Barba e Capelli all'inviato del "Giornale" Mario Giordano

Caro Mario, il peggio non e' mai morto


Sabato' 14 Ottobre 2000

Uhm, uhm.. c’e’ qualcosa che non quadra, ci siamo detti stamattina leggiucchiando col caffe’ l’articolo sulla prima pagina del Giornale firmato da Mario Giordano, in cui l’ormai celebre, e bravo, inviato ci narra della sua breve ma intensa esperienza al Tg1 al seguito di Gad Lerner. Eppure, Giordano racconta cose che non esitiamo a credere, anzi, che sapevamo gia'. 

Ci conferma, lo sanno tutti, che la Rai e’ un carrozzone dove l’invasione dei partiti ha creato sedimentazioni geologiche che mai nessuno potra’ forse piu’ scalfire, dove il sindacato interno Usigrai pesa certamente oltre i limiti della decenza, dove nessuno viene mai veramente rimosso per incapacita’ professionale, tutt’al piu’ spostato ad altro e piu’ prestigioso incarico secondo la nota legge di Peter

Tutto vero. E cosi' abbiamo cominciato a interrogarci sul quel senso di disagio che ci coglieva man mano che proseguivamo nella lettura dell'articolo. Cos'era? Semplicemente il fatto che non si sputa nel piatto in cui si e' mangiato, anche solo per trenta giorni? Che in ogni caso non e' bello rovesciare una palata di fango su colleghi con i quali si e' lavorato fianco a fianco? Che scagliare la prima pietra e' sempre un'operazione temeraria come insegnava qualcuno molti anni fa?

Non ce ne voglia il buon Giordano se il Barbiere si permette di fargli questa volta Barba e Capelli. Per due o tre motivi che andiamo a esporre.

La bottega del Barbiere ha esultato quando Gad Lerner e' arrivato alla direzione del Tg1. Lerner, ci siamo detti quel giorno, e' uno che se ne infischia delle segreterie dei partiti, e' un professionista con le contropalle e forse e' davvero l'uomo giusto per frustare i cavalli, di razza o ronzini che siano, che trascinano il carrozzone Rai. Abbiamo perfino osservato con curiosita' i servizi del medesimo Giordano che, quantomeno, portavano con se' un venticello di originalita'.

Poi, pluff. Il noto "incidente dei pedofili" ha mandato tutto a pallino. Ma ora che e' passato qualche giorno e si puo' ragionare con maggior serenita', dobbiamo confermare il giudizio che il Barbiere diede all'indomani delle clamorose dimissioni di Gad Lerner con la strepitosa scena del bigliettino del presidente della Commissione parlamentare di vigilanza Landolfi

Quelle dimissioni sono state un errore, pieno di dignita', ma un errore. Se davvero Lerner aveva iniziato un'opera di rinnovamento, di cui Giordano sembra volersi accreditare come uno degli agenti operativi, a quell'opera Lerner ha pavidamente rinunciato. Peccato. Ora vi ha rinunciato anche Giordano, che ha preferito tornare al Giornale di Mario Cervi e Maurizio Belpietro.

Vien da chiedersi. Perche', Mario, paladino del giornalismo indipendente, hai gettato la spugna cosi' presto? Il nuovo direttore Albino Longhi ti ha impedito di lavorare? Sei stato anche tu, per dir cosi' "normalizzato?". Se e' cosi', saremmo felici di saperlo. O forse, e anche questo e' comprensibile, ha deciso di lasciarti alle spalle un ambiente che consideravi per qualche motivo ostile.

Ora che pero' ci racconti la tua esperienza in toni cosi' inquietanti (e certo corrispondenti alla realta'), ci dispiace non leggere nel tuo articolo un paio di particolari non marginali. Per esempio il fatto che le dimissioni di Lerner sono state respinte dall'attuale Consiglio di amministrazione della Rai, che ha sollecitato (invano) Lerner a riprendere la guida del Tg1. Per esempio il fatto che a chiederne la testa sono stati a gran voce i parlamentari del Polo (certo, hai ragione anche tu, con la connivenza della segreteria Ds). E poi ci lascia davvero di stucco l'omissione, nel tuo memoriale, dell'ormai mitico bigliettino di Mario Landolfi, l'uomo che piu' di ogni altro ha invocato la "necessita' morale" delle dimissioni del tuo amico Gad. Necessita' morale.. sai che risate...

C'e' poi da dire, caro Giordano, che non sei nemmeno fortunato. La responsabilita' giornalistica, come quella penale, e' individuale, e quindi non e' colpa tua se il tuo fiammeggiante pezzo e' uscito con un contorno di carciofetti e patatine non male.

Proprio nella stessa pagina (numero 9 del Giornale) un altro articolo lamenta il divieto imposto dal direttore del Tg3 Nino Rizzo Nervo all'utilizzo di immagini di Berlusconi girate dall'uffico stampa di Forza Italia

Ma come, una volta tanto che un Tg boccia le veline filmate di un partito (Berlusconi inquadrato sul lato senza brufoli, una manciata di riportino in piu') il tuo giornale si lamenta?

Se poi torniamo indietro di due pagine e' possibile godersi una lenzuolata a firma Massimiliano Lussana sul programma elettorale di Silvio Berlusconi di cui vogliamo citare, tra gli altri, un solo significativo periodo: "C'e' anche un ricordo (da parte di Berlusconi n.d.r.) della terribile estate del '94 quando il leader di Forza Italia, allora presidente del Consiglio, passo' i mesi solitamente dedicati al riposo a leggere una per una tutte le partite del bilancio dello Stato". Poveraccio. Rinunciare a tutti quei mesi di vacanza deve essere stato terribile.

Caro Giordano, la Rai e' quella che e' e non hai torto a ricordare che in viale Mazzini "vince il peggio". Ti chiedi: "Non so se esista un altro posto cosi...". 

Esiste, esiste...

Figaro




Barba e capelli - Una spia in redazione - Sempre meglio che lavorare?
Diritto di Replica - Bacheca - Sala stampa - PressKit - Curricula
Offerte e convenzioni - Cdr - Associazioni professionali
Inpgi, Casagit, Ordine dei giornalisti - Scrivici - Home