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TRATTO
DA IL SISTEMA LETTERARIO |
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Autori: |
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Guglielmino-Grosser |
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IL
LINGUAGGIO E LO STILE
La società e i suoi linguaggi: mimesi
e deformazione
Strettamente legato al motivo della
rappresentazione sociale è quello dei
suoi linguaggi tipici: la società si
coglie paradigmaticamente, nel bene e
nel male, attraverso il suo modo di
esprimersi. Anche le ipocrisie, i falsi
ideologici, la vacuità degli uomini si
possono pertanto cogliere e smascherare
attraverso le loro manifestazioni
verbali, perché il linguaggio, che è il
luogo principe della mistificazione,
tramite l'operazione gaddiana, cioè la
registrazione ironica o la deformazione
parodistica, può divenire quello della
demistificazione, dello smascheramento.
Procedimento tipico è «quello di
dissolvere la falsità degli stereotipi
di pensiero e di parola attraverso la
loro semplice, implacabile
registrazione». Così il Baldi, che cita
poi Gadda medesimo: «La frode si rivela
dal suo nome, come il ladro dal marchio
che gli è impresso a fuoco sulla
fronte». Gadda talora procede cioè
mediante la pura e semplice
registrazione quasi "oggettiva" di
lacerti di linguaggi particolari, che
possono essere la conversazione
salottiera della borghesia milanese o il
linguaggio stereotipo dei socialisti
d'inizio secolo o quello della
propaganda fascista. La capacità
mimetica di Gadda nei confronti dei più
diversi linguaggi si rivela
straordinaria. Ma spesso la
registrazione oggettiva si converte in
manifesta deformazione parodica e
satirica, secondo un dettame di poetica
espressionistica chiaramente formulato:
«tendo a una brutale deformazione dei
temi che il destino s'è creduto di
proponermi come formate cose ed
obbietti». Nell'uno e nell'altro caso
l'intenzione ironica, la prospettiva
straniata risulta chiara
contestualmente. Nel secondo caso
specialmente, quando fa di preferenza
ricorso al grottesco e al sarcasmo,
Gadda si mostra uno dei pochi scrittori
autenticamente e originalmente
espressionistici della nostra tradizione
novecentesca. Del resto non sono solo i
personaggi a usare linguaggi speciali;
il narratore (alter ego di Gadda)
raramente usa un linguaggio medio, più
spesso si mimetizza adottando ora un
italiano regionale lombardo, ora il
romanesco, ora il fiorentino arcaico,
ora un linguaggio ostentatamente colto.
Il pastiche
Ma capita raramente che un testo
gaddiano proponga una sola modalità
espressiva, sia cioè monolinguistico e
monostilistico. Per lo più la pagina
gaddiana è il luogo di convergenza e di
commistione di linguaggi e registri
diversi, accostati e fusi a produrre gli
effetti più svariati. E questo il
celeberrimo pastiche linguistico e
stilistico gaddiano. Sul piano dei
registri stilistici, Gadda non mantiene
mai a lungo la trattazione di argomenti
potenzialmente tragici nel registro
tragico e sublime, la sua natura lo
porta immediatamente o rapidamente a una
degradazione comica del tragico; così
per il patetico. Del resto l'adozione
del registro comico non è mai in lui
gratuita e fine a se stessa: il riso in
Gadda assolve spesso una funzione
liberatoria (Contini) e nasconde sempre
implicazioni serie (ad esempio il tema
dell'oltraggio che la realtà materiale,
comicamente degradata arreca a Gonzalo:
zoccoli, piedi, polli, cani pulciosi,
formaggelle che entrano nel suo
orizzonte percettivo facendogli
violenza), talora potenzialmente
patetiche, giacché Gadda degrada anche i
temi suoi più cari e per pudore non
esibisce mai direttamente i sentimenti
più teneri e delicati, come invece
esibisce le ire, i risentimenti, i moti
atrabiliari. La commistione degli stili,
la volontà (antieloquente) di far
cozzare l'aulico col prosaico è costante
in Gadda: quasi ogni pagina presenta
rapidissime escursioni dal sublime al
comico, dal patetico al tragico, dal
grottesco al sarcastico, e via dicendo.
Lo stesso può dirsi per le varietà
linguistiche: quasi ogni pagina gaddiana
e certo le sue più tipiche presentano
una commistione di dialetti (dal
milanese a vari vernacoli lombardi, dal
fiorentino al romano, dal molisano al
napoletano, ecc.), della lingua dell'uso
standard e delle sue varietà regionali,
di gerghi, di linguaggi settoriali,
tecnici e non, di idioletti, del
linguaggio aulico della tradizione, di
forestierismi, latinismi, arcaismi e
così via. Si analizzi questo esempio:
«"Questi necrofori, una volta seppellita
la sua brava carogna, ci banchettano
dentro, felici..." (Era felice anche
lui). "Dénter in del venter, in di
busekk del ratt...". Si stirò i baffi.
"Poi si accoppiano", e questa brutta
parola fu pronunziata da un Carlo
straordinariamente serio; "indi vi
depongono i uovi...". Un'àgape
sacrificale, un banchetto totemico...».
Enumerazione caotica e figure di
ripetizione
Grande è anche la varietà di figure
retoriche presenti nell'artificiosa
prosa gaddiana, con una vera e propria
predilezione per le figure della
ripetizione e dell'accumulazione e per
le digressioni (una delle strutture
portanti della sua narrativa). Uno dei
procedimenti più significativi è quello
dell'enumerazione caotica, cioè di
un'accumulazione apparentemente
disordinata di sostantivi soprattutto (e
cioè di cose, fenomeni), ma anche di
verbi e aggettivi. È questo l'espediente
tecnico (tipicamente novecentesco) più
funzionale per la rappresentazione del
garbuglio universale: si veda qualche
esempio nelle citazioni sopra riportate,
altri nei testi. Ma assai tipici e
ideologicamente funzionali sono anche i
bisticci di tutti i generi, fra cui
esemplare è quello dei nomi propri: il
linguaggio della norma serve davvero a
conoscere il reale, cioè distinguere,
catalogare, mettere ordine nella realtà
fenomenica?
Pastiche, plurilinguismo, pluristilismo,
enumerazione caotica, bisticci,
ripetizioni: sono tutti procedimenti
ideologicamente significativi perché
consentono immediatamente la
rappresentazione del caos, del garbuglio
universale. È su questa base di
sperimentalismo linguistico frenetico e
pirotecnico e di uso mimetico,
espressivo e demistificatorio di
molteplici varietà linguistiche e
stilistiche che Gadda verrà assunto
dagli scrittori della neoavanguardia
come una sorta di padre spirituale.
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