriva, netta, la smentita della società viola: la Fiorentina ha intenzione di far valere l'opzione su Terim (che però vuole andare a Milano e lo farà, alla fine, ndr.), non c'è stato alcun contatto tra l'allenatore turco, Galliani e Braida. La smentita è del direttore generale del Cecchi Gori Group: MARIO SCONCERTI, pienamente nella carica da una quindicina di giorni.
Il Guinness dei Primati va immediatamente aggiornato!
Saluti!
Il gigante 2001


13 Dicembre 2000 - Rino Tommasi al servizio
Incredibile ma vero: lunedì prossimo, 18 dicembre, a sfidare Angelo Binaghi e Adriano Panatta nelle elezioni per la presidenza della Federazione Italiana Tennis, sarà una cordata di giornalisti capitanata da Rino Tommasi, da trenta e passa anni diarca nazionale – a fianco di Gianni Clerici – dei cronisti che si occupano di questo sport. Dopo il forfait del futuro deputato di centro destra Mario Pescante, che ha rinunciato a presentarsi dopo aver capito che neppure l’alleanza con Carraro e Cannavò l’avrebbe salvato da una sonora sconfitta, gli oppositori non hanno trovato nessun altro disposto a immolarsi.

Tommasi, 65 anni, cura le telecronache tennistiche per Tele + e collabora con un imprecisabile numero di giornali, fra cui "La Gazzetta dello Sport". Ha presentato la sua candidatura qualche giorno fa senza illustrare un programma ma profondendosi in romantici racconti sul suo passato di discreto giocatore di tennis e di principe della portatile. Anche se non sedevano materialmente al suo fianco, qualche giorno prima altri due colleghi – Filippo Grassia, che è addirittura presidente dell’Unione Stampa Sportiva Italiana, e Paolo Occhipinti, direttore di "Oggi" ed ex cantante con il nome d’arte di John Foster – avevano aderito a una iniziativa anti-Binaghi dell’Associazione Tennisti Professionisti Italiani (una trentina di giocatori di cui nessuno figura in buona posizione nella classifica mondiale), dimostrando comunanza di sentire e di intenti con Tommasi, il quale non ha mai fatto mistero di considerare la destra italiana "un covo di comunisti".

Sempre lunedì 18 dicembre si svolgerà anche il secondo round dell’Assemblea elettiva della Federazione Italiana Gioco Calcio. La Lega di Serie A e Serie B ha deciso di ricandidare il presidente uscente Luciano Nizzola nonostante nel primo round egli sia stato sonoramente battuto dal candidato della Lega di Serie C, Giancarlo Abete, che fu appoggiato da tutte le componenti di cui bisogna raccogliere il consenso per essere eletti tranne, appunto, che dai ricchi club professionistici.

Pur se non si possono escludere colpi di scena, sembra che ad Abete e ai suoi alleati non sarà sufficiente neppure l’aver individuato in Gianni Rivera il "terzo uomo" che poteva mettere tutti d’accordo. Sul nome dell’ex "golden boy" ha infatti posto un veto rigoroso proprio la società alla quale Rivera è legato da indissolubili vincoli spirituali: il potentissimo Milan di Adriano Galliani, grande sponsor di una soluzione traumatica della vicenda. Se la Figc non riuscisse ad eleggere un presidente e venisse commissariata, infatti, i club di Serie A avrebbero mano libera nel condurre in porto la creazione della cosiddetta "Superlega", cioè nel separare il calcio dei ricchi da quello dei poveri, antico sogno di Galliani e del suo gemello juventino Antonio Giraudo.

Riuscirà Rivera, con un colpo simile a quello del 4-3 nella famosa partita Italia-Germania dei Mondiali 1970, a far passare dalla sua parte – nel segreto dell’urna – quelle 13 società di Serie A e/o Serie B che gli garantirebbero il "quorum" necessario a vanificare il veto dei superpro? Tutto lascia pensare di no.

Ecco perché la vera lotta sta infuriando sul nome del Commissario Straordinario che, a norma di legge, sarà il Coni a dover designare. Le candidature dell’attuale segretario generale dell’ente Lello Pagnozzi (che alla Figc vuole andarci da Direttore Generale professionista e che dunque, non potendo ingaggiare se stesso, preferisce aspettare) e quella di Gianni Petrucci, che ha già abbastanza cose da fare come Presidente dello stesso Coni, sono ormai sfumate. Sembra perciò che i "poteri forti" cui spetta la decisione si stiano orientando verso qualche autorevole personaggio proveniente dal mondo bancario. 

I nomi sinora circolati (Carlo Salvatori, ex amministratore delegato di Banca Intesa, oggi alla Banca di Roma; Piero Barucci, ex Ministro del Tesoro) sono stati fatti soltanto per nascondere l’incertezza che regna sovrana. Una cosa sola è sicura: è proprio la banca per la quale lavora Salvatori a essersi più pesantemente esposta nei confronti del sistema calcio.
R.S.


6 Dicembre 2000 - Maida, Ferrajolo o Bartoletti?
Digerite ormai le dimissioni del direttore Mario Sconcerti (destinazione Gruppo Cecchi Gori, ruolo e stipendio da manager, cuore viola come la maglia della Fiorentina) Roberto Amodei - editore e proprietario del Corriere dello Sport - ha deciso di seguire il rito delle consultazioni per scegliere il nuovo timoniere.

Domani, i primi a essere ricevuti - in perfetto stile Quirinale - saranno i membri del Comitato di redazione, per poi passare ai senatori del giornale e ai due vicedirettori Enrico Maida e Luigi Ferrajolo, entrambi in lizza per la direzione.

Ma nel frattempo Amodei non e’ stato fermo. Ha annusato l’aria negli ambienti sportivi e imprenditoriali (Coni, Banca di Roma, Sensi, Cragnotti) trovando conferma della stima e del credito di cui gode l’attuale vice direttore Ferrajolo, cresciuto in azienda e gradito, pare, anche alla redazione. 

Dall’esterno pero’ avanza la candidatura di Marino Bartoletti, mentre il tam tam delle radio private romane ha gia’ bocciato il torinista-juventino Xavier Jacobelli, attuale direttore di Tuttosport, considerato un nemico storico della Roma.
Sotto l’albero di Natale, la redazione del Corriere dello Sport trovera’ la strenna del nuovo direttore, ma non sara’ facile per nessuno mantenere il livello di successo e di vendite che Mario Sconcerti ha garantito in questi anni al quotidiano romano.
Bds


23 Novembre 2000 - Una poltrona per cinque
Certo ormai (o quasi) l’abbandono di Mario Sconcerti, l’editore del Corriere dello Sport sta cercando un nuovo direttore e come sempre in questi casi le voci si aggrovigliano in un modo che non ci si capisce piu’ niente. Il Barbiere, specializzato com’e’ in boatos, ve li riferisce tutti.

Dunque. Si sussurra in giro di un clamoroso ritorno di Italo Cucci che pero’ oggi dirige la triade Giorno-Carlino-Nazione e perche’ mai quindi dovrebbe abbandonare un posto tanto riverito per il Corriere dello Sport, con tutto il rispetto per il glorioso quotidiano sportivo? 

Altri ipotizzano un altrettanto clamoroso ritorno di Domenico Morace, ma gli allibratori lo danno 1 a 5. Altra voce: lo sbarco a Roma di Xavier Jacobelli, attuale direttore di Tuttosport. Collega con i baffi, come si dice, ma baffi assai poco giallorossi. Se c’e’ un antiromanista in giro, commentano al Corriere dello Sport, quello e’ Jacobelli. Chi glie lo va a raccontare poi al padrone della Roma Franco Sensi?

La redazione poi, come sempre in questi casi, vorrebbe vedere un giornalista interno fare un passo avanti e per questo si vocifera delle candidature di Enrico Maida e Luigi Ferrajolo, attuali vicedirettori. Chi ha piu’ chances dei due? Vattelappesca. Maida e’ un tipo bravo e tosto, qualche volta anche troppo, e Ferrajolo e’ un tipo bravo e meno tosto, almeno nei rapporti con la redazione che ha sempre coltivato. Ferrajolo ha poi dalla sua i buoni rapporti con Franco Sensi e Sergio Cragnotti, presidenti della Roma e della Lazio e perfino il blasone di presidente dell’Ussi, UnioneStampa Sportiva.

Come finira? A Franco Amodei, l’editore, la sentenza.
Bds


23 Novembre 2000 - Sconcerti se ne va?
Il direttore del Corriere dello Sport Mario Sconcerti ha presentato questa mattina una lettera di dimissioni al suo editore Roberto  Amodei. Da tempo  Sconcerti lamentava con i suoi amici una eccessiva ingerenza dell'editore nelle scelte che sono di esclusiva competenza del direttore. La goccia che ha fatto traboccare il vaso e' stato il rifiuto dell'editore Amodei di mandare in trasferta un inviato a seguire un incontro di pugilato. Trasferta che Sconcerti aveva programmato da tempo.  Ricevuta la lettera, Amodei ha convocato Sconcerti per affrontare il problema. Il contratto di Sconcerti infatti andrebbe a scadenza naturale nel 2001. Ma la situazione non sembra essere recuperabile.
Bds
23 Novembre 2000 - Panatta for president?
Oltre al secondo round di quella della Federcalcio, il prossimo 18 dicembre si svolgerà anche l'Assemblea elettiva della Federtennis. Come si ricorderà ("Patti segreti: Franco Carraro al Cio e Mario Pescante al tennis"), gli accordi fra i due ex presidenti del Coni prevedevano che il semionnipotente Carraro favorisse l'ascesa di Pescante al trono della racchetta in cambio dell'appoggio necessario a conquistare il Comitato Olimpico Internazionale

Adesso sembra però che Pescante non abbia più tanta voglia di candidarsi, visto che la cordata avversaria, guidata dall'avvocato cagliaritano Angelo Binaghi in nome e per conto dell'ex-campionissimo Adriano Panatta, ha coagulato attorno a sé più del 60 per cento dei delegati con diritto di voto. Ecco perché il nome di Pescante ha preso di colpo a figurare anche nell'elenco di coloro che potrebbero risolvere la situazione di stallo in Federcalcio.
Ragazzo Spazzola


23 Novembre 2000 - Assicurazioni, una vecchia storia
Cari amici della bottega, già nel 1993 la collega Paola Bottelli scriveva sul Sole 24 ore di assicurazioni contro le sconfitte stipulate dai grandi club. Allora servivano a sollevare (almeno in parte) le squadre dall'onere dei premi partita per i giocatori. Evidentemente il passo successivo (o contestuale?) è stato quello di assicurare anche la sconfitta, oltre che la vittoria, con i Lloyd's di Londra. Vi allego il pezzo e vi saluto. 

Data: 29-10-1993 IL SOLE 24 ORE Giorno: Venerdi' Inserto: FINANZA E MERCATI FINANZA ITALIANA 
I grandi del pallone contro i broker per attenuare il peso del premio Autore: P.B. MILANO 

Un'inedita alleanza tra cinque big del pallone per spuntare condizioni piu' remunerative nella contrattazione con i broker italiani, e di conseguenza con i Lloyd's, delle polizze "contro" le vittorie. 
Sono ormai anni che le societa' di calcio caricano i conti di un premio assicurativo per incassare un rimborso con cui pagare i ricchi bonus ai giocatori in caso di scudetto o conquista delle Coppe. Ma il gran numero di vittorie delle ultime stagioni ha fatto lievitare le richieste dei broker per i premi e abbassato il tetto degli indennizzi. 
Cosi' alcune "grandi" hanno pensato a un fronte comune. E alla meta' di settembre, poco dopo l'inizio del campionato, si sono incontrati a Milano Piero Boschi, amministratore delegato dell'Inter, Fiorenzo Pelizzola, direttore generale della Juventus, Enrico Bendoni, direttore generale della Lazio, Adriano Galliani, amministratore delegato del Milan, e Giambattista Pastorello, direttore generale del Parma. 
Scopo dell'incontro: scambio delle informazioni sulle richieste delle compagnie di assicurazione e definizione di una strategia comune in grado di spuntare premi piu' contenuti. 
Tutte e cinque le societa', tra l'altro, si presentavano a condizioni paritarie davanti ai broker, gareggiando in questa stagione in tre competizioni. Tutte, almeno nelle intenzioni, da assicurare: campionato, Coppa Italia e una coppa europea. Al di la' delle ovvie difficolta' d'intesa, comunque, e' toccato al campo mettere in fuorigioco l'operazione. Con la clamorosa eliminazione appena al secondo turno della Coppa Italia, mercoledi' sera, di Juventus e Lazio.
P.B.


23 Novembre 2000 - Carraro piange il morto...
Salve, vi leggo e vi faccio i complimenti. Tuttavia, con umile rispetto, vorrei suggerire al Ragazzo Spazzola che Carraro piange il morto, ma frega il vivo. E' vero che ha perso la battaglia, ma se il nomina Pagnozzi commissario straordinario, lui sarà più forte che con Nizzola. Ed il commissario è uno che rifà le regole del calcio....
con l'attenzione di un vostro 
Fedele Lettore
21 novembre 2000 - Quando da Biscardi va in onda il coma
La storia la conoscete tutti: è quella di Francesco Bertolotti, il calciatore del Modena trasportato in coma all'ospedale di Lecco dopo essere stato tramortito di botte negli spogliatoi dal capitano del ComoMassimilianoFerrigno. Il tutto al termine di un incontro del campionato di serie B, peraltro vinto dal Como. 

Durante la partita, Bertolotti era accorso sul luogo di un incidente di gioco per spiegare qualcosa, probabilmente all'arbitro. Ferrigno ne aveva intercettato la corsa e con una manata fra testa e collo lo aveva steso, procurandogli un'escoriazione al labbro ma niente di più, per fortuna. Immediata l'espulsione del capitano, decisa dall'arbitro. Negli spogliatoi, dopo la doccia, quel selvaggio regolamento dei conti.
E' evidente a tutti che questo episodio non c'entra nulla con il mondo del pallone, per quanto male ne possiamo parlare. Trattasi, semplicemente, di un improvviso impazzimento, di un raptus a mente fredda, di un fatto di pura cronaca nera come altri ne capitano, per le strade o nelle case degli italiani. 
Aldo Biscardi, invece, con il supporto dalle altre attrazioni del suo circo del lunedì, ha cercato in tutti i modi di "calcificarlo", nel senso di renderlo figlio del calcio e delle decisioni arbitrali (una volta tanto, ineccepibili) delle violenza in campo e sulle gradinate, delle beghe della Lega e delle altre della Federcalcio. Attorno a quel ragazzo in coma è stato messo in piedi un vero e proprio show, con non meno di quattro collegamenti con l'ospedale di Lecco, dove l' inviato Riccardo Este doveva dire a scadenze sempre più ravvicinate se Francesco Bertoletti fosse sempre in coma oppure no, tra un acuto di Maurizio Mosca e un'interruzione pubblicitaria dedicata ai jeans Wrangler o agli hotel Plaza, "che soddisfano l'esigente clientela d'affari".
Persino un giornalista intelligente e misurato, come Italo Cucci, si è messo a recitare battute da copione, con il nostalgico ricordo di quando ai giornalisti di calcio non toccava mai di sporcarsi le mani con fatti di sangue (beati loro, casta di bramini, Alici nel paese delle meraviglie). Il peggio è arrivato quando un altro Mosca, Paolo, in commossa comprensione dello stato d'animo dell'aggressore, ha lanciato dal video la sua invocazione "bipartisan": "Forza Massimiliano, Forza Francesco!" E questa, in un crescendo giubilare, ha caricato Biscardi per l'invocazione finale: "Preghiamo per te Francesco...e speriamo di avere la buona notizia entro la fine della trasmissione". Amen. Poi tutti insieme a guardare il Moviolone
Dino di Tacco


20 Novembre 2000 - Il Barbiere fa tana, la Juve spiega
Sembra proprio che il Barbiere abbia fatto tana. La Juventus ha una polizza assicurativa che la protegge dall'eliminazione al primo turno della Champions' League. Non è dunque vero che l'eliminazione di Atene abbia procurato un danno di 50 miliardi alla società di piazza Crimea, come tutti i giornali e le agenzie di stampa avevano scritto: nelle casse di Giraudo, Bettega e Moggi sarebbero tornati indietro 15-20 miliardi, che hanno reso un po' più dolce la sconfitta.

A riprendere il caso sollevato dalla nostra bottega è stato il "Corriere dello Sport" che, in un articolo dalla redazione di Torino, firmato da Giacinto Ciorra, conferma che la Vecchia Signora si è rivolta a un'importante impresa di assicurazione, con tutta probabilità  i Lloyd's di Londra, per assicurare un pacchetto di tre eventi puntando "una certa cifra, come se fosse una qualsiasi scommessa". I tre eventi sono la vittoria in Campionato, la conquista dalla Champions' League e l'eliminazione dalla coppa europea. I dirigenti della Juve, scrive Ciorra, "preferiscono non fornire dati nè cifre, ma si limitano ad osservare che la pratica è in uso da qualche anno e non è certo un'esclusiva juventina". Fatto sta, aggiungiamo noi, che non ne sapeva niente nessuno.
Anche se la Juve non parla, si capisce bene che Ciorri ha carpito qualche ufficiosa indiscrezione: e cioè che il premio-sconfitta (che paradosso, per quei pochi tifosi romantici che si ostinano a credere che il calcio non si identifichi del tutto con il vile denaro!) ammonta a circa un terzo dei mancati incassi, dunque a 15-20 miliardi. Ma, sembra di capire, se la Juve vincesse il Campionato, questa specie di scommessa-tris imporrebbe la restituzione del premio alla società di assicurazione. 

Sembra che anche il Milan, lo scorso anno, abbia stipulato una polizza del genere. Detto che sarebbe ampiamente preferibile presentare al torneo europeo, vera bestia nera per i tifosi juventini, una squadra effettivamente competitiva, spendendo -e bene - quello che è necessario spendere, piuttosto che assicurarsi già in partenza contro la sconfitta, facciamo calare ufficialmente il sipario sul caso.
Bds


16 Novembre 2000 - Monza compra Verona che vende a Bergamo
Secondo indiscrezioni che non ci è stato possibile verificare fino in fondo, sarebbe in dirittura di arrivo la cessione del Verona calcio da parte dell’attuale proprietario Giambattista Pastorello, da tempo alla ricerca di un acquirente per il club alla cui guida si trova da quando ha smesso di lavorare nel Parma per conto di Calisto Tanzi
Pastorello, che è oggetto di forte ostilità da parte dell’ambiente cittadino, starebbe per vendere agli attuali proprietari del Monza, gli imprenditori Fazzolari e De Sabata, per una cifra che si aggira sui 40-50 miliardi. L’operazione verrebbe conclusa non appena Fazzolari e De Sabata avranno a loro volta perfezionato la cessione del Monza all’industriale edile bergamasco Antonio Percassi, già proprietario dell’Atalanta, al modico prezzo di 10 miliardi. Nel Monza gioca attualmente il figlio di Percassi, Luca.
Secondo i nostri informatori, un vertice fra tutte le parti interessate si sarebbe svolto ieri l'altro sera a Monza, dove era in programma la partita amichevole fra le Nazionali Under 21 di Italia e Inghilterra sospesa dopo una ventina di minuti a causa della nebbia.
La vicenda, e il vortice di denaro che potrebbe innesare, conferma che si sta ormai creando una categoria di imprenditori del calcio che comprano e vendono squadre di tutte le serie professionistiche (dalla A alla C-2) a seconda delle opportunità offerte dal mercato. 

Un tempo i presidenti delle società erano quasi sempre imprenditori locali il cui obiettivo reale era quello di incrementare il proprio giro di affari grazie alla vetrina del calcio e alle opportunità di "pubbliche relazioni" da esso offerto. Oggi il calcio è business in sé e stimola dunque i più disparati appetiti. Tanto per dirne una, Franco Sensi (Roma) possiede il Palermo (serie C), il Nizza (serie B francese), una squadra brasiliana, ed ha appena ceduto il Foggia a Giorgio Chinaglia.
Anche in quest’ultima compravendita sarebbe interessante sapere se gli uomini d’affari coinvolti rappresentano o no dei soci che non vogliono (o non possono) figurare, visto che i regolamenti del calcio impediscono di possedere più di una squadra per ogni campionato. Se Moratti (Inter) o Galliani (Milan) avessero per esempio voluto acquistare il Verona da Pastorello, non avrebbero potuto farlo in prima persona.
Bds


15 novembre 2000 - Il silenzio della Juventus
Silenzio. Dalla Juventus, finora, solo silenzio. Non e' arrivato nessun commento, conferma o smentita che sia, della notizia data alcuni giorni fa dal Barbiere della Sera, secondo cui la Juventus avrebbe stipulato una polizza di assicurazione contro l'eventualita' di una sconfitta al primo turno di Champions' League

Come abbiamo raccontato ai nostri lettori, il Barbiere della Sera ha chiesto chiarimenti alla societa' calcistica torinese, per sapere se e' vero che la Juve si e' assicurata in caso di sconfitta, secondo quanto ci ha segnalato un nostro lettore. Abbiamo chiesto alla Juve di precisare i termini della questione, le  condizioni della polizza, l'ammontare del massimale. Ma da Torino non e' arrivata la risposta che attendevamo per lunedi' scorso. 

Reiteriamo dunque la nostra richiesta al responsabile commerciale della Juventus Romy Gai, pregandolo gentilmente di rispondere. Non c'e' mica niente di male se una squadra di calcio assicura i propri risultati sportivi. Pare che sia un costume piuttosto diffuso, anche se per noi e' un'assoluta novita'. E allora perche' non dire nemmeno una parola? Siamo certi che la Juve vorra' spiegare ai suoi tifosi come stanno le cose e rimaniamo in fiduciosa attesa ringraziando in anticipo per il tempo che Romy Gai vorra' dedicarci.
Bds


14 novembre 2000 - Diteci la verità su Pessotto
Professori delle pagelle, stavolta avete proprio dato i numeri. Ma insomma diteci la verità: Gianluca Pessotto, il terzino della Juve e della Nazionale con quel cognome da ragioniere della porta accanto, contro la Lazio ha giocato bene o male? Uno legge "la critica" (parola che entra dritta dritta in "pedicure") e non si raccapezza proprio. Partiamo con Stefano Petrucci, professore del Corriere della Sera: "Diligente, ma tutto sommato anonimo. Voto: 5,5". 
Di tutt'altro avviso Tony Damascelli, sul Giornale: "7, il migliore in campo. Il gol di Tudor nasce da una sua discesa. Corre e propone, sempre con lucidità". Ripiombiamo in basso con Corrado Sannucci di Repubblica: "Molto brillante all'inizio, quando arriva spesso al cross, poi perde convinzione. Voto 5,5". A riportare il ragioniere in cielo è Fabio Vergnano, della Stampa:"Dalla notte del grande sonno di Atene, a una serata in cui pare rivitalizzato. Non sbaglia, contrasta e corre molto. Voto: 7 e mezzo". 
Sì, avete letto bene, 7 e mezzo. E siccome i pagellari del calcio sono in genere molto tirati nel giudizio, forse perché a scuola non tutti erano abituati ai bei voti, 7 e mezzo vuol dire quasi l'eccellenza, mentre con 5 in genere si tocca il fondo (a meno che non giochi Van der Sar). Insomma questi autorevoli colleghi hanno visto due partite diverse. Ma sulle pagelle dovremo mettere su un osservatorio, e accettiamo volentieri contributi. 
Bds
11 novembre 2000 - In Champions'League con l'assicurazione
Questa è una notizia che farà male al cuore di molti juventini. Vittorio Chiusano, Roberto Bottega e Luciano Moggi, hanno firmato l’estate scorsa una polizza d’assicurazione che garantiva la società dal danno economico creato da un’eventuale uscita di scena al primo turno di Champions' League. Non è dunque vero quello che le agenzie e i quotidiani hanno scritto, che la figuraccia di Atene, seguita a quella inqualificabile di Torino con l’Amburgo, siano costate 40 o addirittura 50 miliardi di mancati guadagni alla Juventus. Almeno in parte, questi danni (immagine, mancate sponsorships e incassi) verranno coperte dall'assicurazione.

A tutto aveva pensato l’astuto trio che guida la Juventus, anche a coprire il rischio di una sconfitta. Anche per la compagnia d’assicurazione la polizza sembrava piuttosto tranquilla: chi poteva prevedere la Juve fuori al primo turno di Champions' League?

I  tifosi della squadra più amata d’Italia, che con gli ascolti contribuiscono così pesantemente al budget, sono in preda  a uno sconforto totale. Vedono che a spendere sono solo i Sensi e i Cragnotti, i Moratti e i Berlusconi. Gli altri comprano Batistuta e Claudio Lopez, noi ci teniamo i fantasmi Del Piero e Inzaghi, i "vecchi" Ferrara e Conte, i Pessotto e i Tacchinardi. Rimpiangono l’era di Boniperti, invocano Agnelli. Ma il giochino non può durare a lungo, e la società dovrà presto rimettere mano al portafoglio. Ieri l'altro, intanto, in tv, Moggi è apparso goffo e imbarazzato, mentre Ancelotti era parecchio confuso, tanto da essere pizzicato da "Striscia la notizia" mentre pronunciava questa memorabile metafora: "Ho tre arche al mio freccio".
Dino di Tacco, tifoso juventino


Questa davvero non la sapevamo. Che si partecipi a una competizione internazionale con la polizza di assicurazione in tasca e' per noi del Barbiere, incompetenti di calcio, una vera novita'.
Per saperne di piu', il Barbiere ha chiesto un chiarimento al responsabile del marketing della Juventus, Romy Gai. Su richiesta di una gentile signora abbiamo inviato un'email a Romy Gai, il quale, cortesemente, ci ha fatto sapere che non sara' in grado di darci una risposta prima di lunedi' 13. 

Abbiamo chiesto in particolare: 1) Una conferma dell'esistenza di questa polizza di assicurazione. 2) Qual e' la compagnia che ha accettato di assicurare la Juventus in caso di sconfitta. 3) Qual e' il massimale dell'assicurazione e quale il premio pagato. Ora aspettiamo con fiducia la risposta della Juventus.
Bds


30 ottobre 2000 - Mihajlovic, orfano del comandante Arkan
Caro Ragazzo Spazzola, convengo che spaccare uno zigomo (responsabile lo juventino Zinedine Zidane) e' peggio che insultare qualcuno (responsabile il laziale Sinisa Mihajlovic). Ma non dimentichiamoci una cosa: detto Mihajlovic ha  publicato un necrologio di mezza pagina sul quotidiano belgradese Politika in occasione della morte di Arkan. Presente chi era? Zeljko Raznatovic, detto Arkan, era ricercato dalle polizie di mezza Europa per rapine, omicidi e amenità del genere. Tra l'altro era stato coinvolto in un delitto  avvenuto negli anni Settanta a Milano, al ristorante Chicco, zona Porta Venezia

Nel 1991 (scoppio della guerra nell'ex Jugoslavia) ha messo in  piedi una milizia personale (le "Tigri") che ha stuprato, ammazzato e  saccheggiato, prima in Croazia e poi in Bosnia. I denari ottenuti spogliando le case di coloro che aveva ammazzato, Arkan li ha investiti in  traffici di sigarette e armi nella Serbia sotto embargo. Era ricercato dal Tribunale internazionale dell'Aja per i crimini di guerra nell'ex  Jugoslavia. Detto galantuomo è stato ammazzato nel gennaio 2000. Visto che Mihajlovic era tanto amico di questo signore, non mi sorprende che sia  razzista. Alle sue scuse non credo un fico, come non avrei creduto a un  pentimento di Arkan. Ivo Andric


25 ottobre 2000 - Bye bye, Licia
Da tempo non correva buon sangue tra la brava Licia Granello, e gran parte della redazione sportiva di "Repubblica". Ricordate, ad esempio, agli ultimi Europei di calcio in terra d'Olanda, l'episodio delle botte fra lei e l'altro inviato Franco Currò, non sfuggito alle telecamere del Barbiere? Il clima non è migliorato dopo l'estate: tutt'altro. Così, il capo dello sport Fabrizio Bocca ne ha parlato con il direttore Ezio Mauro. Risultato: d'ora in poi la Granello non seguirà più lo sport, ma farà l'inviato di bianca, di rosa e di rosé: già perché lei, nella tradizione di altri grandi giornalisti sportivi di "Repubblica" da Gianni Brera a Gianni Mura, è un'esperta di enograstronomia. "Farai l'inviata a tutto campo, stile "Life"" le ha detto Mauro. Fabrizio Bocca ha poi concordato lo spostamento del suo vice Valerio Berruti, passato ad "Auto motori".
Dino di Tacco
27 Ottobre 2000 - Quel portiere dalle mani bucate
Caro Bds, tu sai che il calcio è lo sport nazionale e l'interesse primo degli italiani. E in questo i napoletani figli di Maradona sono l'esempio pratico. Ma che ti combinano i proseliti di San Gennaro, al tempo Ferlaino-Corbelli (è un mio concittadino) e Zeman? Vendono al Bologna, col quale hanno perso per 5-1 in casa domenica scorsa, grazie alle papere di Coppola. E che ti registra radio-mercato? Il passaggio - acquisto, prestito o quant'altro non interessa - del giovine portiere partenopeo al Bologna. Te credo che per i rossoblù è stata una vittoria da... Signori. Le (S)Coppole sono tutte o quasi colpa del portiere del Napoli. Chissà cosa diranno gli scettici del pallone..? Certo è che il dubbio può sorgere. Come lo è sorto a me che del Bologna sono tifoso. Cioè sportivo. 
Andrea M.
27 Ottobre 2000 - Pronunce di Formula 1
Sono un collega che vive e lavora in Germania. Conosco, piuttosto bene, la lingua tedesca da quasi trent'anni e, riferendomi a quanto uscito sul Barbiere il 9 ottobre e da me letto soltanto oggi, circa la pronuncia del cognome Schumacher, posso GARANTIRE, anche perchè il soggetto è di mia diretta competenza professionale, che l'accento va sulla PRIMA "U": ovvero Schùmacher

Ma sarebbe anche opportuno che in Italia si smettesse di chiamarlo "Maicol", all'inglese, perchè la pronuncia esatta è MICHAEL: ovvero esattamente come si scrive, se possibile aspirando un po' tra la "C" e la "H". Ah, a proposito: alla Mercedes chiamano Hakkinen "HEKKINEN" con la prima "E" aperta. Per il semplice fatto che la grafia del suo nome finlandese è "HÄKKINEN", ovvero con la dieresi sulla prima "Ä". 
Mi dispiace avervi seccato con la lezioncina, ma chissà, magari qualcuno l'avrà trovata utile anche per il suo lavoro. 
Saluti e complimenti 
Il Tedesco


9 Ottobre 2000 - Ma tu, come lo pronunci Schumacher?
Schùmacher con l’accento sulla prima sillaba, Schumàcher sulla seconda, o magari Schùmàcher con due accenti, il principale sulla prima sillaba? Almeno adesso che ha vinto il titolo mondiale, dovremmo deciderci a pronunciarlo tutti allo stesso modo il nome di questo grandissimo e antipatico campione, di questo idolo lontano, del superman che in tanti anni di Ferrari non ha ancora imparato una frase filante in lingua italiana della lunghezza di tre righe, che quando scatta dalla "pole" per la volata della vittoria, sul circuito di Suzuka, anziché puntare avanti, gira il volante verso l’auto di Hakkinen, per ostacolarlo, e che dopo il capolavoro tattico che lo ha portato al trionfo, ascolta in silenzio commosso, a capo chino, l’inno tedesco, mentre quando è la volta di quello di Mameli, agita irridente le dita a mo’ di capo banda, come a dirigere un karaoke di provincia.

Sulla pronuncia di Schumi, la confusione degli osservatori è totale. Abitualmente un commentatore comincia la sua telecronaca chiamandolo Schùmacher, poi dopo qualche giro di pista passa a Schumàcher, per concludere con la pronuncia sulla prima sillaba, che comunque viene risfoderata dopo un grande sorpasso, un colpo di scena, qualcosa insomma che rompa la monotonia del gran premio. E poi gli stessi giornalisti, cosa che fa sbellicare dalle risate, tendono a pronunciare con l’accento sulla seconda il nome del fratello Ralph, passando nella stessa telecronaca alla prima quando si cita Michael, come se fosse di un’altra famiglia, o comunque di un altro pianeta.

Cosa propone il Barbiere? Semplice: visto che entrambe le pronunce sono sbagliate, se non altro perché il "ch" al centro del nome andrebbe aspirato, cosa che riesce soltanto ai tifosi toscani della "rossa", e noi lo pronunciamo invece come se fosse un "k", adeguiamoci allora a come lo chiama la ’ggente: Schumàker, e basta.
Dino di Tacco


9 Ottobre 2000 - Lippi paga per tutti? Ben gli sta
Caro Ragazzo spazzola, Lippi paga per tutti ed è giusto così, visto che la squadra l`ha fatta lui da capo a piedi pilotando qualcosa come 300 miliardi di acquisti in due anni (Peruzzi, Vieri, Panucci, Domoraud, Jugovic, Seedorf, Sukur, Keane, Farinos...). Se un allenatore, a cui si danno tutte vinte (Panucci e Baggio comprese), non riesce a dare un gioco a una squadra dopo sedici mesi, si fa eliminare dall`Helsingborgs e perde con la Reggina, cosa dovrebbe fare un presidente? Moratti ha le sue colpe, in primo luogo quella di avere sempre ascoltato Lippi anche quando voleva la luna, ma credo che il licenziamento fosse sacrosanto. Lippi ha mostrato grandi limiti caratteriali. È presuntuoso e permaloso. Ma soprattutto non è riuscito a dare un gioco all`Inter. Che l`impresa non sia facile è un`osservazione banale: serve solo a spiegare 7 miliardi di ingaggio netti all`anno. Lippi dichiara che se fosse Moratti si licenzierebbe, ma poi lui non si dimette e costringe il Presidente a esonerarlo. Per due mesi di lavoro quest`anno guadagnerà sette miliardi. Bel fenomeno. Lui che aveva detto di non voler rubare soldi a nessuno. Speriamo che almeno adesso che è in vacanza sorrida un po` di più.
3 Ottobre 2000 - Biscardi, un po' di pudore, please
"Il serraglio del lunedì", ovvero il processo di Biscardi, ha riaperto i battenti per il ventunesimo anno. Siamo andati speranzosi su Tmc, a vedere se i toni da un anno all'altro fossero cambiati, se insomma un gruppo di giornalisti fossero capaci di discutere attorno a temi certo cruciali, come Lippi e il divorzio dall'Inter, o Del Piero e un gol che non fa primavera, senza aggredirsi, senza urlare e fare scempio di sè e dell'intera categoria davanti alla gente.

Niente affatto. C'è sempre Mosca che gesticola, si alza dalla sedia e si avventa sull'interlocutore di turno, Corno che reagisce alzando i decibel della sua voce, l'ex arbitro Minicucci che fa lo stesso con timbri più potenti, Melli che strepita fin che non gli danno la parola e interrompe chiunque, persino una signora cortese ed elegante come Evelina Cristallin, responsabile delle Olimpiadi invernali di Torino 2006.

Ma tutto questo è nulla, rispetto al mitico Aldo Biscardi, che dissemina di autocitazioni e di autopubblicità l'intera trasmissione. Ieri, per esempio, ha mostrato per ben 4 volte ai telespettatori la prima pagina del settimanale "Il derby", un grande giornale da lui stesso diretto. Come evento di repertorio, ha riproposto la sua apparizione a "Striscia la notizia", invitato da Greggio per la nota profezia sul passaggio del testimone della nazionale da Zoff a Trapattoni. E, anche in questa occasione, ha sfoderato la prima pagina de "Il derby".
C.d'A.


Caro Bds, ma non esiste(va) un'etica morale del giornalista. Un codice deontologico "sacro" (tanto quanto la domanda che sto per porti)? Lo dicono i Comandamenti: "Non pronunciare il nome di Dio, invano". Un caposaldo della fede. Un pilastro della religiosità cattolica. Un punto inamovibile, inattaccabile, imprescindibile per milioni e milioni di fedeli del Verbo. E invece non è così. (Ri)Leggo - è da diverse settimane che lo faccio - Il Foglio dell'Elefantino (nessuna offesa, ma le repliche a certe domande hanno quel simbolo che tanto ben lo immortala) Ferrara. Oggi, 17 (forse sarà il numero del giorno a portare "iazza") ottobre, nella "spalla" della 4 - tradotto: nell'articolo che si staglia lungo il margine destro della quarta e ultima pagina del quotidiano - c'è un bellissimo articolo dinonsisacchi su Vavassori, l'Atalanta, la bergamaschicità (si dirà così?) e via discorrendo. Un pezzo veramente bello, da gustare, da buttar giù tuttodunfiato sul treno. Però... Però il cronista/redattore/inviato/nonsisabbenecosa forse (e non te lo dice un cattolico, bensì un ateo) esagera. Vabbé che lui ci mette la consonante, la D, minuscola. Vabbè che ci mette le virgolette ("), vabbé che non sarebbe una bestemmia vera e propria (per me e per milioni e milioni di atei). Però a tutto c'è un limite. Che in questo caso è... Sacro. Cristiano. Perché nonostante tutto il nome di Dio è stato pronunciato, peggio scritto, con tanto di aggettivo (Caio-Càrlo). Anzi il secondo ...(sta per il nome del Signore)Caio è senza virgolette (")... Bds, pensaci tu. Prima che ci pensa la Santa Inquisizione del giornalismo. 
L'Estet(ist)a


Barba e capelli - Una spia in redazione - Sempre meglio che lavorare?
Diritto di Replica - Bacheca - Sala stampa - PressKit - Curricula
Offerte e convenzioni - Cdr - Associazioni professionali
Inpgi, Casagit, Ordine dei giornalisti - Scrivici - Home