"Ich bin ein Gay"
IL BARBIERE SI E' SVEGLIATO QUESTA MATTINA CON LA SENSAZIONE CHE IN BOTTEGA MANCASSE QUALCOSA. EPPURE I DOPOBARBA ERANO LI', E ANCHE I PENNELLI, E ANCHE LE LOZIONI E I PANNICELLI CALDI. EPPURE, MANCAVA QUALCOSA.
POI HA SFOGLIATO LA REPUBBLICA DI OGGI, VENERDI' 26 MAGGIO, L'OCCHIO GLI E' CADUTO SU UN ARTICOLO DI NATALIA ASPESI PIAZZATO A PAGINA 17, LA PAGINA DEI COMMENTI, IN TAGLIO BASSO, E HA CAPITO TUTTO.
QUELL'ARTICOLO AVREBBE MERITATO LA PRIMA PAGINA. LA SPLENDIDA NATALIA DICEVA CIO' CHE NESSUNO, O QUASI, SUI GIORNALI, E' STATO CAPACE DI DIRE CON SEMPLICITA', METTENDO UN PUNTO A UNA DISCUSSIONE CHE ORMAI STA SCONFINANDO NEL PURO VANEGGIAMENTO.
E CIOE' CHE LA MANIFESTAZIONE DEL GAY PRIDE SI DEVE FARE, E' UNA MANIFESTAZIONE COME UN'ALTRA, ANZI, PROBABILMENTE PIU' DIVERTENTE E GIOIOSA DI TANTE ALTRE, UNA SORTA DI CARNEVALE DI VIAREGGIO TRASFERITO A ROMA NELLA QUALE GLI OMOSESSUALI VERRANNO A DIRCI, ANCORA UNA VOLTA, CHE SONO STUFI DI VIVERE NELL'EMARGINAZIONE CULTURALE E CHE SONO STUFI DI SUBIRE GLI ANATEMI DI QUALUNQUE PROVENIENZA, LAICA O CATTOLICA O CLERICALE.
L'ARTICOLO DELLA ASPESI E' UN RAGGIO DI LUCE. UNO DEI POCHISSIMI.
IL BARBIERE HA ASCOLTATO ATTONITO LE PAROLE DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO GIULIANO AMATO, CHE PUR DI RACCATTARE UN PUGNO DI CONSENSI HA SFIDATO LA LIBERA COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA. POVERINO, PER SOPRAVVIVERE DEVE DARE UN COLPO AL CERCHIO E UNO ALLA BOTTE DEL VATICANO. MA, SOPRATTUTTO, HA ASSISTITO STUPEFATTO AL DIBATTITO CHE NELLE SCORSE SETTIMANE E' PASSATO SULLE PAGINE DEI GIORNALI IN UNA NAUSEANTE ESIBIZIONE DI EQUILIBRISMO. METTIAMO IL PARERE DELL'ARCIGAY, MA PIAZZAMOCI ACCANTO L'OPINIONE DI FRANCESCO STORACE. PUBBLICHIAMO IL COMUNICATO DEGLI ORGANIZZATORI DEL GAY PRIDE, MA STEMPERIAMOLO CON IL PUNTO DI VISTA DELLA SEGRETERIA DI STATO. NON VORREMO MICA DARE UN DISPIACERE AL PAPA PROPRIO NELL'ANNO DEL GIUBILEO?
L'IMPRESSIONE, FORTE, E' CHE I GIORNALISTI ITALIANI, IN QUESTA FACCENDA, VOGLIANO RIMANERE DA UNA PARTE A VEDERE QUELLO CHE SUCCEDE, SENZA DIRE A VOCE ALTA CIO' CHE ANDREBBE URLATO CON TUTTE LE NOSTRE FORZE. E CIOE' CHE QUESTA STORIA DEL GAY PRIDE HA SEMPLICEMENTE A CHE FARE CON QUELLE LIBERTA' DI ESPRESSIONE CHE NOI STESSI INVOCHIAMO UN GIORNO SI' E L'ALTRO PURE.
L'ASSENZA DELLE MIGLIORI FIRME DEL GIORNALISMO ITALIANO, SU QUESTO TEMA, E' PREOCCUPANTE. NON E', QUESTO, UN ARGOMENTO IN CUI DOBBIAMO DAR PROVA DI EQUIDISTANZA. NON SIAMO A TRIBUNA POLITICA. I GAY DIFENDONO UN DIRITTO, LO STESSO DIRITTO CHE I GIORNALISTI RIVENDICANO CON IL PROPRIO LAVORO QUOTIDIANO. QUELLO DI POTER DIRE A VOCE E A TESTA ALTA CIO'CHE PENSANO E CHE SONO.
NON SOLO. QUESTO SILENZIO PUDIBONDO E' TANTO PIU' GRAVE PROPRIO PERCHE' I GIORNALISTI, IN ALTRE OCCASIONI, HANNO INVECE DATO OTTIME PROVE DI ATTENZIONE AI CAMBIAMENTI DEL COSTUME E DELLA CULTURA DELLA SOCIETA'. VALE QUI LA PENA DI RICORDARE CHE LA CASAGIT E' L'UNICA CASSA INTEGRATIVA ITALIANA CHE RICONOSCE IL DIRITTO DI ASSISTENZA MEDICA ALLE COPPIE GAY. DOVREMMO ANDARNE FIERI.
E INVECE I GIORNALI PERMETTONO IMPUNEMENTE A GIULIANO AMATO, O CHI PER LUI, DI DIRE CHE LA MANIFESTAZIONE DEL GAY PRIDE "NON DEVE CONTRAPPORSI AL GIUBILEO". E PERCHE' MAI NON DOVREBBE CONTRAPPORSI? QUINDI: UNA MANIFESTAZIONE NON SOLO NON DEVE ESSERE VIOLENTA (E' OVVIO) MA "NON DEVE NEPPURE CONTRAPPORSI". ROBA DA MATTI. E ANCORA: AMATO PENSA CHE LA MANIFESTAZIONE DEL GAY PRIDE DEBBA SVOLGERSI "IN UN LUOGO CIRCOSCRITTO". NON NEL CENTRO DELLA CITTA'. AH NO? E PERCHE'? VOGLIAMO MANDARLI TUTTI ALLO STADIO OLIMPICO EVOCANDO UN PO' DI CILE DI PINOCHET, COME ANNOTA GIUSTAMENTE NATALIA ASPESI?
NELLA NOSTRA BOTTEGA REGNA LO SCORAMENTO, DI FRONTE A TANTA SUBORDINAZIONE INTELLETTUALE E DI TANTA PAVIDITA’ DI CUI LA STAMPA ITALIANA STA DANDO PROVA. E DOVE SONO I GIORNALISTI OMOSESSUALI CHE POPOLANO LE REDAZIONI? NON HANNO VOGLIA DI BATTERSI? NON HANNO LA FORZA DI USCIRE ALLO SCOPERTO, DI CHIEDERE AI LORO DIRETTORI UNO SPAZIO PER RACCONTARE AI LETTORI LE LORO RAGIONI? E DOVE SONO GLI INTELLETTUALI LIBERALI, QUELLI CHE VANNO A LETTO CON I LIBRI DI GOBETTI SOTTO AL CUSCINO? E DOV'E' L'ORDINE NAZIONALE DEI GIORNALISTI? COSA HA DA DIRE LA FEDERAZIONE DELLA STAMPA?
ATTENZIONE. SE NON SAREMO NOI A DIFENDERE IL DIRITTO DI TUTTI A ESPRIMERSI LIBERAMENTE , IN PIAZZA O SUI GIORNALI, IN RADIO O SULLE TELEVISIONI, CHI LO FARA' PER NOI?
E ALLORA IL BARBIERE DELLA SERA LANCIA IL SUO GRIDO DI BATTAGLIA. FORSE IL GAY PRIDE NON E' IL MURO DI BERLINO, MA PRENDIAMO LO STESSO IN PRESTITO QUELLE COMMOVENTI PAROLE DI JOHN FITZGERALD KENNEDY PER URLARE A TUTTI:
"ICH BIN EIN GAY"
FIGARO