Dopo la
morte di Bona Sforza, Bari tornò a far parte del Regno di Napoli, che
da 1503 era passato sotto l’influenza spagnola, governato da un viceré.
L’età del vicereame fu infelice per il Mezzogiorno: soprusi,
prepotenze, violenze, rapine, assassini, tasse durissime. Per non
parlare delle incursioni dei pirati Turchi, che penetravano nel porto
per rubare navi e sequestrare persone da vendere come schiavi, se non
veniva pagato un congruo riscatto dai familiari. Un tentativo di
sommossa da parte dei baresi, capeggiati da Paolo Ribecco, ebbe come
unico risultato lutti e rovine. Ad aggravare la situazione fu la
tremenda epidemia di peste che colpì la città nel 1656, con 12 mila
vittime e 6 mila sopravvissuti, ed in seguito, nel 1691, una seconda
epidemia, per fortuna meno violenta. Con la guerra di successione
spagnola, il napoletano passò all’Austria sotto l’imperatore Carlo
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