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12 Febbraio 2001
Ogni venerdì acquisto Panorama. Lo sfoglio,
giuro a me stessa che è l’ultima volta e poi, zac, sette
giorni dopo ci ricasco.
Ne parlo col mio psicanalista.
“Semplice” mi ha
risposto. “È spleen memorico”.
“Che vuol dire?”.
“Associ ancora Panorama ad un news magazine serio, hai
nostalgia dei fatti separati dalle opinioni, dei tempi di Sechi
direttore e di grandi firme come Biagi. Speri sempre che sia
ancora quello”.
“Ma adesso con Rossella il motto è cambiato: i
fatti al servizio di Berlusconi. Perché continuo a buttare i
soldi?”.
“Masochismo puro oppure è il karma della sciampista latente in
te che ti spinge a leggerlo”.
Torno a casa e comincio a sfogliare. Che strazio! Prima un equanime
editoriale sul governo, seguono le pallosissime lettere del sibillo
mondadoriano Sergio Romano. Si prosegue con un equilibrato fondo
di Giuliano Ferrara che spiega al colto e all’inclita che il
conflitto d’interessi non esiste e procedendo fra rossellate e
puttanate, gossip e servate arrivo a pagina settantacinque.
Finalmente un argomento serio.
Titolo: diamo a Cesara (Buonamici) quel che è di Cesara
(sempre Buonamici).
Mi accingo alla
lettura, l’occhio cade sulle foto in testa pagina ed ho un sussulto:
un barbuto marmoreo del quale sotto il perizoma si intuisce la
macrofallicità, si esibisce nel bossiano gesto dell’ombrello
verso le due signore accanto effigiate. Maria Angiolillo,
perplessa, sembra dire “ma non vedi che sono anagraficamente out? Sei
in ritardo di quarant’anni”; Sandra Carraro (in look Suzie
Wong) sorride estasiata leccandosi i baffi e attende ansiosa il
seguito.
Sulla sinistra un enorme parallelepipedo rosso sormontato da un capo
muliebre, no, non può essere veramente la Buonamici.
Sbircio il
sottotitolo e mi frego le mani: cinquemila lire spese bene. Come si fa
ad essere onnipresenti nelle case che contano? Non mancare mai ad
un talk show? Andare a una prima al fianco di Giovanni Agnelli?
Semplice: basta una dieta ma a condizione che sia miracolosa. Comincio
a leggere e le sorprese non finiscono. La Buonamici è bifronte: c’è Jeckill
monna fiesolana di contado in jeans, griffati anche se lei per
modestia non lo dice, che assieme al fratello Cesare (i suoi
genitori hanno vinto l’Oscar della fantasia) si occupa dell’olio
biologico della sua azienda. Poi c’è Hide che “approda alla grande
ribalta” con vestiti rosso fuoco e scarpe a tacco altissimo. Ne
possiede cento paia, né novantanove né cento e uno. Cento, come
i golfini in cachemire di Del Noce.
E la dieta? È nella seconda parte dell’articolo.
Ma andiamo al quid:
è Giuseppe Giudice, il dietologo dei vip che ha fatto il miracolo
con pillole a base di amminoacidi. Ma la Buonamici ci ha messo
del suo abolendo il pane. “È stata una rinuncia pesantissima” dice.
Sensibile come sono, scoppio in lacrime pensando alla
povera Cesara in abito rosso fuoco di Valentino e chaussures
dell’artigiano veneto René Caovilla senza nemmeno un tozzo di pane.
Ma i supplizi non sono finiti: estenuanti massaggi con Stefania
Pescatore; sfibrante ginnastica con l’inflessibile personal
trainer Marco Antonini prima, a casa con panca e pesetti poi;
massacranti sedute dal coiffeur Roberto D’Antonio.
E nemmeno la sera c’è pace: la sventurata non ha il tempo di
tirare il fiato dopo una giornata così intensa, costretta come è ad
accogliere nella sua casa con vista sul Pantheon Lamberto
Sposini, Donata Scalfari e Massimo Corcione. Mentre mi
chiedo quando trovi il tempo per lavorare prendo la mia agenda e appunto
per il quindici del prossimo mese: “Idi
di marzo. Chiedere giorno di corta e portare fiori sulle tombe di Bruto
e Cassio”.
Mata
Hari
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