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GIUSTIZIA E LIBERTA'

La pena di morte.Torture fisiche e psicologiche. I detenuti come forza lavoro a costo zero.

L'USA PATRIOT ACT

Un esempio concreto

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Rabih Haddad fu arrestato una sera di fine Ramadan, mentre, insieme alla sua famiglia, si apprestava a rompere la giornata di digiuno. Alcuni uomini del Servizio di Immigrazione e Naturalizzazione lo portarono via dal suo appartamento di Ann Arbor, Michigan, il 14 dicembre2001 . Sono passati oltre due mesi e Haddad e' ancora chiuso in isolamento nella sua cella per 23 ore al giorno, senza che sia stata ancora formalizzata alcuna accusa nei suoi riguardi. Prima che fosse arrestato, era un leader rispettato ed amato nella piccola comunita' islamica del Michigan e membro fondatore di una delle maggiori associazioni caritatevoli musulmane in America, la Global Relief Foundation.

Haddad, cittadino libanese laureato negli Stati Uniti, puo' vedere sua moglie ed i suoi quattro figli per sole quattro ore al mese, e sentirli al telefono per soli15 minuti al mese. La sua associazione e' sospettata di avere collegamenti di tipo finanziario con la rete di Osama Bin Laden ma, sinora, non e' stata prodotta alcuna prova da alcun inquirente, cosicche' Haddad non sa qual'e' l'accusa per la quale e' detenuto. Il giorno in cui fu arrestato, 15 uomini dell'FBI entrarono nell'ufficio della Global Relief Foundation e smontarono archivi e computers pezzo dopo pezzo. Il direttore esecutivo della fondazione fu interrogato per oltre tre ore e, tra l'altro, gli furono confiscati persino i doni per il Ramadan ed i giochi per il computer della figlioletta. Dopo10 settimane di investigazioni, nessun membro della Global Relief e' stato riconosciuto colpevole di alcunche'. In effetti, l'unico "crimine" di Haddad consiste in piccole irregolarita' sul visto. Dopo gli attacchi dell' 11settembre, l'amministrazione americana ha introdotto leggi liberticide che hanno colpito indiscriminatamente alcuni gruppi religiosi ed etnici. I gruppi per i diritti umani ritengono che, a tutt'oggi, circa 2000 persone siano illegalmente detenute negli Stati Uniti, senza accusa, senza prove,

L'Usa Patriot Act

- I punti salienti del Patriot Act

- Un esempio concreto

- Considerazione generale

 

 

 

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senza diritti legali. Il caso di Haddad e' solo uno dei piu' aberranti, a causa della sconvolgente sospensione dei diritti umani del detenuto, primo tra i quali il diritto ad un processo legale. Gli avvocati governativi si rifiutano di parlare di prove, se ne hanno, contro di lui, affermando che la nuova legge americana, quella che consente a chiunque di arrestare persone sulla base di sospetti, la cosiddetta Patriot Act, o legge anti-terrorismo, non lo prevede.

Nel caso di Haddad, le procedure sono state ancora piu' sconvolgenti. In pratica l'uomo non ha avuto neanche il diritto di presenziare al procedimento che la corte sta intentando contro di lui, ma ha dovuto guardare dall'interno della sua cella, attraverso un video, cio' che accadeva in aula.

Il pubblico americano sembra non reagire alle violazioni che si accumulano. Quando sono apparsi i primi resoconti, lo scorso autunno, sul trattamento illegale riservato ad uomini arabi, in presenza di piccole irregolarita' sul visto, cosistente in arresto immediato senza accuse formali, maltrattamenti, visite negate ad avvocati e familiari per settimane, torture che, in qualche caso, hanno provocato il decesso in cella del detenuto, l'attitudine generale era quella di difendere la nuova legge, nonostante l'elevatissima probabilita' di errori e di gravissime violazioni, perche' quello era il prezzo da pagare per avere piu' sicurezza.

Il caso di Haddad ha oltraggiato l'intera comunita' islamica del Michigan (350. 000persone), che si e' stretta attorno a Salma al-Rushaid, sua moglie, fornendole il sostegno finanziario di cui ha bisogno per lottare per la liberta' di suo marito. Haddad, come gli altri innocenti che languiscono nelle carceri americane senza motivo, si trova a dover affrontare, praticamente da solo, la grande lotta contro l'onnicomprensiva istanza della "sicurezza nazionale": la sua detenzione rischia di essere indefinita. E, cosa ancora piu' straordinaria, fino ad ora, la Global Relief non e' stata inserita nell'elenco delle societa' collegate ad organizzazioni terroristiche, ma i suoi fondi sono stati sequestrati e congelati. E, secondo la American Civil Liberties Union, dei2 .000 detenuti arrestati dopo l' 11settembre pochissimi sono sospettati di attivita' terroristiche, mentre la stragrande maggioranza di essi e' in carcere con il pretesto di "irregolarita' sul visto".

Su una manciata di casi e' emerso qualche dettaglio. Ad esempio si e' saputo che Badr al-Hazmi, un radiologo saudita residente in Texas e' stato arrestato e trattenuto in carcere per due settimane, di cui una in completo isolamento, prima che gli investigatori ammettessero di aver preso un abbaglio. Il Washington Post ha riportato il caso di due pakistani arrestati per 49 giorni, per presunte irregolarita' legate all'immigrazione, mentre il Wall Street Journal ha raccontato la storia di Tarek Mohammed Fayad, un odontoiatra egiziano residente in California. Arrestato il 13 settembre, fu trasferito al Centro di Detenzione di Brooklyn a New York City, dove fu tenuto in uno stato di tale segretezza che il suo avvocato impiego' un mese per trovarlo. Forse e' ancora li'.

Nel New Jersey, un camionista pakistano spari' per tre mesi prima che la sua famiglia, restata senza sostentamento e costretta a vendere tutto per far fronte ai bisogni, venisse a conoscenza del suo arresto. Un altro detenuto 55 enne, arrestato senza alcuna incriminazione, mori' di crepacuore in carcere, nella contea di Hudson, New Jersey, il 23 ottobre2001 .

Alcuni, tra gli arrestati, sono riusciti a contattare legali ed associazioni per i diritti umani, mentre le cose continuano a rimanere ferme per coloro che non possono permettersi rappresentanti legali e non possono mettersi in contatto con il mondo esterno dalle celle in cui sono segregati.

Nelle celle di "punizione", e' il caso di dire, americane, sono inoltre reclusi decine di ignoti, persone letteralmente inghiottite dalla macchina giudiziaria americana e di cui non si sa nulla da mesi. Per molti di essi, nonostante non abbiano alcun collegamento con gli attentati al World Trade Center, si apre l'inferno della deportazione.

Gli avvocati che si occupano d'immigrazione, cosi' come l'intera comunita' arabo-americana che stava acquisendo un certo spessore prima degli attentati dell' 11settembre, sono molto preoccupati.
Il dipartimento di Giustizia ha recentemente affermato che le autorita' per l'immigrazione trattengono in custodia ancora 327 persone in relazione all' 11settembre, mentre e' stato introdotto, nelle pratiche relative all'immigrazione ed alla deportazione, il segreto giudiziario che consente alle Corti di chiudere le porte al mondo esterno per quello che concerne tali pratiche.

"Tutto cio' e' assolutamente oltraggioso", ha detto Marc Van Der Hout, uno dei principali avvocati per l'immigrazione degli USA, residente a San Francisco. "Il Dipartimento di Giustizia sta cercando di ottenere dei vantaggi dall' 11settembre per mettere in pratica propositi che erano, evidentemente, gia' in agenda prima: restrizione dei diritti degli immigrati, particolarmente per quelli di una determinata comunita' etnico-religiosa, possibilita' di detenzione a tempo indeterminato, discrezione personale, da parte dei giudici, sulle leggi dell'immigrazione".
Il disagio si fa sentire fortemente all'interno della comunita' araba-americana, una comunita' dinamica ed in espansione ma fortemente penalizzata dagli attacchi dell'11 settembre. "Prima di quella data, c'era spazio per il dibattito e la sfida politica", dice Imad Hamad, palestinese e membro della Commissione Arabo-Americana contro le Discriminazioni, "Ora e' molto piu' pericoloso e complicato. Lo stato d'animo generale e' che tutto sia permesso se fatto in nome della sicurezza. E' una situazione molto sfortunata per chi si trova dentro, come il signor Haddad".

La "Global Relief" e' la terza maggiore organizzazione caritatevole islamica ad essere stata presa di mira da George Bush. A differenza della texana Holy Land Foundation, gia' sottoposta ad indagini per aver, secondo le accuse, inviato denaro di beneficenza anche alle famiglie dei kamikaze nei territori palestinesi occupati da Israele, la Global Relief non ha mai dato adito a "sospetti". I suoi20 . 000soci sborsano 5 milioni di dollari l'anno che vengono inviati in 22 paesi diversi, per il sostentamento di ospedali e scuole e per fornire aiuto di emergenza alle vittime di terremoti, carestie e guerre in tutto il mondo islamico.
La Global Relief e' stata sottoposta a veri e propri raids punitivi anche all'esterno degli USA. Nei Balcani, ad esempio, una sede e' stata devastata da truppe NATO. In Kossovo, le truppe KFOR di Pristina sono state ancora meno tenere. Entrati in una sede dell'organizzazione caritatevole - usata come scuola per insegnare inglese alle donne - arrestarono due cittadini irakeni, uno di essi era un medico e l'altro un amministratore. "Uno fu picchiato senza motivo dalle truppe dello KFOR. Per una settimana non fu capace di controllare le sue urine", dice Roger Simmons, l'avvocato di Washington che rappresenta la Global Relief.
I due uomini furono tenuti in isolamento, costretti a firmare docmenti in inglese, che essi non capivano, e poi, dopo sei settimane, furono liberati senza scuse e senza spiegazioni. Dopo molto tempo, furono restituiti tutti i documenti della Global Relief del Kossovo, dicendo che essa poteva riprendere le sue operazioni. Una cosa impossibile da fare, dal momento che i fondi dell'organizzazione restavano congelati negli USA.

"Per quello che so io, non vi era alcun motivo per tale comportamento. E' orribile quello che e' capitato alla Global Relief", dice Simmons.
La Global Relief e' adesso in causa con diversi media americani che accusa di diffamazione. L'Unione Americana per le Liberta' Civili ha lottato affinche' il processo di Rabih Haddad, incarcerato senza accuse, venisse svolto a porte aperte, di fronte ad un pubblico. "Non vi sono prove che colleghino queste associazioni al terrorismo", dicono gli avvocati. "Se il governo ha delle prove, allora deve produrle pubblicamente".

La signora Haddad afferma che il morale di suo marito resta alto, nonostante tutto. "Voglio ancora credere in questo paese. Ci provo con tutte le mie forze. Siamo tutti colpiti ed amareggiati, ovviamente, ma, se Dio vuole, tutto cambiera' presto". http://www.arabcomint.com/gliscomparsi.htm


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