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GIUSTIZIA E LIBERTA'

La pena di morte.Torture fisiche e psicologiche. I detenuti come forza lavoro a costo zero.

L'USA PATRIOT ACT

Considerazione generale

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L'USA PATRIOT ACT
2001, ritorno al maccartismo
STEFANO SENSI - Università della California

(da Il Manifesto, 15/11/01)

John Ashcroft, ministro della giustizia, fiero sostenitore della pena di morte e antiabortista militante, ancora fresco della vittoria ottenuta in questi giorni per il pieno successo nel passaggio dell'Usa patriot act (Upa, il pacchetto legislativo in materia di terrorismo), annunciava gongolante che la legge sarebbe stata posta in atto un minuto dopo la firma presidenziale. Si apre dunque il fronte interno. Indubbiamente sporadici ma significativi episodi degli ultimi giorni avallano l'ipotesi che ci si trovi davanti a un rapido cambio di clima politico. Una studentessa quindicenne dello stato del West Virginia è stata espulsa da scuola perchè indossava una maglietta contro la guerra e per di più intendeva formare un circolo anarchico. A una dirigente dei verdi americani è stata impedito di imbarcarsi su un volo nazionale, perché al momento del check-in il computer ha segnalato il nome come possibile "problema", fatto che ha causato l'immediato intervento dei militari della guardia nazionale, presenza oramai costante negli aereoporti.

L'Usa Patriot Act

- I punti salienti del Patriot Act

- Un esempio concreto

- Considerazione generale

 

 

 

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Con il passaggio dell'Upa passiamo dunque a quella che molti temono possa rivelarsi una triste rivisitazione della stagione maccartista. Congresso e Senato si sono piegati all'isteria repressiva di Bush, concedendo praticamente tutto, fatta eccezione per la sunset provision (la postilla che pone un limite di 4 anni alle normative e ne permetterà una revisione o abrogazione fra 4 anni).
Un'analisi in dettaglio dell'Upa autorizza un assai scarso ottimismo. In termini di principi generali della legge spiccano, infatti, la totale discrezionalità delle attività investigative e il sostanziale azzeramento, soprattutto per gli immigrati, delle garanzie sancite dal primo e quarto emendamento della costituzione americana.
Di fatto, l'Upa reintroduce il diabolico guilty by association, la punibilità, cioè, in base alla semplice associazione (in questo caso a organizzazioni terroriste), che ha falciato la vita di migliaia di americani negli anni della guerra fredda. Fatto ancora più grave, la legge mantiene un'incredibile vaghezza nella definizione delle organizzazioni "terroriste". L'etichetta di "terrorista" viene infatti applicata, a qualsiasi gruppo che faccia, abbia fatto, o solo propagandato l'uso di pratiche violente che portino o possano portare a danneggiamento di beni materiali. Una semplice azione di disobbedienza civile diventa, in linea teorica punibile come atto terrorista, laddove essa comporti il danneggiamento di proprietà privata. La scure (per il momento solo metaforica) cade con incredibile sproporzione sugli immigrati, per i quali la semplice militanza e/o sostegno finanziario a gruppi o associazioni identificati come "terroristi" (tipo Greenpeace o l'Fmln) diventa passibile di carcerazione e deportazione immediata. Passibile di deportazione e arresto è anche l'immigrato che dia supporto materiale, non importa se consapevolmente o no, a gruppi o persone sospettati di "terrorismo".
Di fatto la legislazione appena approvata segna un ulteriore salto di qualità delle politiche statunitensi nei confronti degli immigrati. E' bene ricordare che già le norme contenute nell'Illegal immigration reform and immigrant responsibility act approvato da Clinton nel 1996 avevano concesso al governo americano la possibilità di deportazione immediata nei confronti di immigrati condannati per reati criminali. Con l'Upa, arresto e deportazione possono ora avvenire in maniera assolutamente discrezionale, solo per il semplice "sospetto di reato". Nessun bisogno, dunque, di reato passato in giudicato. In base alla nuova legge, infatti, senza necessità di alcuna autorizzazione da parte del magistrato, un immigrato ritenuto "a buona ragione" responsabile di atti terroristici può essere sottoposto a 7 giorni di arresto, da commutarsi eventualmente in ulteriore detenzione o deportazione. Detenzione che si può transformare, in alcuni casi, in carcerazione illimitata. Qualora la nazione d'origine rifiuti il rimpatrio (o nel caso in cui questo non sia possibile per la mancanza di relazioni diplomatiche con gli Usa) il soggetto viene detenuto in maniera indeterminata da parte dell'Ins (l'Immigration and naturalization service, il servizio di immigrazione). Che si tratti di una terrificante ma non troppo surreale possibilità è dimostrato dal precedente dei 3.700 immigrati oggi in regime di custodia illimitata dell'Ins in quanto non "deportabili".
Si noti anche che la detenzione può essere rivalutata ogni sei mesi in maniera ancora una volta del tutto discrezionale. Per prorogare l'incarcerazione, la legge non specifica la necessità nè di processo nè di prove a carico. In termini teorici, un cittadino straniero caduto in questa diabolico e kafkiano meccanismo potrebbe, in base a una semplice valutazione "discrezionale" di pericolosità, essere detenuto a vita senza mai arrivare a vedere un tribunale.
Sempre per gli immigrati, pesantissime si fanno anche le limitazioni della libertà d'espressione. Si consideri, per esempio, il caso di un immigrato di ritorno negli Usa che all'estero si sia abbandonato a dichiarazioni "incendiarie" (concetto assai aleatorio) nei confronti del governo americano. L'Upa prevede la possibilità di negare il rientro nel paese e l'immediata deportazione.
Azzeramento, infine, per stranieri e non, delle garanzie offerte dal quarto emendamento della costituzione americana, che prevede la necessità di convalida da parte del magistrato delle attività investigative. Con l'Upa tutto ciò viene a cadere. Agenzie come l'Fbi sono ora autorizzate a perquisire (e sorvegliare) sulla base di nessun indizio e senza mandato. Adducendo i soli motivi di "terrorismo" qualsiasi agenzia federale investigativa è autorizzata di fatto a perquisizioni e sorveglianze telematiche illimitate. Ancora più allarmante è la piena comunicazione del materiale investigativo fra le agenzie. Con l'imposizione da parte dell'Upa di un nuovo clima di piena collaborazione, su base "informale" e "discrezionale", le agenzie federali, Fbi, Ins, Cia, vengono messe reciprocamente a disposizione di un flusso continuo di informazioni di natura medica, lavorativa, finanziaria su chiunque possa essere considerato un potenziale terrorista. Dati che vanno dalla composizione del Dna del "sospetto" fino agli ultimi videotapes che ha noleggiati. Si viene a creare di fatto la possibilità di un controllo capillare su qualsiasi cittadino, immigrato e non, che viva negli Usa.
Il messaggio ripetuto a iosa dal Big brother orwelliano di 1984 era profeticamente "War is peace, freedom is slavery, ignorance is strength" ("La guerra è pace, la liberta è schiavitù, l'ignoranza è forza"). Considerando gli scenari prossimi e venturi, viene da sospettare che il buon vecchio George non abbia alla fin fine sbagliato di soli pochi anni. 
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