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uomo politico argentino (Buenos Aires 1793-Southampton 1877). È l'uomo che più ha influito sulla formazione politica dell'Argentina. Grande proprietario terriero, visse la prima giovinezza nella pampa condividendo la vita dei gauchos.
Federalista, vale a dire sostenitore della più ampia autonomia dei caudillos provinciali in lotta contro gli unitari di Buenos Aires, apparve sulla scena politica argentina dopo l'uccisione di Dorrego (dicembre 1828), quando a capo di un piccolo esercito personale contribuì a estromettere Lavalle (aprile 1829). Poiché era in quel momento il più forte, l'Assemblea provinciale di Buenos Aires non ebbe difficoltà a nominarlo governatore: R. aveva del resto l'appoggio dei "grandi", proprietari e commercianti, e del popolo, affascinato dall'"uomo nuovo". Ma la lega degli unitari non era ancora battuta, per cui R. dovette allearsi con i due esponenti del Litoral federalista con i quali riportò la vittoria (1831). Tuttavia il trionfo federalista e la richiesta di R. di ottenere i pieni poteri insospettirono l'Assemblea che gli votò contro. R. allora, lasciata Buenos Aires, si mise alla testa dell'esercito per condurre (1833) una campagna contro gli Indios del Sud: un massacro, ma molto popolare, per cui R. poté rientrare in città con grandi onori e, vinti o misteriosamente morti i suoi avversari e gli antichi alleati, nel marzo 1835 ottenne il governatorato con pieni poteri. Aveva così inizio la lunga dittatura di R. che si protrasse sino al 1852. Padrone assoluto, mutò rapidamente indirizzo politico: divenne accentratore e autoritario come mai nessun unitarista aveva osato. Con l'aiuto della polizia segreta (Mazorca) e di sanguinari luogotenenti, mise in atto un regime di violenza e di corruzione senza precedenti. Favorì l'industria e l'agricoltura anche elevando alte barriere doganali. Non accettò mai la separazione dell'Uruguay e strinse d'assedio Montevideo alla cui difesa prese parte tra gli altri anche Garibaldi (1846). Ebbe più fortuna nel tenere a bada le mire francesi e inglesi nel Río de la Plata (1845-47 e 1850), per la qual cosa fu anche lodato da José de San Martín allora in esilio. Verso il 1850 lo scontento della popolazione per il suo dispotismo era ormai al colmo. Proprio un caudillo, Justo José de Urquiza, governatore di Entre Ríos e un tempo suo alleato, ne divenne il portavoce. A Monte Caseros, nel febbraio del 1852, R. fu battuto da un esercito di gauchos che un tempo avrebbe seguito lui. Accettò la sconfitta ed esulò per sempre in Inghilterra. |
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