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18 Gennaio 2001
Scusi lei e’ un barbiere o un giornalista?
Dipende. Lei di cosa ha bisogno?
Sfogarmi con un giornalista.
Poso le forbici e sono da lei. Si vuole presentare intanto?
Io sono l’esperto. Sa, l’esperto che viene sempre citato
dai giornalisti che scrivono “non c’e’ da preoccuparsi”,
sostengono gli esperti…
Ma certo. Esperto in cosa, di grazia?.
Mucche pazze.
Fantastico.
Aspettavamo solo lei. Il suo nome?
Vorrei
mantenere l’anonimato. Sa… quando voi scrivete : “Ora sono cazzi
acidi”, afferma una fonte che desidera mantenere l’anonimato.
Ecco, io sarei la fonte.
D’accordo. Cosa ci vuol dire?
Innanzi tutto che la mucca pazza e’ colpa di Berlusconi.
Senta, signora fonte, noi siamo una libera bottega, dove tuttavia non
sono tollerate le stupidaggini.
Segua il mio ragionamento.
Lo seguo.
Esiste
nelle pecore un agente patogeno chiamato scrapie.
Lo scrapie e’ la causa della pecora pazza.
E allora?
E allora con le pecore morte (comprese quelle pazze)
si fanno le farine animali che poi hanno nutrito le mucche fino
al giorno in cui e’ venuta fuori la mucca pazza.
Dalla pecora pazza alla mucca pazza. Va bene, ma che c’entra
Berlusconi?
C’entra, perche’ vuole fare come la Thatcher in Inghilterra.
Comincio ad avere il mal di testa. Mi aiuti.
La Thatcher, per
risparmiare energia, fece abbassare le temperature dei forni dove si
bruciavano le pecore morte. Cosi’, mentre prima lo scrapie veniva eliminato
dalle alte temperature, con la “temperatura Thatcher”, lo scrapie sopravvisse passando cosi’ nelle farine animali e quindi
generando la mucca pazza. Ora e’ chiaro? La mucca pazza e’ figlia
del liberismo thatcheriano. Come quello di Berlusconi.
Molto divertente. Ora ci spieghi, lei che e’ un esperto, come mai
hanno trovato la mucca pazza anche in Italia. Sembrava che noi ne
fossimo immuni.
E perche’?
Beh, cosi’ sembrava…
Cosi’ sembrava a voi giornalisti un po’ cretinetti.
Scusi, ma lei ha mai sentito parlare di Unione Europea e
di libera circolazione delle merci? Da un pezzo l’Europa ha eliminato
le frontiere, e quindi, se hanno trovato la mucca
pazza in Inghilterra o in Francia perche’ mai da noi non
dovrebbe esserci?
Gia’, perche’?
Infatti c’e’. Le diro’ di piu’. Di sicuro ce la siamo
mangiata. Risegua il mio ragionamento.
La riseguo.
Nei primi anni ’90, in Inghilterra si accorgono che a un
aumento di casi di sindrome di Creutzfeldt - Jakob (la variante umana della
mucca pazza, patologia rarissima) corrisponde un aumento di
questa patologia tra i bovini. Allora dicono: vuoi vedere che le
vacche la passano all’uomo? E perche’ le vacche se la prendono
(torniamo alla Thatcher)? Sotto accusa finiscono le farine
animali. E infatti a un certo punto, nel ’95, si proibisce di nutrire
i bovini con le farine animali. Ma solo i bovini.
Che vuol dire?
Vuol dire che se io allevo maiali o polli posso
tranquillamente acquistare farine animali e usarle come mangime.
Maiale pazzo? Pollo pazzo?
Non e’ detto. In biologia si considera la “barriera della specie”.
Un virus o un organismo che provoca patologie in una specie non le
provoca in un’altra.
Ma se io allevo polli posso comprare le farine animali e
magari rivenderle a un allevatore di vacche.
Se non ti beccano puoi farlo. E chi ti becca mai?
E allora non resta che vietare del tutto le farine animali.
Gia’ fatto. Ora e’
vietato l’uso delle farine animali per nutrire i capi d’allevamento.
E allora siamo al sicuro.
Perche’, lei, caro Figaro, negli ultimi dieci anni lei non
ha mai mangiato una bistecca? Si strepita contro l’Inghilterra
o la Francia. Ma fino a due mesi fa non abbiamo fatto altro che
importare bovini giovani, soprattutto dalla Francia. Chi puo’
escludere di aver mangiato un bell’hamburger folle? Nessuno,
caro Figaro, nessuno.
Ma
e’ terribile. E ora?
Ora niente. Sono state adottate misure piu’ severe, questo si’. E’
vietato mandare in macelleria organi a rischio come il cervello,
gli occhi, le tonsille della vacca, gli intestini…
Oddio, mi sono fatto i rigatoni con la pajata l’altro ieri. Ma se
e’ vietato, come mai avevano la pajata al ristorante?
E’ vietato commerciare
organi di bovini piu’ vecchi di 30 mesi. Magari la sua pajata
ne aveva 29.
E poi quali sono le altre misure di sicurezza?
Be’, come le dicevo, il divieto di usare farine animali. Il che crea
un gran problema agli allevatori di polli o maiali. Debbono sostituire
le farine animali con quelle di soia. Che e’ soia transgenica
americana, in genere. Chissa’ che ne pensano i Verdi. Poi
c’e’ il problema di come smaltire le farine animali. Chi le
brucia? Quali inceneritori? E chi li paga? E poi ci sono i test,
e qui viene il bello.
Perche’?
Lei, caro Figaro, sa che nessun bovino puo’ essere macellato se
prima non supera il test mucca pazza. Per tenere il ritmo del mercato
bisognerebbe effettuare circa mezzo milione di test all’anno.
Tanti sono i bovini che finiscono in bistecche.
E
invece?
E invece, tutti gli addetti ai lavori sanno benissimo che al massimo
l’Istituto zooprofilattico del Ministero della Sanita’ puo’
garantire, ammesso che ci arrivi, forse 200 mila test l’anno.
E le altre mucche che non riescono a fare il test?
Si bruciano. Paga al 70 per cento l’Unione Europea e al 30 lo stato.
Ma scusi, l’altro giorno a Porta a Porta il ministro Pecoraro
Scanio ha detto che i test si faranno tutti.
E chi ci crede? Giusto voi giornalisti.
Senta caro esperto, lei prima se l’e’ presa con Berlusconi,
ma per motivi di par condicio non potrebbe prendersela un po’ anche
con il centrosinistra?
Con piacere. Leggo che il ministro della Sanita’ dice che che,
trovato un caso di mucca pazza in un allevamento, bisogna eliminare
tutti gli altri capi dell’allevamento.
E le sembra un’affermazione campata in aria?
Tutt’altro. Ma nessuno ci ha ancora spiegato che analisi si faranno
poi su tutte quelle bestie uccise, ammesso che qualcuno abbia pensato ad
analizzarle. E poi il governo ha una responsabilita’ molto seria.
Quella di non aver reso operativa l’anagrafe bovina.
Cioe’? Nomi e cognomi di tutte le vacche?
Lei segua sempre il ragionamento
Seguo, seguo.
Se
trovo un caso di mucca pazza in un allevamento, devo poter essere in
grado di risalire lungo l’albero genealogico della vacca, isolare i
suoi fratelli e le sue sorelle, i genitori, devo sapere quali sono stati
i suoi spostamenti, in quali altri allevamenti e’ stata prima di
arrivare nel mio. Solo cosi’ posso operare una eliminazione mirata
del pericolo. L’alternativa e’ lo sterminio totale delle
vacche del Paese.
E
allora facciamola questa anagrafe.
Certo,
ma intanto dobbiamo pur prendercela con chi ancora non l’ha fatta.
E
chi la doveva fare?
Per
rispettare le direttive europee, l’anagrafe
zootecnica dei bovini doveva essere attiva e pronta gia’ da parecchio
tempo. Ha presente, caro Figaro, quelle targhette attaccate alle
orecchie delle vacche che si vedono in tv? Servono a identificare ogni
animale.
E
invece?
E
invece niente. Se ne dovevano occupare l’Istituto zooprofilattico di
Teramo e le Asl, ma non mi pare che l’anagrafe sia attiva. Se volete
sapere come mai non bisogna far altro che chiederlo al ministero della
Sanita’, anzi, alla direzione generale del servizio veterinario del
ministero, anzi al dottor Romano Marabelli, quello che era da Vespa
l’altro giorno, a Porta a Porta..
E
nel frattempo che facciamo?
Oggi
come oggi, se proprio si vuole essere garantiti al cento per cento, non
c’e’ che passare al pollo o al pesce. Ma che vita e’
senza una bistecca?
Uno schifo.
Eh gia’. Sono d’accordo con lei. La saluto caro Figaro, buona
giornata.
F.
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