Vivere da giornalisti
Leggendo la lettera accorata di Laura Barsottini che pubblichiamo oggi, al Barbiere e’ venuta subito in mente la vertenza sindacale in corso all’Espresso. I colleghi del glorioso giornale di via Po stanno affrontando proprio in queste ore un passaggio di grande importanza, concreta e simbolica.
L’azienda, come tutte le aziende che si rispettino prima o poi fanno, sta ammodernando il sistema editoriale. Il nuovo sistema entrera’ in funzione tra qualche settimana e, nelle intenzioni di chi lo ha messo a punto, permettera’ di risparmiare sui costi di produzione del giornale e sui tempi di stampa.
In poche parole, come gia’ e’ accaduto in passato con la nascita della fotocomposizione, alcune mansioni fino a oggi di stretta competenza grafica, si trasferiranno nelle dita dei giornalisti e nelle tastiere dei loro computer.
E’ la modernita’, bellezza, e non puoi farci niente. Ma almeno puoi dire qualcosa in proposito.
Facciamo una premessa che a molti non piacera’. I giornali, soprattutto i grandi giornali, e l’Espresso e’ tra questi, sono spesso affollati di giornalisti seminullafacenti, colleghi che, esaurita, si potrebbe dire, ogni spinta propulsiva o passione civile, se ne stanno rintanati nella loro nicchia, cacciano il capino fuori una volta ogni sei mesi, scrivono due paginette e tornano nella loro tana, certi di aver compiuto il loro dovere. Attenzione, non ci riferiamo al loro dovere nei confronti dello stipendio, bensi’ al loro dovere nei confronti della professione che svolgono.
Lo sappiamo tutti. Nei grandi giornali (in quelli piccoli e’ diverso) non e’ poi cosi’ difficile inguattarsi. Naturalmente c’e’ chi e’ vittima del mobbing dei direttori o dell’azienda, ma non mancano coloro che fanno dell’autentico "automobbing". Si emarginano da soli, per pavidita’ o, soprattutto, pigrizia intellettuale.
Ora che l’abbiamo detto ci sentiamo meglio e possiamo passare alla seconda parte del nostro ragionamento. Con l’introduzione del nuovo sistema editoriale, anche all’Espresso succedera’ cio’ che e’ successo in molti altri giornali. Buona parte dei giornalisti passeranno la loro giornata davanti al monitor del computer spendendo la maggior parte del loro tempo in operazioni di impaginazione, correzione, aggiustamenti vari, sistemazioni grafiche di vario genere e natura. Da questi compiti, verosimilmente, saranno esentati i grandi capi, diciamo dal direttore ai capiredattori.
Schematizzando, si otterranno i seguenti risultati:
1) i giornalisti addetti alla macchina (molti, visto che la macchina
diventa una "macchina diffusa") avranno minori possibilita’ di leggere,
incontrare persone che possono far accendere una lampadina nella loro testa,
telefonare a questo o a quello per capire che succede in giro e fare, dunque,
i giornalisti. E’ certo che il loro contributo alla nascita, ogni settimana,
di un grande giornale d’informazione e d’opinione, si ridurra’ di un bel
po’.
2) nascera’, anzi e’ gia’ nata, una classe giornalistica esentata
da questa naja. I capi. Loro potranno continuare a andarsene a zonzo in
cerca di contatti e notizie. Saranno loro, sempre di piu’, a concentrare
sulle loro scrivanie gli aspetti piu’ creativi del lavoro che porta al
prodotto finito.
Nulla di male, intendiamoci. Le gerarchie interne hanno un senso e vanno rispettate. Ma gli stessi capi potranno contare molto meno sull’apporto della redazione, in altre faccende affaccendata Parliamoci chiaro e senza voler fare imbarazzanti distinzioni. Se questo succede alla Settimana Enigmistica e’ un conto. Se succede in un grande giornale di opinione come l’Espresso, che e’ sempre stato una culla di idee e dibattito civile, e’ un altro paio di maniche.
Ora forse e’ troppo tardi. O forse no. Bisognava pensarci prima. O forse c'e' ancora tempo. I colleghi dell’Espresso, al pari di tutte le redazioni che hanno affrontato questo passaggio, negozieranno l’introduzione del nuovo sistema editoriale ottenendo, speriamo per loro, un po’ di quattrini in piu’. In cambio, avranno ceduto una fetta della loro creativita’, della qualita’ del loro pensiero, e cioe’, scusate la durezza, si saranno resi complici del disegno dell’editore, il quale, probabilmente, non si rende neanche conto, povero lui, che anche questo e’ un passetto in avanti verso la lobotomizzazione (si dice cosi?) di un glorioso settimanale di memorabili battaglie. A quando il prossimo?
E ora perdonate l’autocitazione. Sapete perche’, in un Web sfolgorante di immagini, fotografie e animazioni, il Barbiere Della Sera e’ cosi’ sobrio e povero di grafica? Semplice. Non abbiamo mica il tempo di cesellare le pagine del sito. Preferiamo di gran lunga andarcene in giro a chiacchierare con le nostre fonti che, oltre a passarci notizie, ci danno ogni giorno mille spunti di riflessione, ci aiutano a pensare, ci parlano di cio’ che hanno letto sui giornali e di quello che hanno sentito in giro. Ci parlano di contenuti. Ci aiutano a vivere da giornalisti. Colleghi dell'Espresso, fate vedere a tutti chi siete.
Don Basilio