Nel 1979,
durante una campagna di scavi in localitą "Cappiddazzu",
quartiere "industriale" dell'antica Mozia fenicia, (a
circa due metri di profonditą, sotto un cumulo di massi) venne
scoperto quello che, per tanto tempo, č stato chiamato "Il
Giovanetto di Mozia".
Si tratta di una monumentale statua di tipo greco, in marmo j
onico della Tessaglia, al- ta poco meno di un metro e no- vanta,
risalente alla seconda metą del V secolo a.C. e, forse, faceva
bella mostra nell'agorą di Mozia, esposta all'aperto.
Il Prof. Alfonso Juan Cuny, dell'Accademia delle Belle Arti di
Spagna, in visita al Mu seo di Marsala, dove la statua si trovava,
riconobbe nelle fattezze della scultura l'Apollo Patroo;
all'identica sua conclusione so- no arrivati anche il Prof.
Giuseppe Agosta, insigne archeologo di Marsala, ed il Dott.
Ernesto la Rosa, Vice Questore di Palermo e studioso di
archeologia.
Tutti e tre, sono giunti a tale certezza attraverso il metodo
deduttivo, ed in particolare:
accertando, in primo luogo, che la statua, sicuramente, intendeva
rappresentare un Dio(i boccoli sulla testa e la cintura degli
aurighķ attorno alla vita ne sono la testimonianza)
- identificando, quindi, dal particolare della tunica bagnata,
tale divinitą con il Dio del Sole, che usciva dal rnare col suo
carro per percorrere la volta del cielo, da oriente ad occidente.
Il fatto che la statua dell'Apollo sia stata trovata a Mozia,
territorio punico, non deve affatto sorprenderci; si sa infatti
che con i Punici viveva una colonia greca.
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Mozia:"L'isola
dei fenici"
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