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PIAZZA FEDERICO II DI SVEVIA

Il viaggiatore che arrivava a Bari, percorrendo la via consolare proveniente da Napoli, poteva entrare nel centro abitato, solo attraverso la porta del castello, considerata principale ingresso, anche dopo l’apertura di quella australe intorno al 1612, destinata ad agevolare l’immissione delle merci in piazza Mercantile. Varcata la porta del castello, ci si trova in piazza Federico II di Svevia. Proseguendo sulla destra, si incontrano un vicolo dedicato a Federico II di Svevia, la via Boemondo, condottiero della prima crociata, e due archi, chiamati rispettivamente “Basso” e “Alto”, a causa della loro differente altezza. Il primo conduce alla strada Barone e il secondo alla strada Sebastiano. Sotto l’arco Alto ci sono tre pannelli, uno rettangolare riproducente la Trinità, uno ovale sulla destra del tutto illeggibile, e un altro ovale sulla sinistra riproducente una Madonna. Proseguendo, si incontra via Attolini, da nome di una famiglia venuta a Bari da Ceglie de Campo nella seconda metà del XVI secolo, che in questa zona possedeva le sue case. All’angolo della strada, è da notare un palazzo molto elegante dalle linee settecentesche, che accoglie nel pianerottolo l'antichissima chiesa della santa Trinità. Sul portale d’ingresso è situata una luna in terracotta, raffigurante la Trinità. Superando le case a fianco della Trinità, si arriva in piazza Odegitria, il cui nome è legato ad una storia, secondo la quale alcuni monaci basiliani rubarono il quadro della Vergine Odegitria nel tempio di Odego, a Costantinopoli, per sottrarla all’ira iconoclasta di Leone Isaurico, Imperatore d’Oriente (seguace della dottrina, diffusa a Bisanzio nel sec. VII, che vietava il culto delle immagini e ne predicava la distruzione), per portarla a Roma, ma il popolo barese ed il vescovo fecero si che l’immagine restasse a Bari. Secondo la stessa tradizione, il quadro è lo stesso che si può ammirare nel Duomo che domina la città. Verso destra si imbocca la strada San Giacomo, che prende il nome dell’attigua chiesa, ornata da dipinti di De Matteis, Vaccaro e Bordone. Molto caratteristico è il suo campanile, romantico con sovrastrutture barocche. Dopo la chiesa, sulla destra, si apre la strada dei Dottula, che sbocca in via Bianchi Dottula, un’antica famiglia di origine greca, proprietaria delle caravelle che trafugarono le ossa di San Nicola. Sul versante sinistro di piazza Odegitria, si incontra la strada Nucciaserra, e subito dopo l’arco della Neve, sotto il quale, un tempo in estate si vendeva la neve conservata nelle “niviere”. In alto, a destra dell’arco è murata una immagine in terracotta di San Nicola, di arte popolare, risalente a qualche secolo fa. Oltrepassato l’arco, a fianco del vicolo san Cristoforo, si giunge alla Cattedrale.  

ROSA IACOBELLIS

BARI 06/03/2000
PIAZZA FEDERICO II DI SVEVIA

Le mura del castello

Le mura del castello

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