Dai nostri inviati
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Voci, rumori, "boatos". E qualche onesto, innocente e gustoso pettegolezzo sul mondo dei giornali. Intendiamoci subito: i malintenzionati che vogliono offrire al Barbiere non saporite notizie, ma perfide insinuazioni, saranno fermamente respinti. Chi ha qualcosa di interessante da raccontare e' invece il benvenuto. Manda dunque le tue notizie al Barbiere della Sera |
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Se
ci fosse un nuovo gioco a pronostici, il Toto-poltrone,
questa proprio non l'avreste azzeccata mai. Riccardo
Luna che lascia "Republlica" per andare a
fare il vicedirettore del "Corriere dello
Sport". E non è un boato, stavolta: l'accordo con Italo
Cucci e l'editore Amodei c'è già, e ieri mattina
il trentaseienne numero due della cronaca nazionale di
"Repubblica" ha ottenuto anche la benedizione
del suo direttore, Ezio Mauro. Ma
che c'entra Luna con lo Sport? Se
gli chiedi a bruciapelo qual è la maglia della Reggina,
magari non ti sa rispondere . Men che meno se gli
domandi che posto ha in classifica la Sampdoria nella
serie cadetta. Lo ammette lui stesso: segue lo sport
come un qualsiasi giornalista che di sport non si
occupa, non è uno specialista. Ma è convinto di poter
dare un bell'aiuto per far spiccare al
"Corriere" un salto di qualità come giornale. Luna
va a occupare quel posto che sembrava ormai destinato a Roberto Renga del Messaggero, il quale, però, ha improvvisamente
respinto l'offerta dopo aver detto in giro che avrebbe
lasciato via del Tritone. Per trasferirsi da un giornale
all'altro, del resto, Riccardo non deve fare nessun
trasloco: gli basta prendere l'ascensore del palazzo di
piazza Indipendenza a Roma, dove Repubblica occupa i
primi cinque piani, e il "Corriere" il sesto e
il settimo. Giornalista
parlamentare con una spiccata vocazione per
il colore e per l'effimero, il bravo Luna non era
solo il numero due della Cronaca, ma anche il
responsabile degli album, quei supplementi usciti finora
episodicamente (uno per i 25 anni del giornale, uno
sulla Scala, uno su Verdi...) ma a cui proprio ora si
era deciso di dare una cadenza mensile. Il nuovo
responsabile degli album dovrebbe essere Aligi Pontani. Inoltre Luna curava anche il rapporto sulle migliori
università, realizzato con il Censis e prima di
lasciare Repubblica vuole portare avanti il lavoro di
quest'anno.
Ma
che fine ha fatto la lettera di dimissioni di Giuseppe D'Avanzo da vicedirettore di Repubblica? Sì, quella in cui
accusava Ezio Mauro di fare un giornalismo
"sushi", tutto frivolo e virtuale, di non
valorizzare i giovani eccetera eccetera? Mistero,
sparita. Nel giornale di Piazza Indipendenza è in corso
una strana caccia
al tesoro. Il
direttore si comporta come se quella missiva non
l'avesse mai ricevuta. D'Avanzo si è forse reso conto
di essersi mosso come
un elefante in una cristalleria: in fondo, il suo
obiettivo non era "rompere" con Repubblica, ma
tornare a fare l'inviato e le inchieste. Anche lui, così,
si guarda bene dal cacciare fuori lo scritto. E se ne
guarda bene anche il comitato
di redazione, criticato per questo da vari redattori
che lo accusano di "aziendalismo". E'
in corso perciò una raccolta di firme, per portare in assemblea tutta la vicenda,
che comunque rappresenta un forte
segnale di malessere al vertice del giornale. Ma non
solo al vertice. Mauro ha appena assunto all'Ufficio
centrale Claudia
Arletti, che lavorava a Torino come caposervizio al
Politico della Stampa. Molti si chiedono se quella
posizione Repubblica non avrebbe potuto occuparla con
una scelta interna. Insomma, c'è un clima mugugnoso, se
non di incazzatura vera e propria.
Il
progetto editoriale era in cantiere già da tempo. E non
è certo stata la vagonata di fango ed imbarazzo che, la
premiata ditta Luttazzi-Travaglio (o come direbbe
Emilio Fede, Luzzati-Tranfaglio) hanno
rovesciato addosso al cavaliere ed ai suoi bravi, a
fargli cambiare idea. All'ombra
delle querce secolari che custodiscono la sua villa ad
Arcore, Berlusconi coltiva una profonda passione per la libertà
d'espressione e la satira. Lì dove nè Fini,
nè Buttiglione possono vederlo, il leader della Casa
delle Libertà, si sbellica di risate, leggendo le bozze
del pubblicando Satyricon luttaziano. Pare
che alcuni suoi fidati consiglieri, abbiano tentato di
fargli notare che la cosa può risultare molto
sconveniente. "Presidente forse non lo possiamo
fare!?!". Ma lui, pare abbia risposto, "Nella
Casa delle libertà si! Qui facciamo un po' come 'zzo ci
pare". Insomma, grazie al
mecenatismo puro e duro del cavaliere, chi non ha avuto
la fortuna d'ammirare il guru Luttazzi intento a
dare "lezioni di giornalismo" a noi poveri
servi della gleba, vedrà comunque tutelato il suo
diritto all'informazione. N.D.M.
A Radio Città
Futura continua l'esodo dei giornalisti che
s'erano detti contrari al fatto che i notiziari fossero
gestiti dall'agenzia Area. Dopo l'allontanamento di
Betta Ramogida, il clima s'è fatto ancor più
"siberiano". La settimana scorsa due socie Alessandra De Luca
e Maria D'Amico sono state espulse dalla cooperativa che gestisce
Rcf.
Vinco,
torno e vado via. Umberto La Rocca, l'ex capo del Politico del "Messaggero"
sbattuto improvvisamente l'estate scorsa a Macerata, ha
inferto ieri una lezione micidiale al direttore Paolo
Graldi e all'editore. Il tribunale di Roma ha
accolto il suo reclamo, disponendone l' immediato
ritorno a Roma. Ma a Roma Umberto è venuto solo per
presentare la sua lettera di dimissioni: dal
primo di aprile passa infatti al Politico della Stampa,
prima a Torino, dove c'è fra l'altro un posto da
coprire perché Claudia Arletti, caposervizio, se n'è andata a
"Repubblica". Dopo un po' di tempo, Umberto
dovrebbe trasferirsi nella capitale, nella redazione di
via Barberini guidata da Federico
Geremicca. L'ordinanza
che ha dato ragione a La Rocca è stata deliberata
collegialmente, presidente e relatore Amelia Torrice, e
modifica la prima decisione del giudice Falato che, come
a suo tempo abbiamo scritto, aveva rigettato il ricorso
ex articolo 700 del giornalista del Messaggero,
trasferito dopo alcuni interventi in assemblea in cui
aveva espresso, assieme ad altri colleghi, serie
preoccupazioni per l'autonomia della redazione. E'
raggiante Mimmo
D'Amati, l'avvocato che ha seguito La Rocca e che
aveva impostato la sua difesa su tre punti: "Antisindacalità
del provvedimento, dequalificazione professionale e
mancanza di ragioni organizzative, perché - spiega -
quel posto a Macerata era stato creato fittiziamente,
non vi era alcuna necessità che giustificasse il
provvedimento". Ma
le cose si erano messe male, no avvocato? Ci
scusi, ma non è Caltagirone, l'editore? La
soddisfazione per il successo di Umberto La Rocca
resta comunque
mitigata dalla recente sconfitta del suo collega Franco
Morabito, "deportato" a Pescara: lui aveva
vinto il suo 700 in primo grado, ma l'editore ha
ottenuto una sentenza favorevole dopo aver presentato
reclamo.
L'Unita'
affonda il Corriere della Sera. Questa mattina infatti
molti lettori del Corriere della Sera sono
rimasti a bocca asciutta nelle edicole di Roma. Il
Corsera infatti e' riuscito a stampare in tipografia
soltanto diecimila copie circa. La rotativa si e'
rotta a meta' del lavoro.
Una coppia di lenti a contatto in omaggio? Basta essere
nella mailing list di Publisystem Pr. La società
di pubbliche relazioni ha inviato ad un folto gruppo di
colleghi che si occupano di sanità un'offerta davvero
irresistibile: "Prova subito le nuove lenti a
contatto Proclear.
Cari amici, qualche piccola informazione di casa Mondadori
se già non l'avete. A Cosmopolitan, al posto
di Silvia Grilli, come caporedattore centrale
arriva Cinzia Felicetti da Tuttomusica. Prima
di entrare in redazione farà un salto negli States
per capire com'è la donna Cosmopolitan.
“Nelle mie aziende non ho mai licenziato nessuno e
ho sempre creato nuovi posti di lavoro” Così ha
dichiarato, urbi et orbi, Silvio Berlusconi lasciando
intendere in qualche modo che non c’è nulla da temere
se la Casa delle Libertà andrà al governo del Paese.
Adesso il Messaggero non perde soltanto giornalisti. Valter
Santangelo, direttore generale del giornale romano,
ha rassegnato le dimissioni. Perché ha trovato un posto
migliore da un'altra parte? No, a quanto pare. Non
ancora, almeno. Le ragioni ufficiali non sono trapelate,
ma le incomprensioni
fra Santangelo e l'editore, si sussurra a via del
Tritone, erano diventate insanabili, anche per un
buon incassatore come il direttore generale del
"Messaggero". La
domanda è: quante soluzioni interne ha Franco
Caltagirone, per coprire
quella posizione? Pochine, è la risposta. Uno
che si dà molto da fare è Alfredo
Napoli, il capo del personale, che però non può
ancora avere una visione strategica dei problemi
dell'editoria: è arrivato al Messagero l'anno scorso,
proveniente dalla Playtex,
la nota azienda produttrice di reggiseni. Un
altro che ha dato le dimissioni dal Messaggero è
l'inviato
Giancarlo Dotto. E' confermata la notizia, data in
anteprima da Dagospia. Dotto
non è solo un giornalista sportivo molto apprezzato, ma
un inviato ad ampio spettro, raffinato nella scrittura,
autore fra l'altro di un bel libro su Carmelo Bene.
Quindi, una grave perdita per il Messaggero. E' andato
all'Espresso, sempre come inviato speciale,
fra le braccia di Giulio Anselmi che lo apprezzava
molto quando dirigeva il Messaggero.
Il botto si e'
sentito oggi ma la lettera con cui il vice direttore
di Repubblica Giuseppe d'Avanzo si e' dimesso dal
suo incarico risale alla scorsa settimana. Non siamo purtroppo in
possesso della lettera di dimissioni altrimenti
l'avremmo pubblicata. Ma questi sono i concetti, a
grandi linee che d'Avanzo ha espresso, spedendo copia
della missiva a Marco Benedetto, all'editore
Caracciolo, a Eugenio Scalfari, a Carlo De Benedetti.
"Non e' stata una domenica tranquilla quella
trascorsa da Indro e ne siamo stati diretti testimoni".
Una frasetta, nel corsivo apparso questa mattina di
spalla sul Corriere della Sera che ha messo un
po' di inquietudine addosso a chi l'ha letta. Rosanna
Cancellieri
ha vinto anche il secondo round della sua causa con la
Rai, e adesso dovrà essere reintegrata nella conduzione
del Tg3 delle 14. O, almeno, l'azienda le dovrà offrire
un incarico di importanza e visibilità
equivalente. La
Cancellieri, estromessa dalla conduzione l'estate
scorsa, aveva presentato ricorso urgente secondo
l'articolo 700 alla magistratura del Lavoro di Roma, che
le aveva dato ragione.
E’
sceso in campo da tempo, adesso tutti si aspettano che
scelga a chi consegnare le 52.000 firme che ha
raccolto a favore di un’autonomia di Trieste nella
Regione Friuli- Venezia Giulia simile a quella delle
province di Trento e Bolzano. Si chiama Primo
Rovis e nel capoluogo giuliano lo conoscono tutti
anche perché due volte per settimana parla a
ruota libera in uno spazio
a pagamento sulla televisione locale Telequattro.
E’
miliardario, ex imprenditore del caffè e ha superato
abbondantemente i settant’anni, anche se non si
considera anziano. Né lo è, se è vero quanto ha
dichiarato a Gianantonio
Stella
in un servizio sul Viagra pubblicato da Sette, che lo fa due volte al
giorno senza bisogno di supporti farmacologici. E
se avesse scoperto, nel ‘nemico’ Friuli,
l’esistenza di un giornalismo non mercenario?
Il
malloppo si fa davvero pesante. Come peso. Da settembre,
infatti, ogni sabato, il "Corriere della
Sera" offrirà insieme a "Io
donna" anche l'inserto casa di "Amica".
Il giudice lo ha deciso
oggi: i colleghi del Gruppo Universo non possono avere
un cdr. Perché? E' molto semplice: il Gruppo Editoriale Universo, giuridicamente, non esiste. Esistono
invece numerose e piccole case editrici, che pubblicano
i vari Grand Hotel, Viversani, Silhouette, Come Stai etc
etc, e i giornalisti assunti da queste case non
raggiungono il quorum necessario per avere un cdr.
Quindi nisba. Così almeno dice il giudice. Kalamity
Si aprono comunque nuovi fronti.
Dal ’93 in alcune testate del gruppo, in
particolare Donna Moderna, si sono verificati veri e propri crolli psicofisici
delle redattrici, che hanno portato anche ad assenze
superiori ai sei mesi. Sull’inquinamento
da direzione però è difficile trovare aziende
private esterne di gradimento dell’editore…
Notizie inutili dai giornali su"blablanews.com".
Online tutte le notizie da bar che si trovano sui
giornali. L'idea è di Saro Trovato (fondatore
di "metacomunicazione" ed ex
Klaus Davi): "Si tratta di quelle notizie che tutti
regolarmente leggono. Quelle veramente indispensabili e,
allo stesso tempo, perfettamente inutili". Non il
gossip nudo e crudo ma la parte più divertente
dei giornali. Sulla homepage di 'blablanews.com"
sono a disposizione notizie aggiornate e classificate
per argomenti con un archivio di oltre mille news degli
ultimi tre mesi.
"Il
Gazzettino" si rinnova. Luigi
Bacialli premiato dalla diffusione (+3%)
inaugura una nuova rubrica:l'intervista al
lettore. Ogni giorno il quotidiano veneto
pubblicherà un botta e risposta con un lettore preso a
caso dall'elenco telefonico o dalle lettere ricevute
dalla direzione. Una scelta, quella di Bacialli, neo
direttore della testata veneta, per essere più vicino
al popolo del nordest e che, secondo
indiscrezioni, gli sarebbe stata suggerita
nientepopodimenoche' da Gianfranco Funari che
insieme a Gigi diresse "l'Indipendente",
il defunto quotidiano milanese che il duo
Funari-Bacialli voleva trasformare nel "giornale
della 'ggente'".
La redazione romana di "Libero"
si sfoltisce. Marta Meli che si occupava
di scienze e costume sbarca a "Stream",
Fabio Torriero dal politico passa
all'ufficio stampa dell'Ugl - il sindacato della
destra - e Fabio Andriola, l'esperto di
storia del quotidiano diretto da Vittorio Feltri, si
dedicherà alla libera professione e allo sviluppo del
suo sito internet, "storiainrete.com"
Tre uscite di peso dalla redazione di piazza Sant'Andrea
della Valle che, unite alle defezioni milanesi,
denunciano un malessere interno a "Libero" e
mettono in difficoltà il Direttore.
“Oe’, ma quello non e’ Cesare Previti?”.
“Proprio lui…”.
"Il Borghese" torna
in edicola. Massimo Massano, l'ex
deputato missino, editore del settimanale fondato da Leo
Longanesi, sta mettendo in piedi la squadra. Un
settimanale, secondo le intenzioni dell'editore, con meno
'tette e culi' e più inchieste. Secondo indiscrezioni, già
si sarebbero fatti avanti alcuni redattori di "Libero" .
Debutto in rete per Giuseppe Lisbona. Ex
"Prima comunicazione" e "il Giorno",
Lisbona dirige "Ilte.net", il
portale di news sul mondo della comunicazione della Ilte,
in rete dal 19 marzo.
Tutto pronto a Cremona per il varo del nuovo quotidiano del
gruppo Donati. "la Voce di
Cremona" ha trovato la sede, all'ombra del
Torrazzo, e la squadra. Piero Piccioli,
il direttore, ha assunto due disoccupati e quattro
praticanti.
L'idea l'hanno avuta un mesetto fa. Dare vita a una specie
di agenzia che assicuri, a chi le cerca, prestazioni di
giornalisti. "Rent a journalist", noleggia un
giornalista, è il nome della creatura di Marina
Martorana e Pietro Ricciardi, immortalata anche in un
sito Internet: "www.rentaj.it".
Del resto, la contestata bozza di accordo
contrattuale tra Fnsi e Fieg, prevede che pure il
giornalismo si apra al "lavoro
in affitto". "Ma attenzione - spiega al Barbiere Pietro Ricciardi,
fondatore e titolare della società milanese
"Editoria & Immagine"- Noi non avremo come
interlocutori delle aziende editoriali. Tratteremo,
invece, con imprese di altri settori, con organizzazioni
di vario tipo e con enti pubblici. Non ci rivolgiamo
necessariamente, poi, a colleghi disoccupati, ma pure a
free-lance e, perché no, a giornalisti a tempo
pieno". Esempio. La
tale società cerca un moderatore per il tal dibattito? Ecco
che "Rent a journalist" propone l'uomo giusto.
Oppure, c'è da condensare
in poche pagine un voluminoso rapporto, traducendolo
nel contempo dall'aziendalese
in un linguaggio più fresco e comprensibile? Detto
fatto: vi forniamo la persona che fa al caso vostro.
Prestazioni spot, insomma. Ma anche occasioni di lavoro
di maggiore durata. "Rent a journalist"
stringe i contatti con il committente, trova e ingaggia
il giornalista e lo paga, dopo essersi trattenuta la sua
percentuale professionale. Ovviamente, per essere pienamente operativa e avanzare le
sue proposte alle aziende, "Rent a journalist"
deve avere una sua banca dati, con i profili e i
curricula dei giornalisti, distinti per settore di
specializzazione. Ed è questo il grosso del lavoro che
si sta facendo nelle ultime settimane, con
una serie di incontri e di interviste tenuti da Marina
Martorana. Se vi interessa, mettetevi in contatto
con lei via Internet. Con un' avvertenza, a scanso di
equivoci: non sono lavoretti in nero, questi, ma tutti
con fattura o ritenuta d'acconto.
La
scorsa settimana l'azionista di maggioranza del
settimanale "il Friuli" ha sollevato
dall'incarico il direttore e fondatore Mauro Tosoni,
sostituendolo con il vecchio direttore del quotidiano
locale "Messaggero veneto" Gervasutti.
All'inizio dell'autunno avevano brindato speranzosi
alla fine delle ristrettezze economiche e a una
nuova, grande stagione dell'informazione. Adesso,
i giornalisti di Telemontecarlo sono costretti a
proclamare qualcosa come 10 giorni di sciopero perché
la Seat di Pelliccioli anziché rilanciare le
news, sembra sul punto di ridimensionarle drasticamente
attaccando i posti di lavoro. Tutti e 80 si sono riuniti in assemblea, decisi a difendere
l'autonomia delle due testate, Tmc News e Tmc Sport:
è proprio quest'ultima che rischia di più. L'assemblea
vuole "presidiare" gli attuali spazi di
informazione (tg, settimanali di approfondimento,
rubriche) considera "imprescindibile"
la diretta tv e difende "i livelli
occupazionali". Bds
Questa è bella: l'assemblea annuale dell'Ordine dei
giornalisti del Lazio e del Molise, si terrà il 23
marzo nella caserma Statilia della Polizia di
Stato di Roma. Ma a chi è venuto in mente di scegliere
una sede simile, e perché mai? Nulla di male, per
carita', ma certo, i giornalisti che si riuniscono in
caserma fanno venire un po' in mente una dittatura
sudamericana. A protestare è anche il Siulp. il sindacato
unitario di Polizia, che in una lettera inviata ai
presidenti di Camera e Senato, al ministro dell'Interno,
al capo della Polizia e al presidente dell'Ordine dei
giornalisti parla, giustamente, di "convocazione
inusuale, almeno nei paesi a democrazia avanzata".
Dopo aver scelto i 44 fortunati che
saranno riassunti all’Unità, il direttore Furio
Colombo e il condirettore Antonio Padellaro
rischiano di trovarsi con una redazione non al completo.
Tutta colpa delle proposte d’assunzione formalizzate
venerdì scorso da Alessandro Dalai. Il motto di Dalai è più
o meno questo: giornalista da vent’anni e
giornalista da tre, per me pari sono. Venerdì 9
marzo, all’Unità, al sesto piano Dalai teneva i colloqui
con i giornalisti, e al terzo Colombo e
Padellaro tentavano di calmarne i mugugni. “Devono fare uno sforzo di fantasia e differenziare
le retribuzioni” dice Pasquale Cascella,
che pure è un “privilegiato”, perché ha rifiutato
un’assunzione come notista politico da 80-90 milioni
l’anno, “cos’è questa semplificazione
burocratica? La logica dello stipendio politico
andava bene negli anni 70, quando un giornalista
dell’Unità era pagato come un funzionario di partito.
Bisognerebbe rispettare gli accordi e avere un po’ più
di elasticità”.
Giuseppe Baiocchi, direttore de "la Padania",
dovrà rispondere di fronte al tribunale delle offese
arrecate ad un suo ex collaboratore. Massimo Gnocchi (tra l'altro militante
della Lega Nord) decise di querelare il
direttore Giuseppe Baiocchi, chiedendo a lui, e solo
a lui, i danni. Di questa vicenda, ora si sa che per
Baiocchi dovrebbe essere fissato il processo per
il prossimo 24 aprile. Di fronte alla richiesta di rinvio a giudizio,
di cui si bisbiglia nei corridoi della redazione,pare
che ci sia il tentativo da parte dell'editore, su
sollecitazione dello stesso Baiocchi, di esplorare
qualche soluzione per non arrivare in tribunale. Magari offrendo
a Gnocchi una qualche collaborazione col giornale. Ma
Gnocchi e' veramente arrabbiato e avrebbe, tra l'altro dalla sua un paio di assi nella manica, che
dovrebbe tirar fuori direttamente davanti ai giudici del
tribunale di Monza.
Napoli non piace a Vittorio Feltri. L'iniziativa di aprire
una redazione di "Libero" con vista sul Golfo
si è arenata.
Al terzo piano di via Negri, alla direzione del
"Giornale", si respira aria pesante. L'arrivo
di un nuovo vicedirettore, Roberto Papetti
(dall'economia del "Corriere") sarebbe
poco gradita al vicedirettore Luigi Cucchi.
E così se ne va anche Roberto Renga, prima firma
dello Sport del "Messaggero" e, forse, di
tutto il giornalismo sportivo romano. Ieri lo ha
chiamato Italo Cucci, direttore del Corriere dello
Sport, per offrirgli il posto di vicedirettore
vicario lasciato vacante da Enrico Maida, appena
trasferitosi al "Messaggero" per fare il capo
dei Servizi sportivi. Italo Cucci, direttore del Corriere dello Sport da quando Mario
Sconcerti si è trasferito alla Fiorentina, aveva
bisogno di un uomo al quale far trainare il giornale.
Con l'attuale vicedirettore, il bravo Luigi Ferraiolo,
da ventinove anni al Corriere e già delfino di
Sconcerti, non ha quello che si definisce un vero e
proprio "feeling".
Con una decisione da
lasciare di stucco, i giudici hanno accolto il
ricorso dell'editore Franco Caltagirone,
trasferendo per una seconda volta a Pescara il redattore
del servizio Interni del "Messaggero" Fabio
Morabito. Improvvisamente, a
luglio, il direttore Paolo Graldi aveva trasferito in
provincia due giornalisti che in assemblea avevano usato
toni preoccupati circa la reale autonomia della
redazione in quel giornale: Umberto La Rocca e Fabio
Morabito. Per la verità Morabito era una
"seconda scelta": in prima istanza la lettera
di trasferimento era arrivata alla redattrice di cronaca
Elisabetta Cantone, ma poi Graldi l'aveva
ritirata perché la Cantone era delegata sindacale. Morabito, per avere
ragione, dovrà aspettare adesso i tempi lunghi del giudizio
di merito, visto che il tribunale del lavoro, a
Roma, è ingolfato di cause. Quanto all'ex
capo del Politico Umberto La Rocca, trasferito a
Pescara, come sappiamo ha perso il suo ricorso ex
articolo 700, ma gli avvocati hanno presentato appello,
viste le debolissime motivazioni dell'ordinanza del
giudice, di cui il Barbiere ha già informato i suoi
lettori.
Non appena l'Editrice
Universo mette in pista una buona idea, ecco che
Mondadori la copia, non prima di aver fatto razzia di
giornalisti. Questo e’ cio’ che pensano
all’Editrice Universo. Era già accaduto con "Cose
di casa", un successo da 600 mila copie, alla
quale gli uomini di Segrate avevano risposto con "Casa
facile". Ma a mandare su tutte le furie Luigi
Randello, editore dell'Universo, è stato l'ultimo
prodotto berlusconiano, il neonato mensile di
automobilismo "Cambio", una
sbalorditiva fotocopia di "Al Volante",
giornale che, in appena un anno di vita, era riuscito a
superare "Quattroruote". Randello
stavolta si è rivolto agli avvocati per sapere se c'è
un modo per contrastare quest'azione che lui considera
autentico plagio. |
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