ANTIUM

Secondo lo storico Xenagora Anzio fu fondata da Anteo, figlio di Ulisse e della maga Circe, mentre un'altra leggenda del ciclo troiano attribuisce alla città un diverso fondatore: Ascanio, figlio di Enea. Anche se la scoperta di reperti archeologici risalenti all'età della pietra testimoniano la presenza dell'uomo fin da quella lontana epoca, certo è che le fonti storiche hanno accertato la fondazione della città vera e propria, chiamata Antium, durante la civiltà laziale, agli inizi del primo millennio a.C.
Addossata a quel promontorio che interrompe il piatto scorrere della costa laziale, agli inizi del primo millennio a sud di Roma, dalla foce del Tevere fino al Circeo, Anzio deve a tale favorevole posizione la propria origine ed il proprio straordinario sviluppo. L'Antium latina, fiorente centro commerciale e punto di partenza di scorrerie piratesche in tutto il Mediterraneo, ebbe nel suo porto, chiamato "Caenon", la fonte della sua potenza.

Occupata dai Volsci intorno all'anno 490 a.C. divenne fiera avversaria di Roma; si pose alla guida di altre città divenute volsche e iniziò un lungo periodo di belligeranza, caratterizzato da numerosi episodi tra i quali il più noto è quello del patrizio Coriolano che, esiliato in Anzio e divenuto comandante delle truppe volsche, giunse a  minacciare la sicurezza di Roma.

La lunga guerra si concluse solo nel 338 a.C. con la distruzione della città ad opera delle legioni del console Marco Furio Camillo. I romani ornarono con i rostri strappati alle navi anziati la tribuna del Foro  da  cui  si tenevano i  comizi   e  che  da  allora  fu  detta "tribuna rostrata" .

Colonia romana dal 338 a.C.  fu  partigiana di Cornelio Silla durante la guerra civile e per tale ragione  fu  distrutta  dalle truppe di Caio Mario nell' 87 a.C.

Sul   finire  dell'età  repubblicana  Anzio  conobbe  un periodo di vero splendore  diventando  il  luogo  di   villeggiatura  preferito  dai  ricchi patrizi di Roma: templi, circhi e palazzi abbellirono la città mentre lungo la costa si edificarono le ville dei più importanti personaggi del tempo: Marco Tullio Cicerone, Mecenate, Caio Lucrezio e Cesare Augusto.



 

Un braccio del Porto neroniano 

 

 


La biblioteca di Domiziano

In età imperiale soggiornarono ad Anzio tutti gli imperatori: Augusto vi fu proclamato Padre della Patria, Caligola, che ne voleva fare la capitale dell'impero, Adriano, che la descriveva come uno dei luoghi più belli d'Italia ma fu Nerone, che ad  Anzio nacque, ad edificarvi il porto, mirabile esempio di ingegneria marittima ed ad abbellire la reggia e la città di marmi e statue famose oggi esposte nei più grandi musei del mondo, come la Fanciulla d'Anzio (Museo nazionale) il Gladiatore Borghese (Louvre) e l'Apollo del Belvedere (Musei Vaticani). La decadenza dell'impero romano fu condivisa dalla città che, soggetta alle invasioni ed ai saccheggi dei barbari prima e dei saraceni poi, fu abbandonata dalla popolazione che fondò la vicina città di Nettuno.

 

VILLA  IMPERIALE  DI  NERONE

TEMPLI  DI  CULTO  PRECRISTIANO

 

Teatro Romano

Il teatro misura 30 m. di diametro, possiede una cavea suddivisa in 11 cunei o settori radiali, tagliati a metà da un corridoio coperto ed ornato da lesene intervallate. Tre accessi, costituiti da un fornice centrale e due laterali assicuravano alla cavea un ottimale accesso e una razionale distribuzione degli spettatori nei vari settori. Mentre le gratinate sono andate distrutte, a stento si può riconoscere l’ubicazione della orchestra che aveva un diametro di circa 10m.

Pianta del teatro

La scena che chiude il semicerchio della cavea era articolata da quattro grossi corpi in muratura che, simmetricamente creavano rientranze e sporgenze, luci ed ombre. Ai piedi del palco della scena, due corridoi permettevano il passaggio degli attori, dei fondali, delle scene.

Alle spalle dell'edificio che chiude la scena, erano ubicati dei piccoli cubicoli con volta a botte e completamente rivestiti in marmo bianco, da interpretarsi, vuoi per le loro proporzioni che per la loro ubicazione come i camerini degli attori. La facciata esterna della scena era abbellita da un colonnato che sorreggeva un lungo portico che sopravanzava la scena stessa. Tutto il restante prospetto esterno del teatro era ornato da una serie continua di fornici a tutto sesto sostenuti da pilastri ornati da mezze colonne. Sia i pilastri che le semicolonne erano state realizzate in laterizio: questa cortina laterizia mostra una estrema maestria nell’esecuzione, sia nella regolarità dei giunti che nella costante ripetizione del modulo costruttivo e, soprattutto, nel taglio e nella levigatura dei mattoncini che formano le semicolonne. 

I fori regolari di grappe, però, ci documentano che nonostante tanta precisione anche il prospetto esterno era rivestito di lastre di marmo. L'intera fabbrica del teatro, mossa dalle innumerevoli arcate e scintillanti marmi bianchi, era sollevata ed esaltata, per contrasto, su di un alto zoccolo di grossi parallelepipedi di pietra vulcanica che a guisa di podio assicurava oltre ad un sicuro effetto cromatico, anche un solido espediente statico.

 Il portico, costruito cioè dietro la scena, contava in origine ben 18 colonne. Successivamente le due ultime colonne di ogni lato furono inglobate in due piccoli vani riducendosi così il numero a 14. Delle colonne ancora oggi sono ben visibili alcune basi. Le grigie colonne, che erano state fatte con la stessa pietra vulcanica del basso podio, che rimanevano di fronte, probabilmente non erano stuccate come succedeva spesso nel mondo antico si operava con materiale poco pregiato, proprio per accentuare in questo caso l’effetto cromatico di cui abbiamo accennato prima. Se furono stuccate invece, quasi sicuramente furono dipinte a finto marmo scuro, simile alla pietra grigia dello zoccolo su cui poggiava l'intera fabbrica e lo stesso portico. Questo porticato sappiamo che era esplicitamente destinato a riparare gli spettatori in caso di pioggia repentina o per offrire loro un luogo ombreggiato durante i calori estivi, o comunque luogo di passaggio e di conversazione. Attraverso lo studio delle murature data la costruzione dell’edificio alla metà del primo secolo d.C. mentre gli ambienti aggiunti ed alcuni piccoli rifacimenti noi possiamo datarli tra la fine del I sec. o al massimo del primo decennio del II sec. d.C. Le dimensioni piuttosto ridotte e la ricchezza dei marmi ne fanno un teatro forse poco popolare, ma destinato dalla famiglia imperiale giulio-claudia che lo fece costruire per quella società elegante e raffinata che affollava, soprattutto nei mesi estivi, la città di Antium.

 

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